Prima le code nelle farmacie e nei laboratori di analisi per effettuare il tampone cautelativo in vista delle feste e delle cene, ora dopo capodanno, quello post cenone.
Una versa psicosi che rischia di essere pericolosa e controproducente. Ieri all'Hub fiera di Palermo erano migliaia le persone in coda con le auto per fare il tampone in drive-in. A confermarlo a "Repubblica" è il commissario per l'emergenza Covid a Palermo Renato Costa, che snocciola numeri impressionanti. "Duemila duemilacinquecento persone al giorno in drive-in, altri mille quelli convocati per contatti stretti con positivi. E su questi abbiamo anche avuto un'incidenza del 30%". Il tampone non assicura l'immunità spiega Costa - e chi è negativo rischia di adottare comportamenti non consoni. Con l'aumento vertiginoso dei contagi bisogna non frequentare tanta gente assieme e invece, - dice il commissario - si sa di feste in case private e ville prese in affitto.
A Palermo come in qualsiasi altra città della Sicilia. Nel catanese i carabinieri del Nas hanno scoperto in un ristorante di Aci Castello e in un circolo di Paternò come due cene si sono trasformate in serate danzanti con balli di gruppo. I risultati di tanta incoscienza li vedremo tra qualche giorno.
Rispetto allo scorso anno però c'è da dire che in base al numero di nuovi contagiati non c'è, fortunatamente, un proporzionale aumento dei ricoveri. "Se fosse stato così - dice Costa - avremmo avuto una catastrofe. Questo dimostra che il vaccino protegge e la gente lo ha capito", conclude.