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23/12/2021 11:03:00

Dai controsoffitti agli ascensori: tutti i guai del Palazzo di Giustizia di Trapani 

 Controsoffitti che crollano, ascensori fuori-uso, condizionatori in tilt. Le carenze strutturali del Palazzo di giustizia di Trapani sono ormai sotto gli occhi di tutti, avvocati, magistrati utenti. In più di una circostanza i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per il crollo dei pannelli esterni. Lo scorso mese di settembre l'ultima tegola: il divieto di utilizzare il parcheggio per il pericolo di cedimenti dal prospetto esterno.
Una situazione di criticità più volte denunciata dalle toghe. In particolare dalla Camera penale. Istanze a go-go per sollecitare la messa in sicurezza del Palazzaccio. A prendere posizione anche il direttivo della Camera civile dopo il crollo di alcuni pannelli del contro-soffitto dell'aula bunker dove si svolgono importanti processi per mafia.

E dopo l'ennesima protesta, la buona notizia: in arrivo 1,3 milioni di euro per interventi edilizi urgenti. La denuncia della Camera penale era, infatti, stata raccolta dall'onorevole  Maria Carolina Varchi  che aveva presentato un'interrogazione al Ministro di Giustizia,  Marta Cartabia. E la risposta è arrivata: stanziati circa 1,3 milioni di euro per porre fine alle carenze strutturali del Palazzo di Giustizia.

Ma appaltati i lavori per la collocazione degli ascensori, il colpo di scena la ditta incaricata di eseguire le opere avrebbe utilizzato materiale difforme da quelle indicato nel capitolato. Ergo, due misure restrittive a carico dei responsabili della società di Partinico “Nord Elevators” che si era aggiudicata la gara. Salvatore Lo Biundo è finito agli arresti domiciliari; mentre per Antonino Lo Biundo è scattato l'obbligo di dimora. L'accusa, frode in concorso in pubblica fornitura. I lavori erano stati appaltati dal Provveditorato delle opere pubbliche di Calabria e Sicilia per un importo di oltre 82 mila euro. Insomma, per il Palazzo di giustizia di via XXX Gennaio non c'è pace. Alle criticità si aggiunge ora questa inchiesta che ancora non è chiusa e che allunga il recupero di un edificio che rischia di mettere in pericolo l'incolumità di quanti vi lavorano e vi accedono con cadenza quotidiana.