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01/06/2019 06:00:00

La Lega getta la maschera e fa chiudere la tonnara di Favignana

 La Lega getta la maschera. Ha fatto incetta di voti anche in Sicilia con il copione recitato da Salvini di "prima gli italiani" e la caccia al diverso. Ma l'anima settentrionale della Lega è più che viva che mai. E così in un colpo sono state quasi azzerate le quote tonno per Favignana, dopo i tanti sacrifici che erano stati fatti per riportare sull'isola la pesca del tonno. Autore di questo colpo per l'immagine della pesca in provincia di Trapani è il Sottosegretario leghista Manzato.

"Ha gettato la maschera mostrando il reale volto del suo Partito, a cominciare da quello del suo leader, Matteo Salvini, considerando il Sud come terra di conquista, da depredare e sfruttare all'occasione. La cosa si sta verificando puntualmente con la Tonnara di Favignana, a rischio chiusura a causa della ridicola ripartizione delle quote Tonno, umiliante per un'Isola come la nostra. Evidentemente lo 'Stronzo' della Lega non era solo uno". Così il deputato di Forza Italia all'Assemblea Regionale Siciliana, Michele Mancuso.

La «Nino Castiglione», la storica azienda trapanese a cui è stata è stata affidata l'attività dell'impianto, ha comunicato alla Capitaneria di Porto il ritiro delle reti dal mare. La notizia, diffusa ieri dall'Assessore regionale all'agricoltura Edy Bandiera è arrivata nella stessa giornata in cui il Mipaaft, con decreto ministeriale, ha assegnato le quote individuali di cattura di tonno rosso tra i cinque impianti di tonnare fisse presenti in Italia. Un provvedimento annunciato dal Roma come «assolutamente innovativo e fortemente atteso dal settore», e in teoria positivo per Favignana che, finora, era stata costretta a competere con la tonnara sarda di Cala Vinagra, visto che la soglia massima di cattura da raggiungere per entrambe, pari a 85 tonnellate sulle già esigue 364 a disposizione per tutti i cinque impianti, era indivisibile. Il guaio è che la quota individuale assegnata adesso alla Sicilia è pari a 14 tonnellate: un tetto bassissimo, se si considerano le spese necessarie per sostenere i mezzi e il personale della tonnara.

A dir poco amareggiato Edy Bandiera, che ha già chiesto «il ritiro immediato e la modifica di questo decreto, e una ripartizione in armonia con il regolamento comunitario, che, a chiare lettere, parla di un'assegnazione di quote tale da rendere sostenibile, dal punto di vista economico finanziario, l'attività di pesca della tonnara». Diversamente, sottolinea l'assessore, «non escludiamo ogni iniziativa utile a tutela del settore della pesca siciliana».

E al sottosegretario Franco Manzato, che ha firmato il decreto con «l'intento di dare stimolo di crescita a questo settore», Bandiera risponde ricordando che «con questa iniqua ripartizione, di fatto, a fronte di annunci e proclami più volte ribaditi da esponenti del governo nazionale in terra di Sicilia, il ministero sta condannando la tonnara di Favignana a chiudere immediatamente i battenti».