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03/07/2020 06:00:00

Sicilia, la relazione di metà mandato di Musumeci

 Sono trascorsi due anni e mezzo di legislatura per il governo regionale guidato dal presidente Nello Musumeci.


E' tempo di bilanci, Musumeci è ricomparso in aula, nella giornata di mercoledì pomeriggio, per il consueto resoconto. L'ultima volta lo scontro con il deputato Luca Sammartino aveva prodotto molte tensioni e il governatore aveva annunciato che non sarebbe più tornato in aula se prima non fosse stato abolito il voto segreto.


Ha esposto tutto quello che l'esecutivo regionale ha prodotto, una lunga relazione, oltre 100 pagine, che prende l'avvio da tutti i disastri prodotti dalla pandemia, i cui effetti saranno ancora visibili nel campo occupazionale ed economico, oltre che sanitario.
I deputati del Movimento Cinque Stelle non hanno voluto ascoltare, hanno abbandonato per protesta l'Aula.

Ha tenuto a sottolineare che non ci sono più grandi problemi per la Sanità siciliana che ha saputo fronteggiare il Covid-19 anche con l'assunzione di 7500 lavoratori a tempo indeterminato avvenuta in questi due anni e mezzo, ha ricordato che si deve all'assessore Ruggero Razza il riordino della rete ospedaliera con acquisto di mezzi e il potenziamento delle Terapie Intensive.

E' stato affrontato nel suo discorso il tema delle infrastrutture siciliane e della necessità di realizzare il ponte sullo Stretto unitamente alla velocità dei treni: “C’è un confronto aperto con i Ministri per il Sud e per le Infrastrutture”. E' necessario, dice, aprire i cantieri e avviare la stagione della spesa pubblica.

Non si fa trovare impreparato sulla eventuale polemica per la nomina dell'assessore leghista ai Beni Culturali, Alberto Samonà e indica il percorso degli ecomusei: “Alla rete museale guardiamo con occhio critico: i nostri musei appaiono tristi”.


Sono tanti i punti che ha toccato il presidente Musumeci a cominciare dalle Attività Produttive con la realizzazione delle Zes, della banda larga. Non meno importante l'agricoltura che ha ricevuto una accelerata, sostiene, grazie alla spesa dei fondi europei.

Sui rifiuti e sul piano che ancora non ha trovato approvazione Musumeci parla di un sistema costruito per “alimentare un perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria privata”. Sottolinea la distrazione della politica e di un sistema burocratico talvolta corrotto ma a che il risultato della Sicilia che è passata dal 16 al 42% di raccolta differenziata.
Nel frattempo è stata riprogrammata la spesa regionale per 400 milioni di euro che serviranno per aiutare la scuola e le imprese, fondi necessari per tutelare posti di lavoro,
acquistare materiale per la didattica a distanza, potenziare le sedi delle scuole, combattere la dispersione scolastica, aiutare le imprese, per il sostegno dei noleggiatori con conducente e per il turismo.

Adesso la parola passa all'ARS per l'approvazione della rimodulazione dei fondi.