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22/09/2021 09:40:00

L'avvocato, i giornalisti, i falsi testimoni: la Procura di Marsala chiude le nuove indagini su Denise 

 Mitomani che si improvvisano testimoni, un avvocato che gli dà credito, un circo mediatico impazzito. La Procura di Marsala chiude e archivia le nuove indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone. Ma nel provvedimento non mancano bacchettate per tutti: per i giornalisti che si sono buttati a capofitto sulla storia, per chi inquina le indagini, per il ruolo anche dell'avvocato Giacomo Frazzitta, il legale di Piera Maggio.

«C'è un altissimo rischio di inquinamento indotto dalle modalità con cui in modo martellante e asfissiante le trasmissioni tv e i siti si occupano del caso della piccola Denise Pipitone». E’ l’allarme che i pm di Marsala lanciano nel provvedimento con cui la scorsa settimana hanno chiesto l’archiviazione dell’inchiesta.

Cinquantadue pagine di motivazione in cui si ripercorrono i nuovi accertamenti eseguiti e le storie di falsi testimoni come Antonella Allegrini e il marito Paolo Erba che hanno confessato di essersi inventati tutto.  I due avevano contattato il legale della madre di Denise, l’avvocato Giacomo Frazzitta, e gli avevano raccontato di aver visto la bambina nell’hotel di Mazara in cui lavorava la Corona, il giorno della scomparsa. Gli accertamenti bancari e telefonici hanno provato che i due si erano inventati tutto. «La vicenda - scrivono i magistrati - è descritta così in dettaglio che chiunque potrebbe avere il ruolo di testimone. Navigatore del web o spettatore di talk show sarebbe in grado di raccontare tutti i dettagli. Mitomani di ogni sorta e personaggi in cerca d’autore purtroppo si inseriscono indebitamente in questa vicenda ed è forte il rischio che persone innocenti vengano consegnate all’opinione pubblica come mostri da sbattere in galera" Dopo aver scoperto le menzogne dei due, i pm li convocano. La donna, terrorizzata, chiama Frazzitta. Le loro conversazioni vengono intercettate. «L'avvocato anziché assumere un atteggiamento neutro e di prudenziale attesa, non potendo essere a conoscenza della falsità delle dichiarazioni della donna - scrivono i pm in una durissima parte dedicata al legale - reagiva con rabbia esprimendo giudizi pesanti sui magistrati». "Sono puerili! Perché i magistrati fanno schifo cara signora” dice Frazzitta non sapendo che la telefonata è intercettata – I magistrati fanno schifo in Italia lo dobbiamo dire e sta succedendo anche nel caso Denise. Se ne stanno andando a indagare la collega. Quale è l’urgenza?». Il riferimento è all’inchiesta sulla ex pm Angioni che, dopo aver denunciato depistaggi sulla inchiesta originaria sulla scomparsa di Denise, si è ritrovata indagata per false informazioni a pm. Per i magistrati «evidentemente in questo modo si potenzia la reticenza».

 «Le intercettazioni telefoniche e ambientali captate nel corso delle indagini danno conto di una vischiosa commistione tra protagonisti della vicenda, giornalisti e parti processuali in grado di fuorviare e compromettere la genuinità di delicati passaggi investigativi» scrivono i pm di Marsala. 

«L'influenza dei media è a tale punto che essi non si limitano a raccontare gli eventi piuttosto, spesso, in una gara a chi arriva prima tra diverse testate giornalistiche, a provocarli. E tali eventi hanno pure una sgradevole referenza sulle indagini in corso», aggiungono.
Nel provvedimento viene fuori anche la figura di un ex carabiniere, Francesco Lombardo, ora collaboratore di Giacomo Frazzitta, il legale di Piera Maggio, la madre della piccola Denise. I magistrati parlano di «un monitoraggio delle indagini, grazie a una pericolosa triangolazione veicolata da Lombardo che attingeva notizie dallo studio legale dal quale sono partiti diversi input all’indagine,e immediatamente li riferiva al giornalista di turno». Dai contatti di Lombardo emerge che diversi giornalisti erano a conoscenza «degli spunti investigativi prima ancora che venissero sviluppati».

Nel provvedimento la Procura parla di «insano rapporto indissolubile tra le parti processuali e i giornalisti " e di "cortocircuito mediatico-giudiziario potenzialmente. idoneo a ingenerare false piste e inutili speranze».