Quantcast
×
 
 
06/06/2020 07:21:00

Trapani, la rivolta dei ristoratori dopo il servizio di "Diritto e rovescio"

I ristoratori di Trapani non ci stanno e dopo il servizio trasmesso, giovedì sera, su Rete 4, hanno inviato una “nota di dissociazione” alla direzione di Dritto e Rovescio.

“Come operatori del settore della ristorazione, ma anche come cittadini – puntualizzano – ci sentiamo profondamente indignati e dispiaciuti allo stesso tempo, per le dichiarazioni rilasciate da alcuni, per fortuna veramente pochi, nostri concittadini sulla volontà di chiudere o in qualche modo vincolare l’accesso ai turisti dal Nord Italia”. Il messaggio lanciato dalle persone intervistate per strada è stato chiaro: “I milanesi? Meglio che vadano in vacanza altrove e non qui perché ci portano il virus”.

Una follia, considerato che Trapani vive anche di turismo e che fino ad oggi è sempre stata una città accogliente e aperta a tutti.

“Non siamo morti di Covid e dovremmo morire di fame o di disperazione?”, si domandano i ristoratori, E subito aggiungono: “Vogliamo mostrare noi il vero volto di questa città fatta da persone semplici che amano la loro terra e la condividono con chi la visita o con chi, come tanti, hanno deciso di farne la seconda casa. Persone – proseguono – che vivono di lavoro quotidiano, che a volte sono costrette a lasciare questa terra amara dove sopravvivere è difficile nella normalità, figuriamoci adesso”.

 

“Persone – conclude la nota - , come tante, come i milanesi, i torinesi i riminesi, i veneziani, come tutti gli italiani che hanno sofferto per questa disgrazia che ha colpito tutti e che in silenzio continua a mietere vittime. Perché è questo che siamo: italiani e portiamo tutti lo stesso peso nel cuore”

"Capisco e condivido le paure e i timori dei trapanesi anche se alcune esternazioni sono sopra le righe - dice il sindaco Giacomo Tranchida - Oggi, però, il dato di fatto è uno solo: siamo un territorio Covid Free e per restare tale serve una adeguata attività di monitoraggio che non vuol dire chiusura". Poi un appello al Governo: "Bisogna riaprire lo scalo di Birgi perché qui si arriva in aereo e non in monopattino".