I cinque nuovi giovani magistrati che nei giorni scorsi hanno preso servizio al Tribunale di Marsala non sono sufficienti a colmare le carenze di organico.
Innanzitutto, perché i posti vacanti erano sei, ma soprattutto perché già da marzo scorso quattro magistrati donna sono in maternità. “La pianta organica del Tribunale di Marsala – spiega la presidente Alessandra Camassa - prevede 24 giudici: il presidente, due presidenti di sezione e altri 21 magistrati. Ma in questo momento c’è una situazione delicata non facilmente risolvibile. Abbiamo, infatti, quattro colleghe in maternità. Quindi, in realtà, l’assenza effettiva è di cinque magistrati. E cioè una percentuale del 23%, che non è poco. L’arrivo di questi nuovi giudici, per altro molto bravi, visto che nella graduatoria del concorso figurano in ottima posizione, ci darà una grandissima mano, però rimane il problema delle cinque assenze. Il legislatore, purtroppo, non ha ancora risolto il problema delle donne magistrato in gravidanza con previsioni di sostituzioni o applicazioni veloci. La nostra situazione, quindi, rimane critica. Quest’anno, per altro, il lockdown ha creato non poche difficoltà al Tribunale. Inevitabilmente, si è rallentata l’attività giurisdizionale. C’è stato un periodo di chiusura totale e alla ripresa non è stato possibile recuperare quello che speravamo di recuperare perché eravamo dimezzati”.
Fino a pochi giorni fa, infatti, i posti vacanti nell’organico dei giudici erano nove. Un numero notevole. E questa situazione si protraeva già dal mese di marzo. Sei mesi con quasi dieci magistrati in meno. “Purtroppo – continua la presidente Camassa – la mole di lavoro è quella che è e noi non abbiamo otto mani e dieci piedi. Eppure abbiamo cercato di mantenere tutto attivo, di non bloccare alcun ruolo, ma certamente non potevamo avere la produttività di tutti gli altri anni. I risultati, comunque, rimangono molto buoni. Sia nel penale che nel civile, infatti, abbiamo pochissimi procedimenti ultra-triennali, e cioè che si protraggono da oltre tre anni. Al Tribunale di Marsala processi vecchi non ce ne sono. Qui, su questo fronte, i numeri sono limitatissimi rispetto al panorama nazionale. Nel penale, la media nazionale degli ultra-triennali è del 19%, mentre noi siamo sempre ai vertici delle graduatorie nazionali di rendimento per avere smaltito quasi tutto l’arretrato civile e penale.
Trattiamo processi tutti nuovi e questo vuol dire che la giustizia, comunque, è celere. Anche se quest’anno non abbiamo potuto eliminare tutte le pendenze in grande quantità come abbiamo fatto l’anno scorso, quando non c’è stato il lockdown. In questa fase stiamo cercando di lavorare, ma al contempo dobbiamo anche garantire la sicurezza dei cittadini, degli avvocati e del personale, non possiamo creare assembramenti. Prima era previsto, da protocollo con gli avvocati, non più di 35 processi in aula nel monocratico. Adesso io ho dato l’indicazione di non superare i 25, che già sono tanti in un momento come questo. E’ chiaro, però, che in tal modo, inevitabilmente, si creano dei ritardi e i processi durano di più. Cerchiamo, comunque, di vedere il bicchiere mezzo pieno. Intanto, sono arrivati questi cinque nuovi colleghi, che mi sono sembrati molto motivati e bravi, che hanno molta voglia di lavorare ed entusiasmo. E speriamo che questo l’anno prossimo ci consenta di recuperare quello che quest’anno non è stato possibile fare. Ce la possiamo fare, perché quando i processi sono nuovi e non ci sono cose polverose è più facile”.
I cinque nuovi magistrati arrivati sono Mariaserena Barcellona, Fabrizio Guercio, Massimiliano Alagna, che vanno a potenziare il settore penale, Antonino Campanella e Francesco Giardina nel civile. Campanella si occuperà di contenzioso e fallimentare, Giardina di lavoro ed esecuzioni immobiliari.
Anche l’organico dei cancellieri e dei funzionari giudiziari del Tribunale di Marsala è sempre più ridotto. E a complicare le cose è arrivato pure il Covid, che ha bloccato i concorsi indetti dal ministero di via Arenula per l’assunzione di nuovo personale amministrativo. La situazione, insomma, è drammatica. “Abbiamo una scopertura del 23/24 per cento – dice la presidente del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa – ma il problema è che poi, in concreto, la scopertura è concentrata nei ruoli più importanti. E cioè cancellieri e funzionari. La situazione è questa: nelle qualifiche meno elevate c’è la copertura dei posti, mentre in quelle più elevate la copertura non c’è. Mancano, ad esempio, il 60 per cento dei funzionari e dei cancellieri. Questo significa che le persone più attrezzate, che dovrebbero anche reggere l’assetto giuridico sul fronte del personale, non ci sono. Il ministero della Giustizia aveva indetto i concorsi per l’assunzione di nuovo personale, solo che poi è arrivato il lockdown per il Covid e tutti i concorsi si sono bloccati. Anche per quelli per la magistratura. E anche questo sarà un danno terribile”.
Nel frattempo, i pensionamenti, incentivati da “quota 100”, hanno acuito il problema della carenza degli amministrativi. “Nel penale – continua la presidente Camassa - gli assistenti, in udienza, fanno orari pesanti e non possiamo grandi turnazioni perché sono pochi”. E con lo smart working in periodo di Covid la metà di questo personale deve rimanere a casa. Ma le udienze penali non si possono svolgere in smart working, con giudici e avvocati nelle aule del Tribunale e il cancelliere a casa. “Quindi – conclude il presidente del Tribunale di Marsala – con chi li facciamo questi processi se l’organico è già la metà e la metà di questo è a casa? Si va avanti con grande sforzo, ma non si può produrre quanto si produceva prima. Il Covid, comunque, non ha investito solo la giustizia, ma tanti altri settori. E in questo momento, con grande senso di responsabilità, dobbiamo salvaguardare la salute nostra e quella degli altri”.