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07/12/2019 06:00:00

Villabuona: “Il Pd trapanese sta male. Chi vuole azzerare il partito?"

Valentina Villabuona, il Partito Democratico nonostante gli sforzi non gode di una discreta salute. Nemmeno il commissariamento regionale vi ha dato pace a Trapani?

 

Il Partito Democratico in Sicilia gode di pessima salute ed è inutile che lo nascondiamo. Quando è stato comunicato il commissariamento a chi lo ha accolto come una vittoria ho tentato di spiegare che non sarebbe stata la soluzione e il tempo mi ha dato ragione. Siamo in mezzo ad un tesseramento partito in ritardo e gestito in gran parte online, alla porte sembrerebbe di un congresso, senza che si sia mai avviata una discussione tra gli iscritti, per capire qual è la strada che deve prendere questo partito. Sicuramente l’approccio del commissario, totalmente assente in questa provincia, non ha favorito le cose. Lo stesso Ufficio adesioni che doveva agevolare gli eventi pubblici è stato composto male, con alcune persone che non sono nemmeno residenti in questa provincia ed il risultato è che già un evento pubblico è saltato per l’assenza dei membri dell’ufficio adesioni. E peraltro è mortificante girare per i circoli per controllare il lavoro dei segretari, facendo venire meno quel rapporto di fiducia che è il collante di una comunità.

 

Si è partiti con il tesseramento, in provincia di Trapani chi è a dare le carte?

 

Il problema non è tanto chi dà le carte a mio avviso, ma la strada che si è scelta, che è quella di ridurre drasticamente le iscrizioni, perché azzerando la discussione e imponendo un tesseramento così cervellotico, non è difficile capire quale sarà il risultato. La domanda è perché? Probabilmente perché un partitino piccolo è più facile da controllare e certamente non è contendibile? Il punto è che oggi il problema non è vincere il congresso del Pd, ma vincere nella società e credo che in questo le “sardine” indichino una strada ben chiara, che il Pd siciliano evidentemente non comprende.

 

Tutto cambia per non cambiare nulla? Da cosa o chi dipende?

 

In realtà si potrebbe dire che tutto cambia in peggio, perché in questi anni nella nostra provincia questo partito è stato presente, ha vinto diverse elezioni ed è stato gestito in modo collegiale. Diciamo che dal cortocircuito del congresso di Faraone in poi si è perso il contatto con i circoli, con gli iscritti e si sono sprecate occasioni importanti come le primarie di Zingaretti e l’elezione di Pietro Bartolo, dove per l’ennesima volta il popolo del centro sinistra ci aveva dato fiducia. Penso dipende dalla mancanza di coraggio di aprire le porte e creare le condizioni affinché le persone si iscrivano e partecipino alla vita del Pd. È chiaro che se apri le porte rischi, metti in discussione i tuoi punti di riferimento, ma certamente contribuisci a rigenerare un partito che al momento è fermo, non ha una dimensione pubblica nel dibattito regionale e nella maggior parte dei comuni. È probabilmente che si preferiscano le piazze piene e i circoli vuoti, ma non mi pare una buona idea.

 

Non è un partito per democratici, verrebbe da dire, è più facile restare dentro e lottare o abbandonare il campo?

 

Posso dire senza timore di essere smentita che oggi nel Partito Democratico non è semplice nemmeno fare la tessera. Tuttavia, io credo che dobbiamo lavorare tutti per riportare la politica nei partiti, perché non bastano le associazioni che pure fanno tanto e Punto Dritto è un esempio in questo, perché quando i partiti sono deboli qualcuno chiede i pieni poteri. È chiaro però che per fare questo servono percorsi unitari veri, dove tutti si sentono rappresentati e sono partecipi delle scelte. In un momento così difficile, l’esigenza era quella di lanciare assemblee in tutti i circoli, ascoltare le persone e avviare un vero tesseramento. Imitare i metodi della Casaleggio non mi pare che rappresenti la nostra cultura ed è proprio la mancanza di presenza nel territorio e la semplificazione dei messaggi che ha aperto la strada anche nella nostra provincia ai populismi. La politica è complessità e per quanto possa essere difficile oggi stare nel Pd, io sono convinta che valga la pena creare uno spazio in questo partito con quanti credono in un partito aperto, presente nei territori e che sappia fare rete con quel civismo bello che sta attecchendo in Italia.