Tutto chiuso fino al 3 Maggio. E' questa l'ipotesi al vaglio del Governo. Insomma, dopo Pasqua non ci saranno riaperture, ma, come accade in questi giorni, ci saranno solo zone arancioni e rosse. Con 3.700 persone ricoverate in terapia intensiva e i numeri ancora alti di nuovi contagiati e vittime, dopo dieci giorni di chiusura, la riapertura riguarderà soltanto le scuole. La proroga dello stato di emergenza sembra scontata, mentre si allontana la possibilità per chi ha la curva in discesa di tornare in fascia gialla dopo il 7 aprile.
Il decreto e il Dpcm del governo che tengono chiuso il Paese scadono il 6 aprile. Si pensa a tenere tutto chiuso (tranne le scuole) fino al 3 Maggio, con la speranza che la campagna di vaccinazione entri a pieno regime.
Dopo Pasqua, riapriranno le scuole. C'è l'ennesimo piano. Il primo giorno tutti gli studenti, ma anche i bimbi di nidi e materne, dovranno essere sottoposti a tampone rapido. Il test sarà ripetuto ogni settimana e in caso di positività sarà effettuato un molecolare a tutta la classe. In questo modo si creerà una sorta di «bolla» per proteggere gli alunni, ma anche i docenti visto che non tutti saranno già stati vaccinati. Per effettuare i controlli si è deciso di chiedere aiuto ai militari e ai volontari della Protezione civile che potranno essere impiegati all’ingresso degli istituti, utilizzando i «salivari» che forniscono una risposta in pochi minuti e sono adatti ai più piccoli. A disposizione ci sono almeno 2 milioni di kit, altri possono essere reperiti rapidamente per garantire una copertura di diverse settimane.
Rimangono dunque chiusi bar e ristoranti, ma anche cinema e teatri che — questo dice il decreto in vigore — possono riaprire soltanto in fascia gialla. Una nuova valutazione sulla possibilità di consentire l’attività a barbieri e parrucchieri in fascia rossa sarà fatta nei prossimi giorni anche per scongiurare gli appuntamenti a domicilio che aumentano il rischio di contagio.
Draghi striglia le regioni
Ieri, nel corso delle comunicazioni alle Camere prima del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, pur usando il consueto tono dimesso, non è stato tenero con le regioni: «Mentre alcune di loro seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».
«La severità con cui Draghi ha bacchettato quelle Regioni che “trascurano gli anziani” è stata accolta come una sferzata ingenerosa. I governatori si sono attaccati al telefono, sfogando tutto il loro stupore perché “il piano vaccinale è stato elaborato dal governo” e chiedendosi il perché di un richiamo così duro. Lo stesso premier ha detto di non voler fare ricorso alla clausola di supremazia, ma tra i presidenti delle Regioni è scattato il panico. Che cosa ha in mente, Draghi? Pensa di centralizzare ancor di più la vaccinazione e commissariare le Regioni inadempienti? Vuole rafforzare ulteriormente i poteri del commissario all’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, indebolendo le Regioni? Interrogativi e timori che non trovano conferme, ma che questa mattina animeranno la riunione dei governatori» scrive Il Corriere della Sera.
AstraZeneca ha nascosto 29 milioni di dosi ad Anagni
«Il sospetto del commissario Ue Thierry Breton era che ad Anagni (Frosinone), nello stabilimento della Catalent che si occupa di infialare il vaccino AstraZeneca, ci fossero 29 milioni di dosi in parte destinati a Paesi extra-Ue. Forse al Regno Unito, che si è accaparrato milioni di dosi anche prodotte (ben 10 milioni) nell’Unione europea, alla quale invece AstraZeneca non ha ancora consegnato le 30 milioni di dosi previste per il primo trimestre, che sono già un terzo di quelle inizialmente pattuite. Questa l’ipotesi consegnata da fonti della Commissione a La Stampa, che ne ha scritto ieri mattina. Breton, sabato, ha chiamato Mario Draghi, che a sua volta ha avvertito il ministro della Salute Roberto Speranza il quale ha mandato i carabinieri del Nas ad Anagni. Tra sabato e domenica, i carabinieri hanno ispezionato l’impianto: le dosi c’erano, precisamente 29.294.700, ma secondo la documentazione consultata erano destinate allo stabilimento AstraZeneca di Saneffe, in Belgio, che gestisce la logistica e le spedizioni dei lotti in Europa e a quello di Leida, Paesi Bassi, dal quale partono i lotti destinati altrove. Nessun provvedimento è stato adottato. Anche Draghi ha confermato che “due lotti” stoccati ad Anagni sono “partiti” per il Belgio. “Dove andranno da lì non lo so”» racconta Il Fatto.
«Dopo un lungo silenzio, nel pomeriggio AstraZeneca ha pubblicato una nota per dire che quei 29 milioni di vaccini stoccati nei capannoni di Anagni saranno così suddivisi: 16 milioni agli Stati Ue e 13 milioni ai
Paesi poveri del progetto Covax. Un chiarimento arrivato soltanto a quattro giorni di distanza dalle ispezioni dei Nas» scrive La Stampa.
Il coronavirus in Italia
Persone vaccinate (due dosi): 2.657.587 (4,46% della popolazione)
Prime dosi (totali): 5.688.858 (9,54% della popolazione)
•
Attualmente positivi: 561.308
Deceduti: 106.339 (+460)
Dimessi/Guariti: 2.773.215 (+20.132)
Ricoverati: 32.026 (+52)
di cui in Terapia Intensiva: 3.588 (+42)
Tamponi: 47.759.055 (+363.767)
Totale casi: 3.440.862 (+21.267, +0,62%)
Il tasso di positività, che martedì era al 5,6%, ieri è salito al 5,8%.