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06/07/2019 10:13:00

Arrestato mentre intascava la tangente il presidente di un centro diagnostico in Sicilia

Sorpreso a intascare una mazzetta da 56 mila euro, è stato arrestato il presidente di un consorzio diagnostico in Sicilia. 
In manette con l'accusa di estorsione l'avvocato Nicolò Ippolito, 65enne di Racalmuto, presidente del Gruppo diagnostico mediterraneo scarl. I soldi sarebbero serviti per concedere il nulla osta sul passaggio di un laboratorio a un altro consorzio.

Non voleva che sul territorio palermitano nascessero nuovi consorzi di diagnostica medica. Per questo Nicolò Ippolito, 65 anni avvocato di Racalmuto in provincia di Agrigento, presidente del Gruppo Mediterraneo con sede legale a Palermo in via Pipitone Federico, ha estorto 56 mila euro ad un imprenditore per rilasciare il nulla osta ad un laboratorio (appena acquistato dalla vittima) con cui trasferirsi in un altro consorzio.

La guardia di finanza, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla procura di Palermo, ha arrestato Ippolito in flagranza del reato di estorsione in danno di un imprenditore, presidente di altro consorzio operante nel medesimo settore. La vittima si era rivolta alla Guardia di Finanza dopo che la società da lui rappresentata aveva rilevato nel dicembre del 2018 un laboratorio di analisi operante in Caltavuturo (Pa), originariamente aggregato al consorzio dell'estorsore. Quest'ultimo aveva negato il rilascio del previsto "nulla osta" alla fuoriuscita del laboratorio e al suo subentro nel nuovo soggetto giuridico.

Tale assenso e' previsto dalla normativa regionale per il corretto funzionamento del sistema laboratoristico regionale, soprattutto allo scopo di individuare il budget assegnato a ciascun consorziato che transita presso altro soggetto, nonchè per favorire l'aggregazione dei piccoli laboratori in soggetti più strutturati.

Nel corso delle indagini con intercettazioni telefoniche ed ambientali, è emerso che l'arrestato, operando all'insaputa degli altri membri del consiglio di amministrazione, mediante continue e reiterate minacce più o meno esplicite, ha costretto la vittima a corrispondere indebitamente 56mila euro.

La replica: "Noi danneggiati e offesi"

Il nulla osta non è mai stato chiesto da Karol a Gdm - si difende Ippolito -. La cifra era solo un ristoro dei danni subiti dal Consorzio visto che Karol ha eseguito illegittimamente gli esami altrove e senza autorizzazione. Sono stati l'Asp e l'assessorato a negare i pagamenti a Karol per gli esami che non avrebbe dovuto e potuto effettuare in mancanza di autorizzazione. Dal primo gennaio Karol ha eseguito l'attività abusivamente. Ribadisco che il nulla osta non è mai stato chiesto al Consorzio - prosegue Ippolito - che altrimenti lo avrebbe rilasciato come previsto dalla legge e come avvenuto in altre circostanze. Hanno fatto apparire la situazione come un'estorsione, ma si trattava di soldi che il Gdm doveva ricevere anche per delle spese legali nei giudizi che hanno visto Karol soccombere e per un decreto ingiuntivo mai onorato da Karol. L'assegno era intestato al Consorzio, di cui ho sempre difeso gli interessi. Se il Consorzio è tra i più grandi della Sicilia lo è in virtù della trasparenza di gestione. Lo stesso Gip - conclude Ippolito -, e le carte sono a disposizioni di tutti per verificarlo, spiega che non si sono indizi di colpevolezza in ordine alla incolpazione provvisoria contestata dal pm.

 

 



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