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09/09/2021 13:25:00

Marsala avrà una piazza intitolata a Marco De Bartoli

 “Piazza Marco De Bartoli”. L'intitolazione dell'area pubblica al “vignaiolo e produttore vinicolo marsalese” è stata ufficializzata dal sindaco Massimo Grillo con proprio provvedimento, acquisito l'unanime parere favorevole espresso dalla Commissione Toponomastica.

L'area pubblica individuata è quella prospicente la via XI Maggio, con angolo Vicolo Coccio, in atto denominato Largo Andrea Di Girolamo (questo sarà il nuovo toponimo sostitutivo di Vicolo Coccio, nel frattempo diventato Via). Acquisito il “nulla osta” della Prefettura di Trapani, si procederà alla collocazione del targa dedicata a Marco De Bartoli cui, ad oltre dieci anni dalla scomparsa, il mondo del vino tributa ancora apprezzamenti per avere contribuito in maniera incisiva – sia in ambito nazionale che internazionale – alla crescita del vino siciliano.

Marco De Bartoli è morto ormai 10 anni fa. Sono stati molti in questi anni a ricordarlo come uno dei più grandi vignaioli italiani, come un rivoluzionario del vino ma attaccato alle tradizioni. Ecco un profilo di Marco De Bartoli tratto da I Vignaioli Storici, di Luigi Veronelli e Nichi Stefi e pubblicato sul sito dell'azienda. 

Ha l’irruenza solare della sua terra: quando lo incontri vorrebbe raccontarti tutto in pochi minuti, e farti assaggiare tutto, spiegarti la sua gioia e la sua soddisfazione per giudizi positivi al suo vino e insieme vorrebbe esprimerti la sua rabbia per come viene considerato il vino del Sud e si fa meridionalista, e poi, all’improvviso, s’adombra contro gli uomini della sua stessa terra che hanno trasformato il nome marsala, per decenni, in una parola quasi volgare.
Ha le lacrime agli occhi quando parla del degrado della sua Sicilia, si accende di furore; ma si distende subito, nei suoi mille progetti quando il bicchiere si accosta alle labbra.
Il “Vecchio Samperi” è un vino che non ha nulla cui poterglisi paragonare. Unico, arrogante, potente, spavaldo, ma senza disarmonia, irripetibile. Ed è questo vino – per fortunissima avventura non si poteva chiamare Marsala perché non è fortificato come il disciplinare del Marsala Vergine prevede – che lo ha portato sulla scena dei grandi ove subito ha avuto il ruolo del protagonista.
L’azienda è a dodici chilometri da Marsala, in quella terra di Sicilia che è grande in ogni sua manifestazione, nel bene e nel male; terra dura di uomini duri, di famiglie assestate sul territorio. Marco De Bartoli ha i segni guasconi della volontà di vincere su tutti i fronti e ha vinto, con la tenace, caparbia convinzione di essere nel giusto, e per dimostrarlo parla molto come si usa in Sicilia, non per raccontarsi, ma per permettermi di bere: è lì la sua prova più grande.
Oggi ha famiglia di cui è fiero: Renato e Sebastiano, figli, son quasi grandi e Josephine, l’ultima nata, porta il nome della nonna di origine francese. Anche della sua origine è fiero che anche da parte di padre già si stava nel vino. Ha ristrutturato la cantina non solo con gusto e umiltà, ma con l’orgoglio e la coscienza di esser riuscito a far quello che sperava: i suoi vini si son moltiplicati e – oltre al Vecchio Samperi, che esiste in versione 10 – 20 – 30 e 40 anni (dell’ultima serie soltanto 250 bottiglie, senza prezzo, per i privilegiati di Dio) – produce: il Marsala Superiore di vent’anni; il Josephine Doré (la parte giovane del Vecchio Samperi che è, ovviamente, invecchiato col metodo soleras): l’Inzolia di più facile impegno; il Josephine Rouge, amabile rosso da uve pignatello; e infine il Moscato Passito di Pantelleria, da uve moscato provenienti dal cru Bukkuram, che in arabo sta per “padre della vigna” ad indicare il luogo migliore.
Quando lo frequenti scopri che Marco De Bartoli, possente e gentile, con i capelli ricci, tagliati cortissimi, sorride e sai che conosce quali siano, nella vita come nell’uva, i valori.