In merito alla notizia data da Tp24 del rinvio a giudizio per "cooperazione in omicidio colposo" di otto medici in servizio negli ospedali di Marsala e Trapani, in seguito all'inchiesta sulla morte di Massimiliano Pace (il 10 Aprile 2017, aveva 48 anni), riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di replica alle dichiarazioni dell'avvocato di parte civile contenute nell'articolo:
Gli avvocati Luigi Pipitone, Chiara Bonafede, Arianna Rallo, replicando all'articolo pubblicato in merito al rinvio a giudizio di alcuni stimati medici, per il presunto reato di omicidio colposo ai danni di Massimiliano Pace, contestano la fondatezza giuridica delle capziose e suggestive considerazioni “di parte” riportate nell'articolo.
Infatti, come normativamente previsto, il decreto che dispone il giudizio, lungi dal confermare l'impianto accusatorio, è un provvedimento che per sua natura non è motivato e, di conseguenza, non può e non deve essere inteso come pronuncia sul merito e sulla sussistenza delle imputazioni a carico degli imputati, le cui condotte dovranno ancora essere valutate davanti al Giudice del dibattimento.
Pertanto, sarebbe opportuno attendere lo svolgersi e il compiersi del dibattimento, unico luogo deputato all'accertamento della verità processule, prima di annunciare esiti processuali oggi inesistenti.