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02/09/2019 07:18:00

"Mare Jonio" ancora al largo di Lampedusa. Sbarcano in tre

Mentre a Pozzallo arriva la nave "Cassiopea" con 25 persone, continua la vicenda imbarazzante della "Mare Jonio" al largo di Lampedusa, con le persone a bordo lasciate in balia del maltempo e del mare grosso. Il comandante chiederà di nuovo il permesso di entrare in porto per far sbarcare i migranti, mentre l'Ong italiana "Mediterranea", proprietaria della nave, continua a presentare esposti e denunce. 

Tre dei 34 migranti della Mare Jonio sono stati evacuati da una motovedetta della Guardia costiera per condizioni di salute incompatibili con la permanenza sulla nave.

Al pressing del centrosinistra, con il segretario dem Nicola Zingaretti che è tornato a chiedere una soluzione («il Governo non faccia finta di niente, stiamo parlando di esseri umani»), fa da contraltare la cautela del premier incaricato Giuseppe Conte: «chi sbarca in Italia sbarca in Europa. Detto questo, non sarebbe affatto saggio pensare che non occorra perseguire una politica seria, rigorosa sull'immigrazione». E Salvini cerca di dividere le due forze che stano faticosamente cercando di mettere in piedi un governo. «se il Pd vuole riaprire i porti e far ricominciare il business dell'immigrazione clandestina - dice il titolare del Viminale - lo dica agli italiani».

Al quarto giorno appena fuori dalle acque territoriali italiane la situazione sulla Mare Jonio si fa sempre più insostenibile. Ci sono persone, denuncia Mediterranea, «che hanno patito torture e sofferenze inimmaginabili. Istituzioni italiane, europee, ascoltate il cuore. Fateli Scendere». 

Ed il caso Mare Jonio è entrato prepotentemente nell'agenda dei quotidiani confronti tra M5S e Pd per la formazione del Governo. Vicenda, secondo Zingaretti, «che conferma come in Italia sull'immigrazione bisogna cambiare tutto. Coinvolgere con autorevolezza l'Europa, unire sicurezza, legalità e umanità è possibile». Marina Sereni, della segreteria nazionale Dem, si appella «a chi ha l'autorità e la possibilità affinché, in questa ennesima assurda e disumana vicenda, si faccia prevalere il rispetto della Costituzione, delle leggi e del diritto internazionale e si facciano sbarcare tutte le persone ancora a bordo». Ed informa che il partito sta lavorando «ad un nuovo governo che abbia tra i suoi obiettivi prioritari la modifica dei decreti sicurezza». La leader radicale Emma Bonino, rileva che «malgrado le promesse di discontinuità, sulla vicenda della Mare Jonio e della Alan Kurdi la condotta del presidente del Consiglio e quella dei ministri del M5S Toninelli e Trenta continua a essere uguale a quella di Salvini». Toninelli e Trenta hanno infatti sottoscritto il divieto che il ministro ha firmato per la Alan Kurdi di Sea Eye. Ma, fiutata l'aria, la nave in mattinata ha girato il timone verso Malta. Intanto, in barba ai «porti chiusi», 21 tunisini sono stati rintracciati nella notte a Lampedusa, l'ennesimo sbarco fantasma.

Il governo ha intanto emesso un divieto d’ingresso nelle acque italiane per la nave Alan Kurdi della ong Sea Eye. La Sea Eye ha soccorso sabato sera 13 migranti – di cui 8 bambini – nel tratto di mare fra la Libia e l’Italia. Il divieto è stato emesso sulla base del decreto sicurezza bis. La firma è di Matteo Salvini, le controfirme quelle di Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. La nave ha fatto rotta verso Malta. Quello nei confronti della Alan Kurdi è il secondo divieto emesso in pochi giorni dal governo uscente. Quattro giorni fa ne aveva ricevuto uno la nave Mare Jonio, che aveva a bordo circa 100 migranti, due terzi dei quali (donne e bambini) sono poi stati fatti sbarcare a Lampedusa. Gli altri sono ancora a bordo in attesa di conoscere il loro destino.