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02/11/2019 06:00:00

Pelosi nel Cuore, le bufale sulle cagnoline violentate e l’odio per il sud

 “Che dio vi maledica, popoli maligni”, “La solita razza bastarda, gente infame e puzzolente”, “Sicilia paese di incivili, ignoranti, meritate di crepare nella vostra stessa merda”.

Sono solo alcuni delle centinaia di commenti contro la Sicilia e i siciliani, veicolati dalla pagina facebook “Pelosi nel cuore”.

Una fabbrica di “notizie” prevalentemente false o ingigantite, che incita all’odio contro il sud, soprattutto nei confronti della Sicilia e della Sardegna. Il loro messaggio è che soltanto in queste regioni si verificherebbero i peggiori maltrattamenti di animali e che l’unica soluzione per salvarli da quei mostri dei suoi abitanti (se si escludono naturalmente le volontarie locali che hanno stretto con i “pelosi nel cuore” una qualche collaborazione fatta di partenze e staffettiste), sarebbe quella di farli adottare al nord.

 

E nei commenti, l’odio non è rivolto ai soli maltrattatori, ma investe intere comunità, dai campobellesi ai mazaresi fino a tutta la Sicilia e la Sardegna: “Mazara del Vallo, un paese che va sterminato. Umani bastardi dovete morire tutti”,  “La Sicilia non credo sia italiana, nemmeno umana”, “Sicilia e Sardegna, gente di merda, ignoranti”.

Ovviamente non è dato sapere chi sia l’amministratore della pagina, che però sulla diffusione dell’odio è perfettamente in sintonia con la violenza dei commentatori: “Gli insulti – riportiamo letteralmente - servono a far capire che ce chi lotta x loro x dissuadere la gente a far ciò devono essere le istituzioni a cui poco importa di noi e di loro… magari questi insulti che sono lo sfogo della gente arrivino al cuore di chi ha visto ed è rimasto in silenzio dicendo tanto e un. Cane.”

 

Di loro ci eravamo occupati in passato (in questo articolo), quando avevano diffuso la fake news sul canile di Castelvetrano dipinto come un lager, dove gli animali sarebbero stati lasciati morire di fame in mezzo alle loro feci.

E che dire della bufala dell’estate scorsa sul cagnolino che il Mondello Palace hotel di Palermo avrebbe fatto morire di sete. A poco è servita la smentita dell’Oipa del capoluogo, che ha spiegato che il cane è invece morto per un’infezione intestinale, proprio dopo che lo stesso hotel aveva tentato di soccorrerlo. La macchina dell’odio era partita e, secondo il sentire malato dei commentatori più esaltati, quell’hotel avrebbe meritato di chiudere.

La tecnica è sempre la stessa: alcune notizie vere prese qua e là dalla rete, servono a legittimare la credibilità di quelle inventate o ingigantite, fino a convincere i numerosi follower (spesso acritici e molto distanti dai fatti, ma mossi soltanto dall’imperativo emotivo di dare voce a chi non ha voce) perfino dell’esistenza di  pericolosi violentatori di cagnoline in giro per i parchi della propria città.

 

E’ il caso della storia “pelosa nel cuore” di qualche giorno fa: una cagnolina che sarebbe stata violentata fino alla morte da un tizio dentro il parco delle Rimembranze di Castelvetrano.

Una storia completamente distorta, in cui di vero c’era soltanto che la cagnolina si era allontanata dalla sua padrona per circa un quarto d’ora. Dopo essere ritornata, aveva cominciato a sviluppare dei sintomi neurologici che, nel giro di un paio di giorni, nonostante l’intervento veterinario, ne provocarono la morte.

Ma vuoi mettere quante reazioni e quanti commenti può muovere la “certezza” di avere a che fare con uno stupratore di cani che, “potrebbe prendersela anche con noi donne o con i nostri bambini”.

E la solfa è sempre la stessa: “Bastardo, gli farei fare la stessa fine”, “Ma perché nessuno controlla le telecamere che ci sono in giro?”, “Castelvetranesi che si girano dall’altra parte, omertosi, fanno schifo…”.

