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13/11/2020 06:00:00

A Campobello ancora contrapposti i sostenitori di Ingroia e quelli di Castiglione

 A Campobello di Mazara è come se le tifoserie da campagna elettorale non si fossero ancora placate.

E se sui social, buona parte dei sostenitori del sindaco Castiglione condivide la recente notizia della condanna di Antonio Ingroia (ex candidato alle ultime amministrative) a un anno e dieci mesi per peculato,  i sostenitori di Ingroia rispondono con una notizia di qualche settimana fa sul

patteggiamento del sindaco Castiglione con la Corte dei Conti, a causa di una contestazione contabile.

Certo, le due vicende non sono paragonabili. Quella di Ingroia è una condanna per un reato (quindi di natura penale), mentre il patteggiamento di Castiglione è la conseguenza di una contestazione amministrativa.

 

Abbiamo cercato di capirne qualcosa di più.

Come si diceva, qualche settimana fa, una trasmissione di una tv locale aveva approfondito la notizia del patteggiamento di Castiglione con la Corte dei Conti, parlando addirittura di reato contabile. Quest’ultimo inesistente, trattandosi appunto di una contestazione.

Secondo quell’approfondimento televisivo, il patteggiamento sarebbe stato tenuto nascosto durante la competizione elettorale, per evitare di far cadere il rapporto di fiducia con gli elettori.

Ed Ingroia, intervenendo nel merito, aveva considerato “gravissimo” da parte di Castiglione il non averlo comunicato agli elettori, per di più facendo – aveva aggiunto – “un’ammissione di colpevolezza, visto che il patteggiamento presuppone un’ammissione di responsabilità”.

Insomma, secondo l’ex pm, il sindaco di Campobello avrebbe dovuto dimettersi.

 

La Corte dei Conti gli aveva contestato alcune nomine del suo staff e alla fine la vicenda si era chiusa con un patteggiamento, le cui somme da risarcire sono state visibilmente ridotte.

Gli abbiamo allora chiesto di raccontarci tutto dal suo punto di vista.

Castiglione ci ha risposto così:

Lei è il primo che mi sta contattando per questa vicenda. Evidentemente, altri erano interessati soltanto ai convincimenti di Ingroia e della sua squadra politica. Ho conferito quegli incarichi ad esperti esterni perché li ho ritenuti legittimi, in quanto conformi alle leggi che li consentono e che li disciplinano. Per quanto riguarda, in particolare, l’incarico conferito al portavoce, oltre ad aver applicato le norme nazionali e regionali in materia, nel conferimento dello stesso, mi sono attenuto anche ai principi fissati da 2 diverse sentenze emanate dalla stessa Corte proprio nei riguardi del Comune di Campobello con cui veniva sancita la regolarità di tale tipologia di incarico nei modi e nei termini oggi, purtroppo, contestati. In ogni caso si è trattato di spese utili per il Comune.

Tuttavia, stante l’incertezza giurisprudenziale ho ritenuto, in ciò convinto anche dalla mia compagnia di assicurazioni, di patteggiare il risarcimento e ciò ancora una volta a beneficio del comune. In ogni caso, si tratta di contestazioni di natura amministrativa, che riguardano quindi l’iter procedurale espletato dagli uffici.

Infine, ritengo doveroso chiarire che non  ho affatto sottaciuto il patteggiamento durante il periodo elettorale, considerato che lo stesso mi è stato richiesto e concordato proprio all’indomani della mia rielezione. Ciò che continua ad apparire strano, invece, è che ancora una volta a fare la morale siano coloro che  hanno sostenuto un candidato sindaco con a carico un procedimento  penale ben più grave.”.

 

Ma volendo rimanere nell’ambito delle contestazioni amministrative, sono cose che sono capitate a tanti altri sindaci. Compreso Nicola Cristaldi, sponsor politico d’eccellenza durante la campagna elettorale dello stesso Ingroia.

Nel 2013, da sindaco di Mazara del Vallo, era stato condannato ad un risarcimento da più di 80 mila euro per delle assunzioni nel suo staff, nonostante nel 2008 avesse sforato il patto di stabilità.

La cosa però non gli ha impedito di essere rieletto nel giugno del 2014, continuando il suo mandato fino al 2019. E senza aver mai pensato lontanamente a dimettersi, nemmeno dopo che, nel settembre 2014, la condanna era stata confermata anche in appello.

Al di là quindi delle condanne, amministrative o penali che siano, occorrerebbe forse rendersi conto che le elezioni comunali si fondano sulla percezione da parte dei cittadini delle concrete possibilità di risolvere i problemi di una città. Che sono quasi sempre uguali dappertutto: le buche, l’illuminazione, il decoro, i rifiuti…

Tutto il resto è strumentalizzazione che rischia di far aumentare le percentuali degli astenuti.

 

Egidio Morici



Politica | 2024-06-07 06:00:00
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