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19/06/2020 06:00:00

Sicilia, i "pieni poteri" a Musumeci non piacciono all'opposizione. Scontro sulla norma "semplificazione"

 Situazione molto agitata per la politica regionale, la norma che prevede poteri speciali per il presidente della Regione, Nello Musumeci, in caso di circostanze straordinarie di emergenza come la pandemia, ha spaccato la maggioranza e fatto insorgere le opposizioni.

La norma ha trovato approvazione grazie ai voti di Italia Viva che ha sposato l’idea del presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, secondo cui si tratta di una buona legge, mentre il Pd la taccia come legge liberticida.
Determinanti i voti di Italia Viva, se si fossero uniti ai voti contrari delle opposizioni la legge sarebbe stata bocciata, invece è finita con 32 voti favorevoli e 24 contrari.

Di cosa si tratta? Il testo del ddl riguarda la semplificazione nelle procedure di richiesta autorizzazioni presentate da imprese e cittadini, i firmatari sono Tommaso Calderone di Forza Italia e Luca Sammartino di Italia Viva.
E’ prevista anche la possibilità di presentare delle autocertificazioni sui requisiti richiesti dalle norme e al ddl è stato aggiunto un emendamento che prevede dei poteri speciali al governatore in caso di emergenza ( terremoti, pandemie, gravi problemi economici, ambientali, legati ai rifiuti).

Il Partito Democratico ha votato contro la norma: "Abbiamo espresso voto contrario perché i poteri commissariali mortificano il ruolo del Parlamento e della pubblica amministrazione. Oltretutto questa legge non 'semplifica' la burocrazia, la sostituisce con procedure commissariali che derogano alle leggi”.
Giorgio Pasqua, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, sostiene che verrà peggiorata la vita dei cittadini e delle imprese in particolare: “Stiamo creando un mostro mettendo insieme cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Non vogliamo essere responsabili di una norma Frankenstein, che peggiora le condizioni di vita dei cittadini siciliani”.
Anche il Movimento per l’Autonomia storce il naso, sotto la parola “emergenza” potrebbe finire di tutto tanto da derogare, ad esempio, alle norme sulla tutela ambientale, per non parlare della possibilità per il presidente di nominare un funzionario come commissario per una determinata emergenza.
Le critiche arrivano pure dalla Cgil: "La strada degli affidamenti diretti è già stata percorsa ed è fallimentare, utilizzare l’emergenza ha prodotto e produrrà altre opere incompiute, o inutili, oltre che spreco di danaro e rischio di collusione inoltre si interviene su norme, come quella del codice degli appalti, che non sono concorrenti tra stato e regione e questo genererà un ulteriore contenzioso!”.