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25/07/2020 06:00:00

Auto, vino e regali. Tutte le spese pazze all’Ars di Adamo, Marrocco e gli altri

Ci sono i fumetti Diabolik, i rifornimenti di carburante, i pasti al McDonalds, soggiorni in hotel con familiari.

Ma anche ceste natalizie, cravatte e borsette. Articoli da profumeria, il leasing di ben due auto, l'acquisto di pasta fresca, vino e tanto altro.
Sono queste alcune delle spese pazze all'Ars per cui cinque deputati regionali siciliani sono stati condannati dal Tribunale di Palermo. Cataldo Fiorenza, 3 anni e 8 mesi, Rudi Maira (4 anni e 6 mesi), Salvo Pogliese, sindaco di Catania (4 anni e 3 mesi), Giulia Adamo, 3 anni e 6 mesi e Livio Marrocco condannato a 3 anni. Unico assolto Giovanbattista Bufardeci.


Una sentenza pesante per i politici condannati per peculato continuato. Tra tutti per Salvo Pogliese, sindaco di Catania, sospeso dalla carica dal Prefetto catanese secondo quanto prevede la legge Severino per gli amministratori pubblici condannati per determinati reati, come quelli contro la pubblica amministrazione. A reggere le sorti del Comune il suo vice, Roberto Bonaccorsi. Ma le opposizioni chiedono le dimissioni di Pogliese e il ritorno alle urne per la città di Catania.


Difficile anche la situazione per Giulia Adamo, ex sindaco di Marsala, che stando così le cose non potrebbe candidarsi di nuovo a sindaco della città, pena l'ineleggibilità, sempre secondo quanto prevede la legge Severino.

Le spese pazze
Salvo Pogliese è stato condannato perchè si sarebbe appropriato di 75.389 euro, tra questi il sindaco di Catania, quando era capogruppo del Pdl all'Ars si sarebbe versato assegni per circa 31 mila euro. Soldi che secondo la sua difesa avrebbe anticipato e si sarebbe poi ripreso. Gli vengono contestati anche 41 mila euro per rifornimenti di carburante, consumazioni al fast food più famoso del mondo, soggiorni in hotel con familiari, il pagamento della retta per l'asilo del figlio, i lavori nello studio del padre.
Il conto più salato è di Rudy Maira, ex capogruppo Udc, 82.023 euro. Nella sua lista della spesa ci sono ben 23 ceste natalizie per oltre 6 mila euro. Ma spiccano i due leasing per due auto utilizzate personalment, uno da 48 mila euro e uno da quasi 20 mila euro.
L'ex sindaco di Marsala Giulia Adamo, che è stata capogruppo del Misto, Pdl Sicilia e Udc, è stata condannata per 11.221 euro. Nel suo carrello della spesa ci sono vini, cravatte Hermes, una borsa Luis Vuitton, e poi comprava anche all'enoteca Picone e nella boutique Nazareno Gabrielli.
L'altro politico della provincia di Trapani condannato è Livio Marrocco. Per i giudici si è appropriato di 3.961 euro. Tra queste spese ci sono 179 euro di fumetti Diabolik che ha sempre detto di essere allegati ai quotidiani che comprava legittimamente. Il resto è servito per comprare pasta fresca, vestiti, per revisionare uno scooter, articoli da profumeria, ottica, lavanderia.
Altro condannato è Cataldo Fiorenza, che ha fatto parte del gruppo Misto, ed è stato condannato per 16.220 euro di soldi pubblici spesi non per fini istituzionali. Tra gli acquisti contestati c'è un barbecue, delle candele alla citronella, perchè si sa che le grigliate all'aperto attirano le zanzare. E poi c'è anche il cenone di capodanno di una sua collaboratrice.

Le pene accessorie
Pesanti per i politici condannati anche le pene accessorie. Tutti i politici coinvolti si vedranno confiscate per equivalente le somme di cui si sarebbero appropriati. Inoltre dovrà essere corrisposto un risarcimento all'Ars, che si era costituita parte civile. Per Pogliese e Maira è stata disposta l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. E se la sentenza diventerà definitiva termineranno i loro rapporti di lavoro con enti pubblici, amministrazioni, enti a prevalente partecipazione pubblica. Adamo, Marrocco e Fiorenza, interdizione per due anni e mezzo. Una situazione che non consentirebbe ad Adamo di ricoprire la carica di sindaco.


Un’inchiesta nata 6 anni fa
E’ una faccenda lunga e tortuosa quella delle spese pazze all’Ars. In principio erano novantasette, per la maggior parte deputati regionali, e qualche dipendente, finiti nei guai perchè accusati di aver speso i soldi destinati all'attività istituzionale per fini personali. Tra questi c'è anche Giulia Adamo che è stata capogruppo all'Ars del Pdl Sicilia e dell'Udc tra il 2008 e il 2012, quando era punto di riferimento di Casini in Sicilia.

Una vicenda giudiziaria lunga, cominciata nel 2014 quando Procura ordinaria e della Corte dei Conti cominciano a spulciare quello che combinavano a Palermo i deputati regionali. I fatti contestati risalivano alla legislatura 2008-2012, quella del governo Lombardo. La prima indagine coinvolse una novantina di politici, alcuni avevano spese sospette per poche migliaia di euro, altri, i capigruppo soprattutto, per centinaia di migliaia di euro. Spese pazze, appunto, che qualcuno è riuscito a giustificare. In molti sono riusciti a cavarsela con l'archiviazione, altri sono stati assolti dalla magistratura contabile. Per altri invece non c'è stato un esito positivo.