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27/03/2021 13:19:00

Intitolata a Giuseppe Barraco una motovedetta della polizia penitenziaria 

 Intitolata all'agente Giuseppe Barraco una motovedetta della polizia penitenziaria. Chiccho Veneziano, segretario della Uipa, non è riuscito a trattenere le lacrime: “Sì,mi sono commosso quando il vice capo del Dipartimento Roberto Tartaglia ha ufficializzato l'intitolazione dell'unità navale della polizia penitenziaria all'agente Giuseppe Barraco, deceduto a Favignana il 21 dicembre 1991”. Mantenuto l'impegno che il sindaco aveva preso con i familiari di Giuseppe Barraco.

“Tutto è partito – ricorda Veneziano - da un incontro casuale con la sorella di Giuseppe Barraco che mi aveva trasmesso tutto il rammarico della famiglia, sul fatto che tutti si erano dimenticati del fratello deceduto giovanissimo per causa di servizio”. Leggendo la circolare del Dap, il sindacalista ha scoperto che “c'era la possibilità di intitolargli una unità navali del Corpo di polizia Penitenziaria”. Veneziano si è subito messo al lavoro. “Alla fine del mese di dicembre 2020 – racconta - ho interessato il mio collega di sindacato, segretario regionale della Toscana Eleuterio Greco, che ha iniziato l'iter procedurale, considerato che con la soppressione della Base navale di Favignana, la motovedetta non era più in Sicilia, ma era stata trasferita a Livorno. Da quel momento tutta l'Amministrazione penitenziaria con a capo il presidente del Dap Dino Petralia, il vice capo Roberto Tartaglia, i direttori delle carceri di Favignana e Livorno hanno dato prova di grande efficienza, unitamente allo staff del direttore generale del personale del DAP Massimo Parisi, e in appena due mesi hanno permesso simile risultato, coronando il desiderio dei familiari di questo nostro collega deceduto”.

E' la prima che una motovedetta viene intitolata ad un appartenente al Corpo. L'agente Giuseppe Barraco giovane nocchiere motorista della motovedetta d'altura V.3 perse la vita a Favignana il 21 dicembre del 1991. Pur essendo libero dal servizio, non esitò ad sul molo per rinforzare le "cime" agli ormeggi, quando un'onda violenta lo scaraventò in mare e dopo due giorni venne ritrovato privo di vita.