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20/12/2020 06:00:00

Coronavirus, Valentina Piraino: "L'idrossiclorochina funziona con i primi sintomi della malattia"

 Valentina Piraino avvocato, lei ha firmato il ricorso che ha portato il Consiglio di Stato a rendere possibile la cura del Covid-19 con l’idrossiclorochina, che è un po’ il caso dell’anno. All’inizio della pandemia si è scoperto che questo farmaco aveva questa funzione contro il coronavirus e portava ad un notevole numero di guarigioni. Poi da uno studio emerse la presenza di effetti collaterali e in seguito altri studi avrebbero smentito il primo, ma l’Aifa e altre autorità sanitarie sono rimaste indietro e hanno continuato a proibire l’idrossiclorochina, nonostante tanti medici italiani abbiano curato tanti malati con percentuali altissime di guarigioni. Tanti i ricorsi da parte dei medici che lei ha assistito, il consiglio di stato ha accolto il ricorso e ora cosa succede dopo la sentenza?

Succede che l’idrossiclorochina, più comunemente conosciuto con il nome di Plaquenil, che si trova in farmacia, è un farmaco che ha dimostrato di funzionare benissimo in una fase iniziale del Coronavirus contro la replicazione virale del virus e quindi la tempesta citochmica che è quella dopo cinque/sette giorni può portare alle conseguenze che conosciamo e che portano alla terapia intensiva. Naturalmente non è un farmaco miracoloso, e non dobbiamo dare una falsa informazione, come se fosse la cura del Coronavirus, questo nessuno di noi è in grado di stabilirlo, ma ci sono degli importanti studi che hanno dimostrato che se si interviene prima dello scatenarsi dell’infezione, della tempesta citochimica, ci sono ottime probabilità che non si arrivi agli stress respiratori, ai trombi e a tutto ciò che sappiamo. Ad oggi il problema è che nell’attesa del vaccino la gente continua a morire, siamo uno dei prima Paesi al mondo con una mortalità altissima, e la domanda è che, se si sta morendo ora, forse qualcosa abbiamo sbagliato. Io non voglio avere la presunzione di avere la risposta, ma posso sostenere con cognizione di causa, che una gravissima mancanza è stata quella di passare alla fase due della malattia, pensare alla ospedalizzazione e non ad un’assistenza domiciliare in grado di evitarla.

Cosa dice nel dettaglio la sentenza del Consiglio di Stato?

Il Consiglio di Stato ha riabilitato l’utilizzo dell’Idrossiclorochina quale farmaco da utilizzare nelle terapie domiciliari in fase precoce. Con un provvedimento molto lungo e dettagliato, il Consesso massimo della Giustizia amministrativa ha chiarito che l’Aifa può legittimamente sospendere l’utilizzo off label di un farmaco solo a fronte di non efficacia e/o sicurezza dello stesso, inefficacia non dimostrata nel caso dell’idrossiclorochina, non esistendo studi randomizzati su pazienti trattati tempestivamente e a domicilio, sicurezza, di contro, dimostrata dal fatto che il farmaco esiste in commercio da decenni.

Valentina Piraino, quando si è capito che l’drossiclorochina poteva avere dei risultati positivi sulla malattia?

Nei mesi iniziali, abbiamo delle prove anche scientifiche ormai, quando i medici si sono trovati ad affrontare questo covid-19, hanno deciso di cambiare modello, rispetto a quello che si stava facendo fino a quel momento e cioè: stare a casa, cosa che ancora si continua a dire, di attendere eventuali difficoltà respiratorie e solo allora chiamare i numeri deputati. Alcuni medici, invece, hanno capito che questo non funzionava e hanno raggiunto i pazienti a casa, curando i sintomi nei primi tre quattro giorni. Da qui sono emersi degli studi che ho depositato in tribunale, dove si dimostra che l’ospedalizzazione di questi pazienti si è ridotta al 5% rispetto al 20/25% che è quella nazionale e la mortalità allo 0,1 % tra l’altro questo esperimento nasca da oncologi per cui si tratta di pazienti immunodepressi, purtroppo sono dati mai verificati dall’Aifa e che ora hanno convinto i giudici del Consiglio di Stato.

Alla luce di questa sentenza un medico di medicina generale può prescrivere l’idrossiclorochina in caso di covid?

Assolutamente sì. Annullando i provvedimenti Aifa di luglio si è ritornati ai provvedimenti di marzo che autorizzavano l’idrossiclorochina. Ne approfitto per fare un appello, anche ai medici di Marsala e della Sicilia, di adottare questo protocollo che ha funzionato al Nord.

La sentenza del consiglio di Stato tende a dare più responsabilità e valore alla medicina del terrtorio.

Il Consiglio di Stato ribadisce il valore e la preziosità della medicina del territorio, riconoscendo il giusto valore ai medici di medicina generale a cui vanno restituite l’autonomia e la responsabilità che l’ordinamento gli riconosce, nella doverosa umanizzazione della cura per la persona, la cui dignità costituisce valore supremo dell’ordinamento. E’ lo stesso diritto alla salute, nella sua declinazione personalistica e in quella solidaristica, che impone allo Stato e ad AIFA di consentire anziché vietare la cura a fronte di una non rinviabile necessità terapeutica.
Alla luce di questo provvedimento vanno senza dubbio rivisti tutti i protocolli regionali e soprattutto le recenti linee guida approvate dal Ministero della Salute sulle terapie domiciliari: oggi più che mai appaiono inopportune e lesiva del diritto alla salute della collettività e ciò soprattutto nella parte in cui, invece che prevedere una cura impongono una vigilante attesa e un corretto utilizzo del saturimetro.
 

Valentina Piraino, anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato, però Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità afferma che l’idrossiclorochina non dà nessun beneficio sul coronavirus.

Io ho scritto una mail a Locatelli, trasmettendo la relazione che abbiamo depositato al Consiglio di Stato e la domanda che ho posto è: "su quali basi loro lo affermano?". Ad oggi abbiamo degli studi che su pazienti ospedalizzati è vero l’idrossiclorochina non funziona. Abbiamo invece delle evidenze territoriali che dimostrano che ai primi sintomi il farmaco funziona. Sono gli studi che ha valutato il consiglio di stato e che chiediamo al comitato tecnico scientifico di analizzare. Concordo con Locatelli sul fatto che nella fase due del covid-19 il farmaco non funziona invece una mega analisi di 45 mila soggetti in Italia dimostra che aiuta tantissimo ed è efficace.