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30/11/2019 08:06:00

Marsala, omicidio di Nicoletta. Ecco cosa è accaduto ieri nella prima udienza per Bonetta

 Sarà un processo “lampo” quello che davanti al gup di Marsala vede imputato Carmelo Bonetta, reo confesso dell’omicidio di Nicoletta Indelicato. Avendo, infatti, confessato il delitto, in aula non ci sarà neppure bisogno di ascoltare testimoni.

E così, alla prima udienza, dopo i preliminari di rito (costituzione delle parti, etc.), il processo è stato subito rinviato al 20 dicembre per la “discussione”: requisitoria del pubblico ministero Maria Milia e probabilmente, a seguire, anche l’arringa dell’avvocato difensore Natale Pietrafitta. Nella prima udienza, intanto, a chiedere, ed ottenere, di costituirsi parte civile sono stati i familiari della ragazza uccisa (padre, madre e fratello), rappresentati dagli avvocati Giacomo Frazzitta e Piero Marino.

A chiedere di potersi costituire parte civile sono state anche tre associazioni, due che operano sul fronte della violenza alle donne (Metamorfosi e La Casa di Venere) e una anti-stalking (Stessa Squadra), ma il gup Parrinello, accogliendo le eccezioni sollevate dall’avvocato difensore Natale Pietrafitta, non le ha ammesse. Alle tre associazioni, infatti, non è stato riconosciuto un interesse diretto nella vicenda ai fini del risarcimento danni. Quella anti-stalking, tra l’altro, è stata costituita lo scorso maggio, quindi dopo l’omicidio di Nicoletta, ed inoltre la costituzione di parte civile per omicidio non sarebbe prevista dal suo statuto.

Nella notte tra il 16 e il 17 marzo scorsi, la giovane, 25enne, fu uccisa con dodici coltellate tra i filari di un vigneto di contrada Sant’Onofrio. Poi, il suo corpo fu parzialmente bruciato. Con l’accusa di concorso nel delitto è già sotto processo, davanti la Corte d’assise di Trapani, Margareta Buffa, di 30 anni. Entrambe le ragazze sono di origine romena, adottate quando erano bambine da due famiglie di Marsala. Interrogato dai carabinieri, Carmelo Bonetta confessò di avere ucciso Nicoletta tre giorni dopo il delitto, dichiarando che la Buffa, difesa da Ornella Cialona, è stata sua complice. Il reo confesso ha raccontato agli investigatori di essersi nascosto nel bagagliaio dell’auto con cui Margareta ha portato Nicoletta in contrada Sant’Onofrio. E che poi è saltato fuori, coltello in pugno, quando l’amica si è fermata davanti ad un’antica cappella scavata nella roccia. I carabinieri hanno ricostruiti i movimenti delle due ragazze (prima in un bar del centro storico di Marsala e poi in auto verso l’entroterra) attraverso le immagini di diverse telecamere di impianti di video sorveglianza pubblici e privati.

I due presunti assassini, subito dopo l’omicidio, per sviare le indagini, si sono cambiati d’abito e sono andati a ballare in un locale pubblico di Castelvetrano. E mentre viaggiavano in direzione di quest’ultimo centro, Bonetta avrebbe gettato il coltello con cui ha ucciso Nicoletta nel torrente Mazaro. Dove, poi, lo ha fatto ritrovare ai carabinieri. Anche se la pioggia di quella notte aveva, nel frattempo, cancellato le tracce di sangue.

La svolta nelle indagini arrivò la sera del 19 marzo scorso, quando nella sala d’aspetto della caserma dei carabinieri di Marsala Margareta Buffa disse a Bonetta: “Non si deve trovare il corpo, ok?, capiscimi. Da qui voglio uscire con la mia auto e la mia vita”.

Bonetta, intuendo che nella stanza potesse esserci una microspia, rispose: “Zitta!”. Gli inquirenti, però, affermano di non essere riusciti a focalizzare il movente dell’omicidio.