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02/04/2021 06:00:00

Covid, dati falsi in Sicilia: lo scandalo si allarga 

Come l' ex assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, anche due dei tre indagati finiti agli arresti domiciliari nell' ambito dell' inchiesta sui dati relativi alla pandemia modificati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip del tribunale di Trapani, Caterina Brignone.

La dirigente del Dipartimento regionale per le attività sanitarie Maria Letizia Di Liberti ha avanzato la richiesta di essere ascoltata dai Pm di Palermo ai quali sono stati trasmessi, per competenza, gli atti dell' indagine che era stata coordinata dai colleghi trapanesi.

Anche Salvatore Cusimano ha fatto scena muta. L' unico a parlare é stato Emilio Madonia, dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell'assessorato, che ha risposto "nelle linee generali e con riferimento al proprio ruolo". Frattanto, Maria Letizia Di Liberti è stata sospesa, così come comunicato dall’assessore regionale alla Funzione pubblica, Marco Zambuto: “La dottoressa Maria Letizia Di Liberti, con decorrenza dalla data della misura cautelare che la riguarda, è obbligatoriamente sospesa dal servizio in applicazione delle vigenti disposizioni”. “Il provvedimento, unitamente all’avvio del procedimento disciplinare – aggiunge l’assessore – sarà adottato quando sarà notificata l’ordinanza che, ad oggi, non è stata trasmessa agli uffici”.

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Si allarga lo scandalo per i dati falsati nell'emergenza Covid in Sicilia. L'inchiesta è partita da Trapani ma adesso riguarda altre Procure. Stiamo parlando di fatti gravissimi, morti spariti, dati truccati, come emerge dalle carte. Come il caso dei 180 morti "dimenticati" nel 2020, perchè erano deceduti per Covid a casa o nei pronto soccorso degli ospedali e che sono stati "spalmati" nel 2021 per fare riequlibrare i dati, fornendo così un quadro distorto dell'emergenza pandemica. L'inchiesta ha portato ai domiciliari i vertici del Dipartimento della Regione che rivela i dati, e ha costretto Ruggero Razza alle dimissioni da assessore alla Sanità. Ci sono 6 indagati e 36 capi di imputazione. con almeno 40 episodi di false comunicazioni accertate dai Carabinieri con le intercettazioni.

Razza, dal canto suo, si dice innocente. Convocherà a breve una conferenza stampa e risponderà ai magistrati, ma solo a qulli di Palermo. Con quelli di Trapani ha fatto scena muta, perchè non riconosce la loro competenza territoriale. Per Razza non c'è alcun falso, perchè l'eventuale ritocco dei numeri non ha cambiato nulla rispetto alla scelta di cambiare o no colore alla Sicilia. Secondo l'avvocato di Razza, Trantino, i dati di cui si parla "hanno solo valore ai fini statistici". "Quelli che determinavano le scelte del governo nazionale sono caricati sul sistema dalle Asp" aggiunge. 

Secondo indiscrezioni, Musumeci terrà l'interim sulla Sanità a lungo. La settimana prossima ci sarà il dibattito all'Ars, poi la conferenza stampa di Razza, poi è atteso il Tribunale del Riesame. Se la posizione di Razza venisse alleggerita, qualcuno ipotizza il suo rientro nella squadra assessoriale, anche perchè Musumeci ha un grandissimo feeling con lui e non si fida di altri, per quel ruolo.

Secodno gli investigatori, i dati venivano truccati per dare della gestione dell’emergenza sanitaria nell’Isola un'immagine rassicurante, scongiurando così l'effetto che nuove chiusure avrebbero avuto in termini di consenso politico.
Ricordiamo che da martedì ai domiciliari ci sono la dirigente generale del Dasoe, Maria Letizia Di Liberti, suo nipote Salvatore Cusimano, dirigente alla Regione ed Emilio Madonia, dipendente di una società che si occupa
della gestione informatica dei dati dell’assessorato. Gli altri due indagati, al momento, oltre a Razza, sono i due dirigenti regionali Ferdinando Croce e Mario Palermo.
La Diliberti insieme a Cusimano avrebbe aumentato «i decessi, comunicando il numero di +15 in luogo di + 4, per recuperare - si legge nel provvedimento del gip - il dato relativo a +180 morti del periodo marzo-aprile 2020 mai comunicati prima».

Il 19 marzo 2021 quando Giuseppe Rappa, dipendente dell’Asp di Palermo  chiama la Di Liberti per avere indicazioni su cosa fare, perché - spiega - «oggi ci sono solo 4 soggetti deceduti». «... stiamo facendo un giro di telefonate per sistemare un poco la situazione - dice -. Deceduti di oggi ne abbiamo 4, vuol dire che se diamo quelli che abbiamo a domicilio non ne abbiamo più da parte, siccome ne abbiamo una sfilza, ne abbiamo 27, che sono vecchi deceduti che non abbiamo mai comunicato ... eh ... noi aspettiamo autorizzazione se possiamo comunicarli o meno». «Quanti sono in totale oggi?», chiede la dirigente. «In totale oggi nei presidi ospedalieri sono 4 - le risponde Rappa -. Però finendo questi, ci rimangono che abbiamo 27 deceduti che sono misti tra domicilio e ospedali». La Di Liberti ha la soluzione: «Eh.. cominciate a metterne qualche altro per arrivare a 15.. e recuperiamo qualcuno dei vecchi».

