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12/05/2021 10:27:00

La Sicilia è ultima per vaccini, e dona le dosi alla Puglia 

 La Sicilia è ultima per vaccini somministrati, e siccome il governo regionale ha un sacco di dosi nei magazzini, ha deciso di donarle alla Puglia.

In Sicilia, ci sono ancora più della metà delle dosi in frigorifero. Per l'esattezza, le dosi snobbate sono il 52% del totale.

E forse proprio per alleggerire il carico delle scorte inutilizzate che giovedì, 13 maggio, ben 50mila dosi di Astrazeneca saranno trasferite dall'isola alla regione Puglia.

In Sicilia, domenica 9 maggio, sulle 27mila 700 dosi somministrate appena 2mila 576 sono state quelle AstraZeneca, il giorno prima - come risulta a Repubblica - erano 4mila 19 sulle oltre 35mila 700 dosi somministrate. Tanto che a Palermo 250mila dosi del vaccino di Oxford restano nei frigoriferi. Per questo la task force regionale vaccini siciliana sta censendo le fiale in scadenza per dirottarle in Puglia con la quale sarà stretto un accordo.

Lla Puglia brilla in fatto di efficienza vaccinale. Dopo il Veneto, è l'area che ha somministrato più dosi in assoluto (il 92,1% di quelle ricevute). In pratica, attualmente sono fin troppo in avanti rispetto alla tabella di marcia fissata dal commissario straordinario, Francesco Figliuolo. E ora con le dosi aggiuntive la Puglia andrà sempre più veloce.

Scrive Il Giornale: "In realtà, mentre le regioni si contendono dosi di vaccino, non si capisce ancora cosa succederà a fine giugno quando la Ue non rinnoverà il contratto con Astrazeneca per la fornitura dei vaccini in Europa. All'Italia spettano circa 40 milioni di dosi e finora ne ha ricevute meno di 7 milioni. Da Bruxelles fanno sapere che le consegne per il 2021 saranno rispettate. «Il contratto resta in vigore fino alla consegna dell'ultima dose», dice un portavoce della Commissione Ue. E la domanda che viene spontanea è: ma quando arriveranno le dosi? Un carico si aspetta il 13 maggio ma il quantitativo è ancora sconosciuto. Si naviga a vista. Ma Astrazeneca, azienda produttrice, rassicura sul prossimo futuro. E spiega che il mancato rinnovo del contratto con Ue non avrà conseguenze sulle seconde dosi visto che le consegne riguardano il 2022 mentre restano confermate quelle dell'anno in corso. Ma la precauzione non è mai abbastanza quando si parla di Astrazeneca. Troppe volte le rassicurazioni dell'azienda sono state disattese e così alcune regioni, che le hanno somministrate senza lesinare, ora si trovano a fare due conti".