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25/03/2020 16:26:00

L'odissea di Gianna e Giuseppe per arrivare a Marsala: "Trattati come bestie"

"Siamo senza cibo, acqua, servizi essenziali, riscaldamento ormai da 24 ore. Neanche le bestie si trattano così. Per la prima volta nella nostra vita ci stiamo vergognando di essere italiani".

 Il loro rientro in Sicilia è diventato una odissea.

Da 26 ore, Gianna Simonte e il marito Giuseppe Morana – lei di Valderice, lui di Marsala – sono fermi a Villa San Giovanni. Da lì non si passa. L’Isola è chiusa.

“Siamo allo stremo – dice Gianna – ci hanno lasciati all’addiaccio, non abbiamo né acqua né cibo e per andare in bagno dobbiamo pagare. Il nostro non è uno spostamento da un comune all’altro. Veniamo dal mare, il nostro è un rimpatrio”.

Gianna e Giuseppe sono sbarcati dalla nave da crociera Costa Pacifica dove hanno lavorato per sei mesi. Scaduto il contratto, il rientro a casa. La polizia ferroviaria ha permesso alla coppia di partire, in treno, da Roma, con l’autocertificazione. Giunti in Calabria marito e moglie, però, sono rimasti bloccati, assieme ad altre persone. “Siamo partiti sani – afferma Gianna – e ora rischiamo di ammalarci, qui ci sono sei gradi. Nessuno ci dice niente, non sappiamo cosa ci aspetterà nelle prossime ore, sappiamo solo che così non possiamo reggere”.