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23/01/2021 06:00:00

Coronavirus, 3021 i contagi nel trapanese. Sicilia tra le regioni più a rischio

Torna nuovamente sopra i tremila il numero dei contagi in provincia di Trapani. Sono 3021 gli attuali positivi nel territorio. Due le nuove vittime registrate ieri che portano il totale a 163 decessi.

E sono tornati a salire i nuovi casi di coronavirus anche nell'Isola. Sono 1.355 i contagi e riportano la regione in seconda posizione dopo la Lombardia.

I dati trapanesi - Tra le città Trapani con 684 contagi è in testa nella classifica dei casi di coronavirus in provincia. Aumentano un po' dappertutto i casi. I guariti totali sono 5963. In terapia intensiva sono ricoverate 12 persone, mentre in regime ordinario sono 116, valore stabile. Sono stati fatti 644 tamponi molecolari e 494 test per la ricerca dell'antigene.

Questi i positivi distribuiti nelle diverse città della provincia: Alcamo 219, Buseto Palizzolo 16; Calatafimi-Segesta 18; Campobello di Mazara 47; Castellammare del Golfo 89; Castelvetrano 257; Custonaci 19; Erice 236; Favignana 26; Gibellina 75; Marsala 648; Mazara 414, Paceco 84; Pantelleria 9; Partanna 20; Petrosino 53; Poggioreale 0; Salaparuta 0; Salemi 13, San Vito Lo Capo 3; Santa Ninfa 7; Trapani 684; Valderice 76; Vita 8.

Controlli serrati a Marsala - Ieri giornata di controlli intensi in tutto il territorio di Marsala per verificare il rispetto delle prescrizioni della "zona rossa". Come da decreti e ordinanze, si dovrebbe uscire solo per motivi di stretta necessità, ma più che una zona rossa, sembra una "zona rosso pallido", dato che molta gente è in giro, come se nulla fosse. Va anche detto che le istituzioni non danno il buon esempio dato che, a partire dalle celebrazioni enfatiche della Madonna della Cava, alle riunioni con agricoltori e giunta, dal Comune arrivano foto di gruppo come se i divieti valessero solo per i cittadini. Ieri tanti i controlli in centro da parte di forze dell'ordine, vigili urbani, militari e ausiliari. Decine le persone fermate e identificate, decine anche le autocertificazioni raccolte che ora verranno verificate. Elevate anche  diverse sanzioni. Nel primo pomeriggio il posto di blocco principale è stato organizzato a Porta Nuova. Poi è stato fatto un blitz a sorpresa a Porta Mazara dove, nonostante i divieti, tanti ragazzini facevano comunella.

Alcamo, riapre il reparto di medicina dell'ospedale - Riapre il reparto di Medicina dell'Ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo, chiuso da una settimana, da quando un focolaio covid ha coinvolto 23 persone, tra pazienti e sanitari, tra i quali il primario del reparto e il caposala e altri 5 tra medici e infermieri. Delle persone colpite dal virus alcune sono state ricoverate a Marsala, altre a Partinico e a Palermo. Dopo le operazioni di sanificazione, dunque, il reparto riapre, ma a chiedere maggiore sicurezza e più personale è il segretario territoriale del Nursind Salvo Calamia, che evidenzia le criticità che quotidianamente si vivono nei reparti e a maggior ragione in questo periodo di ulteriore emergenza dovuta a causa dell'epidemia. Tra l'altro Calamia denuncia che i turni del personale del reparto di cardiologia sono coperti in maniera precaria.

I dati in Sicilia - Ci sono 1.355 nuovi casi nell'Isola. In totale, dall’inizio della pandemia, sono 127.719. Gli attualmente positivi accertati nelle ultime 24 ore nel territorio siciliano sono 47.289. Si registrano altri 32 morti, per un totale di 3.161 persone fin qui decedute. I guariti sono 932 persone. Il totale di guariti in Sicilia sale a quota 77.269. Attualmente i ricoverati con sintomi sono 1.441, di questi 222 in Terapia Intensiva, per un totale di 1.663 soggetti ospedalizzati. In isolamento domiciliare si trovano invece 45.626 persone. Ecco nel dettaglio i nuovi casi di Covid-19 registrati oggi in Sicilia, suddivisi provincia per provincia (totale e incremento casi): Catania: 36.370 (356); Palermo: 34.754 (289); Messina: 16.495 (297); Trapani: 9.032 (152); Siracusa: 8.594 (106); Ragusa: 7.770 (32); Caltanissetta: 5.724 (51); Agrigento: 5.007 (56); Enna: 3.973 (16).

Dati in miglioramento tranne in Sicilia - I dati sul coronavirus migliorano leggermente un po' dappertutto in Italia, tranne in Sicilia. E' per questo che la Regione rimane zona rossa. È quanto emerge dalla bozza del report settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità. L’Rt, con parametro introdotto sulla base delle misure di contenimento adottate, rappresenta il potenziale di persone contagiabili da una persona infetta e complessivamente in Italia raggiunge quota 0,97, tornando sotto la soglia di guardia. Nel Belpaese si registra «un miglioramento del livello generale del rischio», nonostante nove Regioni siano ancora «a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane». Le regioni a rischio alto sono 4; 11, invece, quelle a rischio moderato e 6 a rischio basso. Tra le Regioni più a rischio la Sicilia, che ha un Rt superiore ad uno, e ha anche una velocità elevata di occupazione delle terapie intensive.

I dati in Italia -  Scende l'indice di trasmissibilità Rt in Italia collocandosi a quota 0,97, e calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Ma è troppo presto per pensare ad una effettiva inversione di rotta della curva epidemica da Covid-19: restano ancora troppi i decessi ed i casi - 472 le vittime nelle ultime 24 ore, con 13.633 nuove infezioni - e 12 regioni si mantengono comunque sopra la soglia critica del 30% di occupazione delle Rianimazioni. Continua ad essere un quadro preoccupante, sia pure con qualche primo segnale di miglioramento, quello che si evince dall'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e ministero della Salute (dati relativi alla settimana 11/1/2021-17/1/2021, aggiornati al 20/1/2021) sull'andamento dell'epidemia da SarsCov2 nel Paese. Infatti, si legge nel documento, si osserva una "diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese, dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2, ma in un contesto in cui l'impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA".

Dunque, il pericolo non è scampato, tanto che sono 12 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente), anche se il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica (30%). Inoltre, il monitoraggio rileva pure una "lieve diminuzione" dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 339,24 per 100.000 abitanti (04/01/2021-17/01/2021) contro 368,75 per 100.000 abitanti (28/12/2020-10/01/2021). E sebbene questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa (per l'estensione della definizione di caso includendo i test antigenici rapidi), il fatto che "sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati pure con test rapido è un segno di miglioramento epidemiologico".

Scoppia intanto, il caso Lombardia tra il governatore Fontana e il ministero della Salute sui dati che hanno portato la Regione in zona rossa. I dati dell'ultimo monitoraggio indicano che "le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie", sottolinea il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.

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Native | 2024-05-21 15:48:00
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