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18/05/2020 18:00:00

Coronavirus e crisi, tenere alta la guardia contro la mafia. Lo dobbiamo a Giovanni Falcone

Il 23 maggio sono 28 anni senza Giovanni Falcone. Giovanni era nato il 18 maggio, (stessa data di Giovanni Paolo II, ricorrono i 100 anni della nascita), del 1939 nel quartiere della Kalsa, lo stesso del suo amico fraterno e fino "alla morte" Paolo Borsellino, e del boss mafioso e primo pentito di mafia che proprio a Giovanni affidò le sue "rivelazioni", Tommaso Buscetta.

Alle ore 17.57 Giovanni Brusca azionò il telecomando che uccise oltre Giovanni, sua moglie anch'essa magistrato Francesco Morvillo e tre uomini della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Sopravvissero gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Angelo Corbo e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza, ci furono altri 19 feriti.

Dopo 57 giorni fu ucciso Paolo Borsellino, unitamente a 5 agenti della scorta, tra cui una donna. Giovanni fece in tempo a vedere la nascita della sua "creatura", la Direzione Nazionale Antimafia e della figura del superprocuratore della stessa, carica a cui lui si era candidato, alla quale gli era stato preferito Agostino Cordova. In questi 5 lustri e tre anni, acqua ne è passata sotto i ponti. La nomina a superprocuratore di Siclari, dopo la morte di Giovanni perché finalmente una parte della magistratura aveva compreso o per opportunismo? Le vere ragioni che muoveva l'operato di Giovanni non opto' piu per Cordova, con acceso risentimento dello stesso. L'arresto e la morte di Toto' Riina, Bernardo Provenzano, si attende la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro. Giovanni avrebbe fatto da uomo delle istituzioni volentieri a meno della polemica di questi giorni tra Di Matteo e Bonafede e l'averlo "tirato per la giacca". Giovanni amava asserire che: la mafia è un fenomeno umano e come tale ha avuto inizio avrà una fine. L'insegnamento che ci ha lasciato è che la mafia può, deve essere sconfitta.

Che la guardia va tenuta alta sempre. I soldi sono la "ratio" della stessa è quello il vero terreno di lotta, Giovanni lo aveva compreso da subito. La stagione delle stragi ad oggi è terminata. Ma il "core business" è sempre identico e "picciuli", per tutte le mafie. Giovanni era avanti, l'essersi speso per la creazione della DNA lo ha confermato, e dopo il Coronavirus sarà fondamentale per continuare la lotta. Il disastro economico conseguente al virus sarà terreno fertile in cui le mafie getteranno i propri semi. Guardia alta lo dobbiamo a Giovanni a noi stessi e ai nostri figli. Un abbraccio Giovanni.


Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-06-14 02:00:00
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