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08/06/2019 06:00:00

Trapani, la crisi del Serraino Vulpitta. I lavoratori senza stipendio da novembre del 2018

La situazione di 11 lavoratori del Serraino Vulpitta è sempre più critica. L’Ipab di Trapani è stato chiuso, gli ospiti di questa struttura sono stati spostati e i dipendenti sono rimasti senza lavoro e attendono ancora di ricevere tredici mensilità e il pagamento dei contributi. Ne parliamo con Nicola Del Serro di Soggetto Giuridico e un dipendente del Serraino Vulpitta. Del Serro qual è la situazione e come si è arrivati a questo punto?

Nicola Del Serro: “Quella del Serraino Vulpitta è da parecchi anni una situazione critica. Siamo arrivati ad un punto tale che non essendoci più l’intervento della Regione per pianificare i bilanci, cosa che avveniva con la legge 71, ci siamo trovati in grosse difficoltà con i dipendenti, che è bene ricordare, sono a tutti gli effetti, dipendenti del Comune, con contratto nazionale di lavoro degli enti locali. Qualcuno si dovrebbe interessare di questi lavoratori, in primis la Regione che mantiene il cappello sulle proprietà, ma dei lavoratori non si interessa. Poi il Comune e la Prefettura. Noi chiediamo un incontro urgente con il sindaco di Trapani, con il Prefetto e con il commissario straordinario dell’istituto. Giorni fa è partita una lettera che vuole fare una convenzione con questi lavoratori che non sarebbero più 11 perché, alcuni vanno in mobilità altri in pensione e alla fine sono sei dipendenti, di cui cinque di categoria B e uno di categoria A.  Si tratta di sei lavoratori e di somme irrisorie al mese, per un impegno a part time, in attesa che si possa trovare una soluzione a lungo termine. Ad oggi, nonostante la nostra richiesta si partita il giorno 9 di maggio non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Ricordiamo che alcuni di questi lavoratori hanno minacciato di fare gesti estremi. Sono circa 8mila euro al mese compresi i contributi".

Nicola Del Serro ha preso le difese dei lavoratori dell’ipab. Abbiamo chiesto direttamente ad un lavoratore: da quando vivete questa situazione?

Lavoratore Serraino Vulpitta: Noi viviamo questo disagio dal dicembre del 2012, con i ritardi nei pagamenti degli stipendi. Ora da novembre 2018 siamo senza stipendi e senza contributi. Se la Regione non prende in mano la situazione e non se ne vuole interessare, perché il sindaco Tranchida non ci risponde, visto che c’è la convenzione con il Comune.

Gli ospiti della struttura sono stati trasferiti. Voi continuate ad andare a lavoro anche se non ci sono più gli anziani da accudire?

Lavoratore Vulpitta: noi andiamo a lavoro, o di mattina o di pomeriggio, altrimenti saremmo inadempienti. Andiamo a lavoro anche se non abbiamo niente da fare ma non ci danno lo stipendio.

Nicola del Serro: mi chiedo dov’è l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Trapani. L’amministrazione comuale è sorda. Qui c’è gente che ha minacciato di uccidersi. Io faccio un appello per loro, siamo speranzosi che qualcuno lo accolga. Questi lavoratori potrebbero essere assorbiti e andare ad aiutare il Comune che ha carenza di dipendenti.

Come potrebbero essere inseriti nella macchina amministrativa del Comune?

Del Serro: potrebbero essere utilizzati come bidelli a scuola, come commessi, come guardiani alla Villa Comunale. C’è una carenza organica del Comune che si accentuerà con quota 100. Noi parliamo e proponiamo una convenzione anche a part time per dare un po’ di ristoro economico a questi sei lavoratori, perché due sono in ospedale in attesa di stabilizzazione, e tre andranno in pensione il primo di agosto. Aiutiamo questi lavoratori che da mesi non pagano affitto, non pagano bollette e non sanno come affrontare la giornata non si parla di arrivare a fine mese.

Lavoratore Vulpitta: volevo sono ricordare che nel corso dell’incontro tra il sindaco e il Commissario Fiorella, che gli comunicava la chiusura del Serraino Vulpitta e il trasferimento degli anziani, il sindaco disse che sapeva già dove sistemare i lavoratori.

Del Serro: volevo, infine, dire che il Serraino Vulpitta è l’unica struttura pubblica, che bisognerebbe lottare tutti assieme per farla riaprire. Noi chiediamo che gli anziani tornino all’istituto per farlo ripartire e ridare il lavoro a questi lavoratori.