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28/12/2019 07:00:00

Immigrazione, sbarchi dimezzati nel giro di un anno

 Sbarchi dimezzati nel giro di un anno, anche se i viaggi nel Mediterraneo non si fermano mai, neanche in inverno, sotto Natale, in condizioni meteomarine proibitive. È quanto emerge dagli ultimi dati sul flusso migratorio in Italia elaborati dal dipartimento della Pubblica sicurezza del Viminale, che nel «Cruscotto statistico» di dicembre mette a confronto l'ultimo triennio di arrivi, evidenziando che nel 2019 i migranti giunti nel Belpaese sono stati in tutto 11.439, ovvero il 50,72% in meno rispetto ai 23.210 sbarcati nel 2018.

Il calo risulta ancor più evidente se si prende in esame l'andamento del 2017, quando le persone arrivate via mare furono 118.914, il 90,38% in più rispetto a quest'anno. Ma a diminuire è anche il numero di minori stranieri non accompagnati: nel 2019 circa 1.600, meno della metà del 2018 e quasi dieci volte di meno sul 2017. Quanto alle nazionalità dichiarate al momento dello sbarco, quest'anno la maggioranza dei migranti (il 23%) risulta di origine tunisina, seguono gli arrivi da Pakistan e Costa d'Avorio, rispettivamente al 10%, Algeria e Iraq (9%), Bangladesh (5%), Iran e Sudan (4%), Guinea (3%) e Marocco (2%).

Confrontando mese per mese i dati dell'ultimo biennio, il calo degli sbarchi diventa più evidente nel primo semestre del 2019, durante la politica dei porti chiusi seguita dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, attualmente indagato per sequestro di persona in merito alla vicenda della Gregoretti - la nave della Guardia costiera italiana trattenuta per diversi giorni in mare con 131 migranti a bordo prima dell'approdo ad Augusta. Complice il riacutizzarsi della crisi libica, gli arrivi sono invece aumentati dopo l'insediamento del Conte bis e le richieste di discontinuità nella gestione del flusso migratorio avanzate al nuovo governo da parte del Pd.

A settembre 2019 sono infatti sbarcati 2.948 migranti, circa 1.550 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, mentre nello scorso ottobre risulta un incremento di mille persone sul 2018. Più lieve la crescita registrata a novembre e nel mese ancora in corso, durante il quale, finora, sono sbarcati in Italia 557 migranti, 200 in più rispetto a dicembre 2018. Va anche ricordato, però, che la decisione di concedere il via libera all'ingresso delle navi nei porti italiani è stata presa dall'esecutivo giallorosso dopo aver chiuso l'intesa de La Valletta, siglata a settembre insieme a Malta, Germania e Francia: un accordo che prevede il ricollocamento dei richiedenti asilo e il trasferimento entro un mese dall'approdo. Difatti, se durante la gestione Salvini la redistribuzione aveva riguardato 85 richiedenti asilo, con l'arrivo del nuovo governo sono stati inviati negli altri Paesi che hanno deciso di aderire all'intesa 196 stranieri, quasi 50 al mese.

Negli ultimi mesi è salito anche il numero dei rimpatri forzati: al 15 dicembre 2019 sono stati 6.986, al 23 dicembre 2018 erano 6.820. Il patto di Malta funziona però su base volontaria, non è un accordo Ue e non chiama in causa né i Paesi chiave nel flusso migratorio via mare, come Spagna e Grecia, né i Paesi dell'Est Europa, che finora si sono opposti con forza ai ricollocamenti obbligatori dei migranti approdati sulle coste italiane.