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20/07/2020 06:00:00

Matteo Messina Denaro e le stragi /9. La riunione deliberativa a Castelvetrano

Continuiamo sulle pagine di Tp24, come già abbiamo fatto nelle settimane scorse, con il nostro approfondimento sulla requisitoria del pm Gabriele Paci, al processo che si sta svolgendo a Caltanissetta, nei confronti di Matteo Messina Denaro, accusato di essere il mandante delle stragi.

Le riunioni della Commissione regionale di Cosa Nostra – Su queste riunioni poggiano le condanne nel processo "Borsellino" e "Capaci", nei confronti di Nitto Santapaola, rappresentante di Catania e di Piddu Madonia, rappresentante di Caltanissetta. Gli altri rappresentanti presenti muoiono prima o nel corso del processo. Saidda il capo di Enna, viene ucciso in una faida interna ad Enna nel luglio del ’92. E muore anche Antonio Ferro, rappresentante della provincia di Agrigento, ucciso nel ’96. Vengono condannati anche Riina che, però, darà il suo contributo ben oltre quelle riunioni delle commissioni di Cosa Nostra. Nella commissione regionale, il peso di Totò Riina è diverso da quello rappresentato da Saidda, da Madonia o dallo stesso Santapaola. Riina si muove e muove le sue truppe giocando in anticipo e cercando il consenso.

Pietro Rampulla - Nella sentenza che condanna gli autori della Strage di Capaci - dice Paci - c’è Pietro Rampulla, uomo d’onore della famiglia di Mistretta che faceva capo al mandamento di San Mauro Castelverde con il capo mandamento Farinella. Rampulla era cresciuto nelle campagne di Trapani, perché Matteo Messina Denaro lo utilizza nella faida contro i Greco. A preparare la bomba per il casolare, dove, si pensava ci fossero i Greco, fu proprio Pietro Rampulla.

La “Falange Armata” – Dall’omicidio di un assistente dell’amministrazione penitenziaria, a tutti i delitti, tra le quali le stragi dal 92 al 93, sono stati rivendicati da questa sigla Falange Armata. Il 2 novembre del 1991 è una data importante perché ci fu la l’attentato alla villa di Pippo Baudo che viene rivendicato dalla “Falange Armata”. Attentato che segue una trasmissione televisiva il Maurizio Costanzo Show in cui Baudo aveva partecipato e che assieme al giornalista romano avevano stigmatizzato duramente i comportamenti tenuti dai mafiosi.

I catanesi avallano le stragi a denti stretti - Tornando alle riunioni di Cosa Nostra, è importante ricordare i vari attentati posti in essere nel territorio catanese. La partecipazione di Catania è a denti stretti. Santapaola non è per nulla contento di mettere la firma nelle stragi. Catania però parteciperà comunque alle stragi, nessuno nelle riunioni di Cosa Nostra si permetteva, infatti, di dire no al progetto stragista di Riina. Cosa Nostra catanese partecipa con le minacce di far esplodere il tribunale, le minacce all’avvocato Guerrera. Ci furono anche le minacce rivolte al sindaco di Misterbianco, sempre nel ’92. E anche questi furono rivendicati dalla Falange Armata.

I collaboratori di giustizia sulla "Falange Armata" - Sulle rivendicazioni delle vicende stragiste da parte di questa Falange Armata, ne parlano diversi collaboratori Avola, Sinacori, Brusca, Grigoli, e tutti hanno ricordato come in quel periodo dovevano avere una rivendicazione di questa sigla. Una vera operazione di depistaggio. Tra tutti quella di Cannella, uomo di fiducia di Bagarella. Cannella ricorda di essere stato presente nel luglio del 1993 quando al telegiornale passano le notizie delle stragi del 93, di Milano, Roma. Cannella è assieme a Bagarella che commenta gioioso queste notizie, per quello che era successo, dicendo: “Hai visto ora cercheranno le brigate rosse o la falange armata”. Insomma, dice Cannella, Bagarella si dà la paternità di quanto fatto allo Stato. Ricordiamo che Bagarella è stato condannato per le stragi del 93 e 94 assieme a Matteo Messina Denaro. Abbiamo anche le dichiarazioni dei collaboratori palermitani che parlano con i catanesi. Galea ed Ercolano sono ai vertici di Catania e loro avallano la strategia stragista di Riina, in contrapposizione a Santapaola. C’è un ulteriore riscontro dunque sul fatto che nel 92 ci sia lo scambio di materiale esplosivo ed armi da utilizzare nelle stragi, tra Catania e Palermo, e l’invito da parte dei palermitani sarà accolto solo in parte dai catanesi.

La trasmissione televisiva "Maurizio Costanzo Show" - Riassumiamo alcune date importanti per quel del periodo che precede le stragi - dice il pm Paci -. La prima data importante ai primi di luglio 91 in cui al Maurizio Costanzo Show si parla di Mafia e in cui il giornalista brucia una maglietta con la dicitura “viva la mafia”. Qualche tempo dopo, il 10 ottobre 91, si ripete il Maurizio Costanzo Show e il tema della trasmissione tratta circa i benefici ai mafiosi, in particolare gli arresti domiciliari, accordati ai boss sulla base di alcune perizie. 

Matteo Messina Denaro capo della provincia di Trapani e la “SuperCosa” - Vincenzo Sinacori e Mariano Agate incontrano Riina per sapere del piano delle stragi. La riunione avviene a Castelvetrano, ma non è una riunione provinciale, è una riunione che è propedeutica alla “supercosa” all’interno di Cosa Nostra. La cosa che bisogna sottolineare è che Matteo Messina Denaro sa già tutto, perché lo aveva deciso assieme a Riina e questo conferma come Messina Denaro sia il capo della provincia di Trapani. Mariano Agate, autorevolissimo uomo d’onore, non ha la carica formale di rappresentante, perché questi è Francesco Messina Denaro, che si è fatto da parte, dando spazio e facendosi sostituire dal figlio. Il piano è già pronto, Riina lo reclama e Matteo lo conosce già da tempo. Non c’è momento della stagione stragista che non vede Matteo Messina Denaro protagonista in qualche modo.

La runione di Castelvetrano e gli obiettivi delle stragi: Falcone, Martelli, e i giornalisti Costanzo, Barbato, Biagi e Santoro e Pippo Baudo - Questo è il primo momento, la riunione di Castelvetrano, in cui si prendono come obiettivi Giovanni Falcone e Claudio Martelli, ma anche Maurizio Costanzo che in tv brucia una maglietta contro la mafia e poi parla dei benefici dei mafiosi. In ordine di importanza, gli obiettivi sono: Falcone, Martelli e Costanzo e poi anche altri giornalisti, tra i quali Andrea Barbato, noto per il suo impegno a favore dei diritti civili, ma anche Enzo Biagi, Michele Santoro, e Pippo Baudo che rimane un obiettivo. Riina dà il via libera per gli attentati a Roma. E dice a Messina Denaro di farsi dare l’esplosivo da Vincenzo Virga, boss di Trapani, che è stato condannato per la Strage di Pizzolungo e anche per l’esplosivo utilizzato nell’attentato all’Addaura contro Falcone. Un certo Scarano sarà, invece, l’uomo centrale per la fornitura degli esplosivi, della ospitalità e della logistica delle stragi degli anni 90.