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07/04/2019 06:00:00

Marsala, così hanno deciso di non staccare la spina al Campus Biomedico

Si torna a parlare a Marsala del Campus Biomedico. La struttura è una vera e propria cattedrale nel deserto, che sorge a due passi dall'ospedale Paolo Borsellino, in via Salemi. Un'opera voluta da Massimo Grillo quando era deputato nazionale, costata 1,1 milioni di euro, mai entrata in funzione che produce solo costi.

 Doveva essere un punto di riferimento per gli studenti marsalesi e non che si avvieranno negli studi sanitari. La sua realizzazione viene inserita nella Finanziaria del 2005. I lavori cominciano nel 2009, finiscono nel 2012, ma non si è mai visto nessuno. Nè uno studente, nessuno. L'idea del Campus viene in mente a Massimo Grillo e alla sua creatura “Oltrecittà”, nei primissimi anni duemila. Viene costituito il “Consorzio Universitario Campus Bio-Medico di Marsala” i cui componenti sono l’Asl di Trapani (ora Asp), il Comune di Marsala e il “Comitato promotore di un Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia Campus Bio-Medico di Marsala” presieduto proprio da Grillo a quei tempi.
Adesso il Comune di Marsala vuole uscire da quel consorzio. L'amministrazione comunale ha deliberato la volontà di recedere dal Consorzio, visto che non ci sono attività poste in essere. E qualche giorno fa il consiglio comunale ha bocciato tutto. Il Comune non si muove, resta nel consorzio, anche se deve cacciare soldi. Perchè nel frattempo il consorzio Campus ha accumulato, al 31 dicembre 2017, perdite per 74 mila euro, di questi 34 mila deve sborsarli il Comune di Marsala, in proporzione alla sua quota. Ma se non ha svolto nessuna attività che perdite ci sono state? Costi di funzionamento, dicono. Meglio chiamarli costi di non funzionamento. In consiglio comunale si è dibattuto molto sul Campus, sugli anni “splendenti” in cui piovevano soldi in città per realizzar opere che poi restavano inutilizzate. In tutto ciò l'Asp se n'è già uscita dal consorzio e ha ottenuto la struttura dal Comune. Tecnicamente era quello che gli spettava, visto che la struttura sorge su terreni dell'Asp. Dicevamo che il consiglio ha bocciato la proposta dell'amministrazione di recedere dal consorzio, di chiudere quella storia. Il comune resta nel consorzio del Campus, assieme ai privati, al momento, in attesa che qualcosa accada. Il dibattito però è stato molto acceso, perchè il consiglio si è spaccato sul consorzio, tra favorevoli al recesso e contrari c'è stato un solo voto di differenza.
Le stesse commissioni si erano espresse contrarie all'uscita dal Consorzio. “Volontà di recesso sembra essere più politica che tecnica- ha detto in aula il presidente della commissione Bilancio Vito Cimiotta – è ancora possibile riprendere l'iniziativa del Campus e con l'uscita dell'asp l'unico soggetto privato non potrebbe continuare l'attività”.
Anche la commissione Affari Generali si è detta contraria al recesso del Comune dal Consorzio. Ginetta Ingrassia Spiega che “la delibera era troppo scarna, che è emersa la volontà di tirarsi fuori per motivi economici”. Ingrassia parla prima che venga fuori il discorso del bilancio in perdita e per lei 6 mila euro di costi da affrontare non sono molti per mantenere in vita un consorzio: “Il sindaco riveda la sua posizione, è indispensabile che il Campus funzioni”.
E' proprio il sindaco Alberto Di Girolamo a dire in aula la posizione dell'amministrazione e cosa l'ha portata a voler staccare la spina. Per il sindaco di Marsala l'idea del Campus così com'era nata oltre 15 anni fa non funziona più: “Tanti anni fa poteva avere un significato. L'Asp se n'è uscita dal Consorzio e le leggi sono cambiate”. Che si fa allora? Di Girolamo è favorevole che “in periferia ci siano corsi che si potrebbero fare con il concorso dell'Università di Palermo e dell'Asp. Il Campus come era stato pensato è completamente avulso rispetto all'Università di Palermo. Sto facendo di tutto per salvare la facoltà di Viticoltura a Marsala, e sono favorevole a parlare con il rettore dell'Università di Palermo e quindi con il Polo di Trapani per istituire corsi a Marsala, anche in quella struttura”. Ma il Campus come era stato pensato non va più bene. Anche perchè, dice il sindaco, “il Campus prevede costi”.

Difende il Campus e il mantenimento del Comune all'interno del Consorzio, invece, il consigliere Pino Milazzo, che oltre ad essere vicino a Massimo Grillo è stato assessore ai Lavori Pubblici quando è stata realizzata la struttura. “Presi di petto quel finanziamento che giacevano nelle casse del Comune e avviammo l'opera che è stata realizzata senza nessun problema. Poi per diatribe politiche l'allora sindaco Adamo ha deciso di non affidare mai quell'immobile. In questo arco di tempo le leggi sono cambiate e l'Asp non può più fare formazione. Posso capire che l'Asp si tira fuori, ma la struttura l'abbiao realizzata noi come Comune, e non possiamo dire arrivederci, ce ne usciamo”. Il Comune però non è proprietario della struttura. “Ma non possiamo regalare una cosa dove noi abbiamo lavorato, se ce ne usciamo non possiamo più rivendicare nulla. Siamo soci del Polo universitario di Trapani, diamo dei soldi, perchè non parlare con loro per realizzare qualcosa?” , aggiunge Milazzo.
Nel frattempo Flavio Coppola si è chiesto se sia stato fatto un tentativo, in questi anni, con l'Università di Palermo. Anche Coppola non è d'accordo ad uscire dal Consorzio:”Io non me la sento di cassare un progetto realizzato dopo tanti anni”.
Spiega i motivi per cui è stato prima ceduta la struttura all'Asp e poi sottoscritta la volontà di recedere dal Consorzio del Campus Biomedico il dirigente del Comune Filippo Angileri.

Spiega che le amministrazioni pubbliche non possono né direttamente né indirettamente costituire o partecipare in società che hanno per oggetto beni e servizi non strettamente necessarie al funzionamento dall'ente. I Comuni che avevano delle partecipazioni a società dovevano liberarsene, dice la legge. “Ci sono state perdite per il non funzionamento del Campus, c'è un collegio sindacale, delle spese di mantenimento, e costi accumulati negli anni. Il consorzio non è stato posto in liquidazione, nonostante il fondo non coprisse più i costi. Fino al 2019 non c'è un piano per il lancio del Campus”. Angileri spiega che sono arrivate delle diffide per pagare delle spese da parte dei creditori che potrebbero anche rivolgersi al Comune. Sono questi i motivi economici, i costi. Sono i 74 mila euro di perdite accumulate dal consorzio, che ha chiesto al Comune 34 mila euro.
Un bel pasticcio. Secondo Michele Gandolfo e Daniele Nuccio proprio per questo bisogna uscire dal consorzio del Campus. “Non c'è niente da fare, bisognava avviare il Campus anni fa, ma adesso bisogna uscirsene” dicono i due consiglieri.
Succede però che il consiglio comunale decide di mantenere ancora la partecipazione al Consorzio del Campus Biomedico. Di restare nella società mista, con i privati. Decidono che non è ancora il momento di staccare la spina al Campus voluto da Massimo Grillo.