L’inchiesta si allarga e in vista ci sono nuovi indagati. Ma dalla prossima settimana saranno con ogni probabilità i pm palermitani e non più trapanesi a gestire le indagini. Il gip Caterina Brignone ha disposto la trasmissione degli atti alla procura del capoluogo siciliano dichiarandosi incompetente.  Tre i nomi indicati dal gip Brignone sui quali svolgere approfondimenti, tra cui quello del commissario per l’emergenza Covid, Renato Costa. 
«Vanno sicuramente meglio definite le posizioni di persone non ancora indagate - scrive il gip -, ma il cui agire sembra aver contribuito alla falsificazione di dati rilevanti".

SANTANGELO.  "Alla luce dei gravi fatti emersi dall'inchiesta condotta dalla Procura di Trapani, ho deciso, congiuntamente a tutti i senatori siciliani del MoVimento 5 Stelle, di presentare un'interrogazione parlamentare al Ministro della Salute per chiedere il commissariamento della sanità siciliana". Lo afferma il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Santangelo. "Avevo già anticipato in Aula che avremmo utilizzato tutti gli strumenti che la legge mette a nostra disposizione per chiedere al governo questo commissariamento, al fine di ripristinare al più presto le condizioni di normalità. Ad oggi, infatti, non è chiaro quali siano i dati epidemiologici effettivi in Sicilia. Al contempo, da questa vicenda emergerebbe la necessità di misure di vigilanza più incisive sul flusso dei dati trasmessi dalle Regioni. Tra le domande poste al Ministro Speranza, anche quella di procedere alla sostituzione del governatore Musumeci dall'attuale incarico ricoperto di commissario straordinario per l'emergenza Covid in Sicilia, al quale si è aggiunto quello di Assessore alla Sanità, a seguito delle dimissioni di Razza.
Riponiamo piena fiducia nell'attività degli inquirenti, che ringrazio per il prezioso lavoro svolto, ma nel frattempo continueremo a vigilare su questa vicenda perché la tutela della salute dei cittadini siciliani, così come di tutti gli italiani, rappresenta il diritto fondamentale più importante da salvaguardare" ha concluso il senatore Santangelo.

PD.  "Per quanto ci riguarda l'esperienza di Musumeci - in qualità di commissario all'emergenza covid ma anche e soprattutto di presidente della Regione siciliana - è giunta al capolinea: Musumeci devi dimetterti. Il Pd Sicilia da oggi avvia una mobilitazione continua, ritornerà nelle piazze per liberare palazzo d'Orleans chiedendo in ogni sede sede le dimissioni del governatore". Lo dice il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, dopo una riunione della direzione regionale del partito ieri sera su Zoom, dopo la vicenda dei dati falsati sul covid. La direzione regionale del Pd - con oltre 100 componenti compresi i parlamentari regionali e nazionali - ha redatto un documento finale i cui punti principali sono: richiesta al Governo nazionale per la rimozione di Musumeci dalla carica di commissario per l'emergenza Covid in Sicilia rivendicando una figura di alto profilo che restituisca la verità negata ai siciliani; immediate dimissioni del presidente della regione siciliana, Nello Musumeci; avvio della raccolta firme per sostenere la richiesta di dimissioni. Il Pd chiede che Regione e Asp si costituiscano parte civile nell'eventuale processo per la vicenda dei dati covid.

MUSUMECI. "Le dimissioni? Sono per i vili e i fuggiaschi, loro si dimettono. Noi siamo qui per cambiare questa terra. Il percorso di rivincita della Sicilia è ancora lungo e faticoso, ma lo abbiamo iniziato". Le dichiarazioni di Nello Musumeci, presidente di regione siciliano, fanno discutere dopo il suo intervento in Aula in occasione dei lavori dedicati all'inchiesta della Procura di Trapani. Ha risposto così all'opposizione che chiedeva le dimissioni per la vicenda riguardante i dati sull'emergenza Coronavirus falsati. Tutto, secondo gli inquirenti, per evitare la zona rossa. I numeri sarebbero stati modificati per quanto riguarda i positivi e i tamponi effettuati.  "L'espressione 'spalmiamo i morti" è stata assolutamente infelice, anche se si usa nel gergo. Può suscitare giustamente indignazione: però se si fosse detto distribuiamola o accreditiamola, forse avrebbe suscitato meno reazione. Quel termine si riferiva al fatto che quei dati erano arrivati dalle strutture con cinque giorni di ritardo, quindi non avrebbe avuto senso caricarli in un solo giorno, quello sì sarebbe stato atto falso. Non potevi dire che c'erano stati 26 morti in un giorno, quando erano stati in 4-5 giorni. Comunque li collochi il saldo finale non cambia". 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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