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25/07/2021 06:00:00

Chi è Totò Calvanico, l'uomo dei finanziamenti per l'agricoltura in Sicilia

Totò Calvanico, 60 enne supermanager mazarese, che si occupa di agricoltura, politica e affari, è stato super consulente dell’ex Governatore della Sicilia Totò Cuffaro e a maggio di quest’anno ha subito un sequestro di beni per 155mila euro stabilito dai giudici del Tribunale delle Misure di Prevenzione su proposta della Procura nazionale antimafia e dalla Questura di Trapani. Somma, quella sequestrata a Calvanico e ai suoi familiari, considerata dagli inquirenti quale provento delle tangenti percepite dal manager, affinché, tramite i suoi contatti con funzionari e pubblici amministratori della Regione, e del Ministero della Attività Produttive, agevolasse l’elargizione di contributi in favore di aziende operanti nel settore agricolo.

Il Questore di Trapani Salvatore La Rosa e il Procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho avevano fatto una maxi proposta di sequestrato non accordata dal Tribunale delle Misure di Prevenzione. Nei confronti di Calvanico, citato in diverse indagini di mafia in Sicilia, ma mai colpito personalmente, c’è un fascicolo giudiziario con il deposito di una richiesta di sequestro con oltre 700 pagine, rapporto investigativo firmato da Giovanni Leuci e Giuseppe Linares. Calvanico, però, non ha mai avuto accuse dirette di mafia, lo ribadiscono anche i giudici del Tribunale del Riesame che hanno escluso contatti diretti e connivenze con Cosa nostra.  Rimane il fatto che questo manager, ritenuto un‘eccellenza per l’agricoltura, tanto da essere consulente dell’ex Governatore Cuffaro, per decenni ha frequentato soggetti parecchio spregiudicati, ma restando indenne da accuse dirette.

La truffa e il collegamento con la strage di Brescia - Una delle inchieste su una maxi truffa all’Ue e allo Stato, e nella quale compare la figura di Calvanico, è quella capeggiata dal pacecoto Vito Marino, che nel 2006, per quella truffa uccise a Brescia, Angelo Cottarelli, la moglie e il figlio. Cottarelli e Marino erano soci ma in seguito ci furono dei contrasti sulla spartizione dei soldi e Cottarelli fu ucciso con la moglie e il figlio, da Vito Marino, furono sgozzati come animali. Marino è adesso in carcere condannato all’ergastolo.

Il rapporto con Cuffaro e il sistema Calvanico – Se Calvanico è diventato l’esperto numero uno in Sicilia per il comparto dell’agricoltura, lo deve sicuramente allo storico rapporto con Totò Cuffaro e a tutta quella rete di politici e imprenditori che lo stesso Calvanico ha favorito, e in alcuni casi tra questi imprenditori ci sono nomi vicini o appartenenti al Cosa nostra. Secondo gli investigatori Trapanesi e la Procura nazionale antimafia, Calvanico è stato al centro di un sistema di truffe finalizzato alla percezione indebita di erogazioni pubbliche riguardanti il settore agricolo. Tra il 2004-2005, Totò Calvanico, tramite il controllo occulto sul Consorzio Sikelia, ha erogato contributi pubblici in favore della Irsa una società amministrata da altri personaggi finiti sotto indagine con lo stesso Calvanico. Di questa vicenda ha dato testimonianza e ci sono i verbali di uno dei protagonisti della truffa, il commercialista Francesco Paolo Tartamella. Calvanico gestiva la “Euforbia” una società che si occupava di istruire le pratiche per i contributi pubblici destinati all’agricoltura, ma nello stesso tempo stesso era impegnato con la società “Sofiter Tech”, incaricata dall’”Agea” (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) di effettuare i controlli sulla spesa dei fondi pubblici da parte degli imprenditori finanziati.  Un sistema controverso ed anomalo denunciato qualche anno addietro dal presidente dell’autorità anticorruzione, Raffaele Cantone. Per la Procura nazionale antimafia e per la Questura di Trapani, Calvanico non avrebbe perso nessun affare speculativo e lucroso legato ai contributi del comparto agricolo, riuscendo a farlo piazzando propri uomini nei posti dell’amministrazione destinati all’erogazione di fondi pubblici e restando  sempre con le mani pulite.

Calvanico e il controllo dell’iter dei finanziamenti – In diversi rapporti investigativi Calvanico è considerato un soggetto in grado di intervenire in tutte le fasi amministrative riguardanti l’erogazione dei finanziamenti pubblici in particolare nel settore agricolo, a partire dal momento della valutazione dei progetti e dell’inserimento nelle graduatorie, sino alla fase dell’erogazione dei fondi e dei relativi controlli, ponendosi come perno tra l’apparato politico - amministrativo e gruppi di imprenditori/liberi professionisti dediti alla frode sistemica di ingenti contributi pubblici regionali e nazionali.

L’intercettazione del boss Vito Gondola – Del ruolo centrale di Calvanico nella gestione dei finanziamenti pubblici per l’agricoltura, era a conoscenza l’ex capo mandamento di Mazara, Vito Gondola, deceduto da qualche tempo, e gestore dei “pizzini” diretti a Matteo Messina Denaro. Gondola parla di Calvanico, quando c’era da risolvere una controversia sull’acquisto di terreni appartenuti ad un parente dei defunti esattori di Salemi, Nino e Ignazio Salvo. Nel 2013, sia la famiglia mafiosa di Salemi che per il mandamento mafioso di Mazara del Vallo, guidato da Vito Gondola, Salvatore Calvanico era considerato il punto di riferimento per l’acquisto di terreni che, per le due consorterie potevano potenzialmente beneficiare di importanti finanziamenti pubblici.

I politici conosciuti da Calvanico - Tra i politici, oltre a Cuffaro, che rientrano tra quelli che ha frequentato Calvanico c’è anche l’attuale presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, l’ex senatore Antonio D’Alì, condannato questa settimana sei anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, entrambi presenti e attivi per la campagna elettorale per le regionali della figlia di Calvanico, Silvia. Ma c’è lo stesso presidente consiglio comunale trapanese Giuseppe Guaiana (socio di Calvanico nella società Dog srl).