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14/04/2017 06:00:00

"Così ho visto mio fratello morire per un mal di denti". Marsala, la storia di Pace

 Si chiamano Pace questi due fratelli, e pace ce ne vuole davvero a raccontare questa storia, senza farsi prendere dalla voglia, umana di spaccare tutto. Perchè comunque quello che è successo, a Marsala, ha del pazzesco. Massimiliano Pace, classe 1964,  è morto per una setticemia causata da un mal di denti, un ascesso, non curato. Il fratello Gianluca lo ha assistito in tutto questo travaglio, ed è lui a raccontare a Tp24.it la storia.

"Tutto è cominciato un venerdì mattina - racconta -. Io e mio fratello lavoriamo insieme nel mio studio di consulenza, e lui accusava un forte mal di denti, non si sentiva bene. Voleva andare dal dentista, e io gli ho suggerito di andare dall'odontoiatra che mi ha in cura, la dottoressa Antonella Pisciotta". Secondo quanto racconta Pace, e quanto ha anche raccontato in una circostanziata denuncia, la dottoressa Pisciotta si accorge subito dell'infezione: "Non gli ha fatto quasi aprire bocca, ci ha detto soltanto: qui si deve incidere, io in ambulatorio non posso farlo". E così i due vengono inviati al Pronto Soccorso di Marsala, per compiere l'operazione. 

"Al Pronto Soccorso di Marsala vengono effettuati controlli vari, vengono fatte anche le analisi del sangue a mio fratello - racconta Pace - poi l'otorino prescrive una cura antibiotica". Venerdì sera, Massimiliano Pace è dimesso. "Sabato mattina, però, stava ancora male - ricorda Pace - e così abbiamo deciso di andare di nuovo al pronto soccoro dell'ospedale di Marsala". E' la seconda volta in ventiquattro ore che i due fratelli vanno al pronto soccorso. Il codice  del triage per Massimiliano Pace è verde. Si fanno altre analisi, ancora i valori sanguigni, "addirittura - ricorda Pace - un medico propone di fare una Tac allo stomaco, ma io sono contrario, perchè spiego loro che tutto nasce dall'ascesso in bocca". Alle 17 Massimiliano è dimesso.

Ma non sta bene. La domenica è agitata, con febbre e debolezza. Lunedì mattina Gianluca Pace vedendo che suo fratello ha ancora la febbre e non può ormai nemmeno uscire di casa, chiama un medico a casa per un consulto. Nuove analisi del sangue, e un dato che balza agli occhi: le piastrine sono a scese 14.000, un dato preoccupantissimo. C'è un'infezione in corso e c'è il rischio di un'emorragia. "Li ho capito che mio fratello poteva davvero morire" racconta Gianluca Pace, che porta Massimiliano al pronto soccorso. E' martedì pomeriggio. Arrivati al "Paolo Borsellino", però, Pace viene ancora una volta curato con delle flebo. La tensione è altissima. "Sono anche volate parole grosse, perchè mi sembrava che non si stesse facendo il necessario". Dopo le insistenze dei familiari, alle 23 viene deciso il trasferimento in ambulanza a Trapani di Pace, nel reparto di otorinolaringoiatria. "Quando il medico lo ha visitato - racconta il fratello - si è messo le mani in testa". Si rende necessaria addirittura un'operazione per rimuovere l'infezione che ormai ha invaso il torace. Alle cinque in elisoccorso Pace viene trasferito all'Ospedale Civico di Palermo. Dopo due ore di intervento, è in rianimazione in condizioni disperate. Muore dopo 12 giorni di agonia. Lascia un figlio di 15 anni.

"Se ognuno avesse fatto il suo dovere sin dall'iniziio penso che mio fratello sarebbe ancora vivo - commenta Gianluca Pace - non è pensabile che si possa morire così nel 2017. Ecco perchè ho fatto denuncia. Perchè venga fatta giustizia e accertate le responsabilità, ma anche perchè certe cose non accadano mai più".