Trasferimento in vista per parte degli ospiti del Cpr di corso Brunelleschi a Torino dopo l’incendio che domenica notte è stato appiccato da un gruppo di loro. Le fiamme sono state appiccate ad alcuni materassi e hanno coinvolto otto unità abitative, quelle dell’ala “gialla” e “viola” e sono state domate da numerosi mezzi dei vigili del fuoco, subito intervenuti sul posto. Si tratta delle due sezioni che poche ore prima avevano diffuso un comunicato attraverso i siti di area anarchica – che da tempo incitano alla rivolta con lo slogan “fuoco ai Cpr” – annunciando uno sciopero della fame per protestare, tra le altre cose, contro le condizioni della struttura, il cibo che viene servito e i tempi di permanenza per l’identificazione all’assistenza sanitaria, giudicata “inefficiente”.
L’intervento della polizia ha poi riportato la calma ma le fiamme hanno reso inagibile parte delle due sezioni, pari a poco meno della metà di tutto il Centro, con le conseguenti difficoltà per la risistemazione degli ospiti, visto che il Cpr di Torino, che ha una capienza superiore alle 150 persone, è ormai l’unico aperto nel nord Italia. Alcune decine di extracomunitari che erano ospitati nelle unità abitative andate a fuoco, per il momento sono stati ricollocati all’interno di altri moduli del Cpr stesso – ovviamente senza materassi, anche per evitare nuovi roghi – ma si tratta di una soluzione temporanea. Per 24 di loro infatti è già stato deciso il trasferimento aereo al Cpr di Trapani. Una soluzione in accordo con il ministero, preso atto del fatto che non era possibile ripristinare in tempi brevi le unità date alle fiamme. Non è escluso che ulteriori trasferimenti possano essere decisi nei prossimi giorni se la situazione non dovesse tornare alla normalità in breve tempo.
L’incendio ha scatenato la rabbia della parlamentare di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli e del capogruppo di FdI in Regione Piemonte, Maurizio Marrone: «Il Cpr va spostato fuori città. La situazione è insostenibile. Le nostre forze dell’ordine non possono essere abbandonate così. Quella del Cpr è una situazione che obbliga le forze dell’ordine a uno sforzo inaudito e inaccettabile». Un problema sottolineato anche da Pietro Di Lorenzo, segretario provinciale del Siap: «La carenza di personale incide pesantemente. L’unica immediata misura presa è stata quella di aver incrementato il personale del Reparto Mobile, ormai presente in tutte le fasce orarie, ma non è certamente questa la soluzione. Ciò che serve per depotenziare la carica esplosiva all’interno del Cpr è l’investimento, anche economico, per aumentare il personale della Gepsa, ditta incaricata della gestione, e soprattutto dell’ufficio Immigrazione della questura».