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24/09/2019 07:00:00

Corruzione elettorale: per Stefano Pellegrino chiesto il rinvio a giudizio

 La Procura della repubblica di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio, per corruzione elettorale in concorso, per il deputato regionale marsalese di Forza Italia Stefano Pellegrino. Il parlamentare regionale, lo scorso febbraio, ricevette una informazione di garanzia, nell’ambito dell’indagine dei carabinieri “Mafia Bet”, che per associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale ha visto finire in carcere gli imprenditori presunti mafiosi di Campobello di Mazara (Tp) Salvatore “Mario” Giorgi, di 61 anni, e Calogero Jonn Luppino, di 39, zio e nipote, nonché Francesco Catalanotto, di 47, di Castelvetrano, gestore di un centro scommesse a Campobello.

All'on. Pellegrino, comunque, non è stata contestata l'aggravante mafiosa. Il 15 marzo, poi, i carabinieri arrestarono, per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, i campobellesi Giacomo Barbera, di 66 anni, e Paolo De Santo, di 44. Entrambi sono tornati in libertà, ma con divieto di dimora a Campobello di Mazara.

L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì. La prima udienza preliminare davanti al Gup di Palermo Filippo Lo Presti è stata fissata per il 4 novembre.

Secondo l’accusa, Giorgi e Luppino (quest’ultimo definito “re delle scommesse on line” nel Trapanese), alle ultime competizioni regionali (2017), avrebbero procurato voti a Pellegrino distribuendo a famiglie poco abbienti pacchi di generi alimentari.

“Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale – ha dichiarato, ieri, l’on. Pellegrino - Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza e con scrupolosa osservanza delle norme elettorali e delle regole etiche. Del resto, è stata già la stessa accusa a ritenermi estraneo ad ogni contesto di criminalità organizzata. Chi mi conosce sa che mai avrei potuto intrattenere rapporti meno che leciti per ragioni elettorali, né, tantomeno, che avrei potuto vendere la mia stima e il mio decoro per due buste di spesa. La mia storia deontologica, etica e familiare mi rende assolutamente sereno e certo circa la conclusione favorevole del procedimento a mio carico”.

A difendere il parlamentare regionale marsalese sono gli avvocati Luigi Pipitone e Gabriele Pellegrino, che affermano: “Dall’esame degli atti depositati dalla stessa accusa, riteniamo provata l’assoluta estraneità del nostro assistito rispetto al fatto contestatogli. Provvederemo a depositare al Gip di Palermo memoria difensiva con la quale chiederemo che non si faccia luogo al rinvio a giudizio richiesto dal Pm”.

Il rinvio a giudizio è stato, inoltre, chiesto anche per Giorgio Gaspare Luppino, di 66 anni, Maria Tocco, di 38, Antonino Cucuzza, di 45, Paola Maggio, di 38, Calogero Pizzolato, di 40, Gaudenzia Zito, di 50, tutti di Campobello di Mazara, Vito Balsamo, di 39, di Salemi, Antonino Tumbiolo, di 48, di Mazara del Vallo, e Giuseppe Di Stefano, di 82, di Salaparuta.

Tra gli avvocati difensore spicca il nome dell’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia (è il legale dei due Luppino e di Paola Maggio).



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