 

E non è la prima volta.

Nel febbraio scorso toccò a Nuvola. Sparita a Tre Fontane (frazione di Campobello di Mazara) e, sempre secondo “Pelosi nel cuore”, ricomparsa dopo una violenza sessuale da parte di un uomo.

Una volontaria animalista aveva riferito ai vigili urbani che avrebbe sporto denuncia contro ignoti perché la cagnolina sarebbe stata appunto violentata. Ma dalla polizia municipale di Campobello, ci hanno fatto sapere che secondo il referto del veterinario che l’aveva visitata, sull’animale non c’erano segni di violenza sessuale umana.

Insomma, la cause di determinate ferite possono essere davvero tante, ma creare dal nulla la figura del violentatore misterioso, fa tutto un altro effetto, moltiplicando reazioni e commenti (violenti) sulla pagina.

 

Ma chi sono questi di “Pelosi nel cuore”? Chi li informa in modo distorto?

Proprio dal caso di Nuvola, emergono degli elementi.

La cagnolina, come aveva riferito la polizia municipale, stazionava nei pressi della strada 136 Ovest di Tre Fontane, accudita da alcuni volontari.

A quell’indirizzo corrisponde la sede dell’associazione animalista “A…Fido” che collabora col comune di Campobello di Mazara nella lotta al randagismo.

La presidente di “A…Fido” è la signora Rosa Cirrotta che nell’agosto scorso esprimeva la sua solidarietà alla pagina “Pelosi nel cuore” per “i continui attacchi che ricevono per tutelare e difendere i randagi del sud”.

Una difesa impegnata a 360 gradi, in cui però traspare la possibilità che qualcuno fornisca loro delle informazioni distorte. “Purtroppo si sa che le persone cambiano bandiera o per paura o perché sono bugiardi per arrivare ad uno scopo – proseguiva Rosa Cirrotta - Io vi consiglio di non dare retta a nessuno, andate avanti come avete sempre fatto, e se qualche notizia vi arriva distorta, per responsabilità altrui, pazienza”.

Nessuna smentita sul caso di Nuvola quindi.

Anzi, l’attestato di solidarietà si conclude sottolineando il grande aiuto che “Pelosi nel cuore” avrebbe fornito all’associazione “A…Fido”: “Il nostro obiettivo – aggiunge la presidente - è fare andare via da questa terra quanto più cani possibili e voi ci aiutate alla grande, soprattutto con i cani disabili, più bisognosi di aiuto. A chi parla sempre male della pagina, per diversi interessi che non riesco a comprendere, dato che si reputano animalisti, dico solo una sola parola .... Vergogna”.

 

E d’altra parte sarebbe stato imbarazzante dire che a Campobello non esiste alcun violentatore di cani, visto che a fine maggio “Pelosi nel cuore” aveva postato il video dell’adozione della cagnolina in questione, ringraziando la signora Cirrotta che insieme ad altre volontarie “combattono tutti i giorni in una terra che odia gli animali”.

E tra le altre volontarie, nel post di ringraziamento troviamo anche il nome di Liliana Signorello, presidente dell’associazione Laica, a processo per il reato di maltrattamento di animali presso il Tribunale di Marsala, ma che con “A…Fido” e “Pelosi nel cuore” si è occupata di diverse partenze di animali verso il nord Italia e verso la Svizzera.

Nelle scorse settimane, proprio in uno dei rifugi della Signorello sequestrato dai Nas di Palermo nel 2015, un cucciolo era stato sbranato da altri cani adulti (ne abbiamo scritto qui).

Un “incidente” che non impensierì minimamente i pelosi nel cuore che, evidentemente, l’avevano già assolta da ogni responsabilità anche per i fatti del 2015.

 

La realtà è sempre più complessa degli slogan e delle apparenze.

Oggi, per fortuna, i media sembrano aver rinunciato alle notizie acchiappa click di questa pagina.

Che però rimane pericolosa, facendo leva sui sentimenti animalisti e diffondendo odio.

 

Egidio Morici