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19/07/2021 02:00:00

Il "Diavolo veste Prada" e l'eutanasia legale

 ll Diavolo veste Prada. The Devil Wears Prada è un film del 2006 diretto da David Frankel, il cui soggetto è tratto dall'omonimo romanzo di Lauren Weisberg.

Apprezzate furono le prestazioni delle protagoniste Meryl Streep e Anne Hathaway. Inoltre il lungometraggio viene giudicato come un prodotto valido e qualitativamente superiore al romanzo da cui è tratto. Anche in Italia la bobina fu accolta positivamente da pubblico e recensione. Fu un successo al botteghino. Il titolo dell'opera cinematografica è tornato utile per la comprensione della proposta di referendum sull'eutanasia legale. Fino al 30 settembre si raccoglieranno le firme per raggiungere le 500mila, ciò permetterà di votare sul quesito referendario. Il testo vuole riformare l'articolo 579 del codice penale. È nella domanda che il Diavolo veste Prada. È la pubblicità dell'enunciato "eutanasia legale" che indossa il marchio di Miuccia. Nelmerito del referendum parzialmente abrogativo.

Questo il testo del quesito referendario: Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del codice penale - omicidio del consenziente - approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole «la reclusione da sei a quindici anni»; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole «Si applicano»?

Il nuovo articolo 579 c.p. potrebbe essere questo:
Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con le disposizioni relative all’omicidio[575-577], se il fatto è commesso:
1. Contro una persona minore degli anni diciotto;
2. Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti;
3. Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno [613 2].

Satana si materiallizza perché si permette ad un caro di potere dare la morte al richiedente, ma ciò ha un prezzo carissimo, ed è la violenza psicologica che dovrà sopportare l'esecutore per sempre. A meno che si assoldi qualcuno per eseguire la condotta. Allora perché non legalizzare la vera eutanasia ossia: fare la dolce morte in una struttura medica con la dovuta informazione, il medico somministra il farmaco, se si vuole in compagnia di un beneamato e l'opportunità di ripensarci anche fino all'ultimo secondo. Oppure il suicidio assistito, è chi vuole una morte dignitosa ad assumere la medicina. Questi trattamenti sono previste per patologie irreversibili e ausili salvavita o malati terminali, con forti sofferenze fisiche. Ma si comprende la necessità del compromesso salatissimo di questo passaggio. Lo scrivente infatti firmerà la richiesta e qualora si andasse al voto, si alla cancellazione. Ma, ebbene sì il Diavolo veste Prada.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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