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07/12/2019 08:00:00

Depistaggio Via d'Amelio, il pm a Scarantino: "Prepariamo la deposizione"

 «Si tenga molto forte perché siamo alla vigilia della deposizione». Sarebbe questo il contenuto di una delle telefonate tra il pm Carmelo Petralia che all'epoca era in servizio alla Procura di Caltanissetta e il falso collaboratore di giustizia, Vincenzo Scarantino. Le trascrizioni di alcune conversazioni telefoniche dell'ex picciotto della Guadagna sono state depositate dai magistrati nisseni, Gabriele Paci e Stefano Luciani, agli atti del processo sul depistaggio delle indagini successive alla strage di via d'Amelio che si celebra a Caltanissetta nei confronti di tre poliziotti Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei accusati di calunnia aggravata. «Contemporaneamente - gli dice il pm - iniziamo un lavoro importantissimo che è quello della sua preparazione alla deposizione al dibattimento».

Le intercettazioni risalgono al periodo in cui il falso pentito era a San Bartolomeo al Mare, in Liguria, tra la fine del 94 e il 95. Scarantino telefonava spesso ai magistrati nisseni. A volte si lamentava della sua condizione di collaboratore e altre volte esprimeva le sue paure, preoccupazioni e frustrazioni. I fascicoli con le trascrizioni sbobinate di recente a Roma dai carabinieri del Racis per conto della Procura di Messina, sono state trasmesse alla Procura di Caltanissetta che li ha depositati al processo sul depistaggio. Agli atti le conversazioni con la pm Annamaria Palma e il pm Carmelo Petralia, che coordinavano l'inchiesta, e che ora sono indagati a Messina con l'accusa di calunnia aggravata per aver manipolato il falso pentito.

Il falso pentito, si definisce non un collaboratore ma «uno spione di questura». In un'altra telefonata Scarantino avrebbe manifestato a Bo la sua volontà di voler ritornare in carcere e il poliziotto, che all'epoca faceva parte del gruppo «Falcone Borsellino» avrebbe preso l'impegno che ne avrebbe parlato con Arnaldo La Barbera, all'epoca capo della Squadra Mobile di Palermo. Carmelo Petralia, attuale procuratore aggiunto di Catania e Annamaria Palma, avvocato generale della Corte d'Appello di Palermo, fecero parte del pool che a Caltanissetta indagò sull'attentato del 19 luglio 1992. Le intercettazioni abbracciano il periodo compreso tra il 22 dicembre 94 e il 9 luglio 95. Sono contenute in 19 bobine ritrovate dopo 24 anni al palazzo di giustizia di Caltanissetta e riversate dal nastro magnetico a un supporto dvd digitale.