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27/06/2021 06:00:00

E Miccichè difende il governo di Musumeci. “Il centrodestra è unito”

Sale sul palco a metà pomeriggio Gianfranco Miccichè, presidente dell’ARS, blocca il giornalista, niente domande, va a braccio.


Lo dice chiaro: solo il centrodestra è in grado di governare questa terra, ha già dimostrato di saperlo fare, gli altri hanno solo fatto disastri: “Spesso sbattiamo contro muri di gomma, perché comunque abbiamo fatto le leggi e una autorizzazione però non si ottiene e la gente è disperata. Abbiamo creato una commissione apposta per la verifica di attuazione delle leggi e qualcosa sta venendo fuori. Il lavoro che sta facendo questo governo è importante, c’è una responsabilità in capo a ciascuno dei deputati. Stiamo morendo. Il Covid ci ha portato via l’ 11%di Pil, i siciliani che abbiamo attorno sono nostri parenti e fratelli, non possiamo fermarci al pelo nell’uovo”.

Miccichè è un fiume in piena, lancia l’allarme per l’autunno con problemi sociali seri a causa anche della rimozione del blocco dei licenziamenti: “Per favore se c’è qualcuno che ha bisogno di una concessione noi lo dobbiamo aiutare in tutte le maniere. E’ un momento terribile. Se c’è un problema legato ad una legge la cambiamo, le leggi le fa il parlamento”.

Difende il governo regionale e la giunta, persone che lavorano in silenzio e in maniera costante. Senza sosta, afferma, ma la situazione difficile non consente spesso al governo di fare i miracoli: “Meglio di questo governo non ne troviamo. La coalizione c’è”.
E’ il presidente a chiudere la kermesse, lo ha detto quasi commosso: “Abbiamo scalato le rocce, abbiamo seminato ma ora è tempo di raccogliere. Non siamo così generosi di consentire al primo arrivato in doppio petto di raccogliere i nostri frutti. Ad ognuno il proprio merito”.
Sui partiti è stato chiaro, sono necessari perché devono selezionare la classe dirigente che poi andrà a governare: “Il tema della coalizione non è messo in discussione, il centrodestra c’è e non verrà svuotato perché qualcuno vorrebbe spaccarci per tornare indietro di trenta anni”.
Un commosso pensiero poi ai 4 mila morti siciliani morti per Covid.