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11/07/2019 06:00:00

La "palude" della corruzione a Castellammare. Comincia il processo

 Agevolava sistematicamente amici imprenditori, in cambio si faceva dare dei terreni in cui installare impianti eolici. E’ l’accusa che pende sulla testa dell’ex dirigente del Comune di Castellammare del Golfo, Simone Cusumano, 63 anni. 


Comincia oggi il processo nell'ambito del troncone d'indagine su Castellammare del Golfo scaturito dall'operazione «Palude».
Compariranno davanti al tribunale di Trapani per la prima udienza oltre a Cusumano anche i due imprenditori castellammaresi Antonio e Severino Caleca, di 81 e 47 anni, e l'ingegnere Antonino Stabile, libero professionista al quale Cusumano ha conferito un incarico per i lavori di riqualificazione dell'ufficio comunale.


I primi tre finirono agli arresti domiciliari, ora sono liberi in attesa ovviamente di affrontare il processo. Per Cusumano l'accusa è di corruzione e turbata libertà procedimentale per la scelta del contraente, gli altri tre invece devono rispondere di corruzione. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza Cusumano avrebbe sistematicamente agevolato i due imprenditori, Caleca, titolari di società di costruzione, estrazione di pietre e coltivazione, assegnando appalti pubblici e attraverso l’affidamento diretto di lavori pubblici in somma urgenza. In cambio di questi favori al burocrate sarebbe stato dato un terreno, gratuitamente, per installare due campi eolici. Inoltre, sempre da quanto emerge dalle indagini, i due imprenditori, padre e figlio, nonostante l’irregolarità della posizione contributiva che li avrebbe esclusi da ogni partecipazione ad appalti pubblici, avrebbero ugualmente ottenuto l’aggiudicazione di lavori. E le offerte erano caratterizzate da forti ribassi, poi le varianti in corso d’opera avrebbero consentito il guadagno per gli imprenditori.


Come dicevamo questo è uno dei tronconi dell’indagine che coinvolse anche il capo del Genio Civile di Trapani, Giuseppe Pirrello,
E' accusato di avere utilizzato la sua posizione per trarne vantaggi personali, di aver preso mazzette per facilitare dei collaudi, di aver ricevuto favori da imprenditori amici in cambio di agevolazioni su pratiche e appalti. Il tutto con la collaborazione di ingegneri, geometri, architetti, tecnici compiacenti. E' questa l'accusa che inguaia lui e altre 23 persone. Tra gli indagati anche l'assessore regionale Mimmo Turano, alcamese, che Pirrello sponsorizzava.