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14/04/2019 08:42:00

Marsala: muore per un ascesso dentale mal curato. Chiesto processo per i medici

 Ci sono sviluppi nel caso di Massimiliano Pace, raccontato da Tp24.it.  L'uomo, 48 anni, di Marsala, è morto il 10 aprile di due anni fa all'Ospedale Civico di Palermo, dove era stato ricoverato in Rianimazione con l'elisoccorso dall'ospedale di Trapani per un ascesso che si era trasformato in una grave setticemia. La pm Giulia Beux della Procura di Palermo ha chiuso le indagini a carico di alcuni sanitari che hanno preso in cura l'uomo, che ha lasciato un figlio di 14 anni, e, come apprende l'Adnkronos, si avvia a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati, accusati di omicidio colposo.

E' il 24 marzo e Massimiliano Antonio Carlo Pace, affetto da un ascesso dentale, si reca al Pronto soccorso dell'ospedale 'Paolo Borsellino' di Marsala dopo una cura prescritta dal medico di famiglia che non aveva dato esito. In quella sede viene visitato e dimesso con una terapia medica e una richiesta di un ulteriore controllo per il 29 marzo. Ma due giorni dopo, il 26 marzo, Massimiliano Pace, che non migliora, va nuovamente in ospedale con la febbre a 39 e una tumefazione sottomandibolare. Altra visita, con radiografie, e successive dimissioni.

Passano altri due giorni, e il 28 marzo, Massimiliano Pace, le cui condizioni di salute sono ulteriormente peggiorate, torna in ospedale a causa del persistere della febbre alta. I medici lo dirottano verso l'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani per ulteriori esami, dove arriva con difficoltà respiratorie, sempre più debole, e febbre altissima. Ha anche un edema. Qui, i medici si accorgono che le piastrine sono bassissime. Altro emocromo. Che conferma un serio problema piastrinico. La febbre intanto sale a 40 e mezzo.

"L'otorino si rende conto che la situazione è brutta e cominciano a fare ulteriori cure antibiotiche, l'indomani mattina mio fratello viene trasportato in terapia intensiva poi trasportato in elisoccorso, all'ospedale Civico, ma è già in setticemia e choc settico", racconta Gianluca Pace. Al Civico di Palermo viene ricoverato in Rianimazione. Di notte viene sottoposto a un intervento chirurgico e il 3 aprile altro intervento. Il 10 aprile, dopo altri giorni trascorsi soffrendo e con la febbre alta, Massimiliano muore. Nel linguaggio crudo medico il Pace è morto per "Fascite necrotizzante odontogena con mediastinite. Shock settico. Mofs".

I parenti di Massimiliano Pace non si rassegnano alla morte del congiunto e presentano una denuncia-querela. Viene così aperta una inchiesta, giunta adesso alla chiusura.

I familiari della vittima si rivolgono a un perito, il professor Alfredo M. Pennica, che nella sua relazione, dopo avere spiegato quanto accaduto, cartella clinica alla mano, scrive: "Nei confronti dei Sanitari del Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero 'Paolo Borsellino' che ebbero in cura il Signor Pace, si ravvisano le seguenti censure: mancato riconoscimento della gravità del quadro clinico infettivo in occasione del primo accesso in Pronto Soccorso in data 24.3.2017 per ascesso dentario e disfagia in paziente già in terapia antibiotica e cortisonica; mancato riconoscimento dell’evoluzione settica del quadro clinico in occasione del secondo accesso in Pronto Soccorso in data 26.3.2017 per febbre e tumefazione sottomandibolare; ritardo nella prescrizione di un’adeguata terapia antibiotica empirica per via parenterale in data 26.3.2017 nonostante l’evidente evoluzione settica del quadro clinico; ritardo nella prescrizione di un’adeguata terapia antibiotica empirica per via parenterale in data 28.3.2017 in attesa che il paziente venisse trasferito presso il Presidio Ospedaliero S.Antonio Abate di Trapani".

E aggiunge: "Giova infine sottolineare come la condotta dei Sanitari del Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero Paolo Borsellino di Marsala - Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani – Distretto Ospedaliero TP2 sia stata stigmatizzata anche dal medico di accettazione del Reparto del Presidio Ospedaliero S.Antonio Abate di Trapani presso il quale il paziente venne trasferito, come si evince dalla lettura del diario clinico riportato nella presente relazione".