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07/01/2022 06:00:00

Sicilia, sanità in ginocchio. Razza ancora impreparato sull'emergenza Covid

Il disastro della sanità siciliana è stato servito, non contenti della prima ondata dove a traballare sono stati gli ospedali adesso la performance dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, è "migliorata".


Dopo l’indagine per i morti spalmati e le sue dimissioni, l’assessore è tornato al suo posto in poco tempo, aveva deciso di mantenere un profilo basso, lo aveva assicurato ai siciliani e allo stesso presidente Nello Musumeci, così basso che proprio adesso in piena quarta ondata, con Omicron che dilaga, il suo silenzio suona come un requiem.


Il giovane avvocato catanese, delfino del governatore, dalla buona oratoria e dal tono pacato, magari, non ha davvero contezza di quello che in Sicilia sta accadendo. E non lo raccontano i social, nemmeno la voce del popolo, che per molti versi, e per altri anche, è la voce di chi vive le cose sulla propria pelle, ma lo dicono i medici, gli infermieri, gli operatori del 118, lo dicono i farmacisti, i laboratori, i medici di famiglia: tutto è in tilt. Il tracciamento faceva acqua da tutte le parti prima, è completamente inondato ora, non c’è speranza alcuna per questa terra martoriata da chiunque pensi di poter essere all’altezza nel gestire non solo la sanità ma addirittura una pandemia.


Gli hub vaccinali sono sotto stress,
le Usca non arrivano più a coprire la massa di gente che ha necessità di verificare la positività o meno, e in caso di negativizzazione va ancora peggio: centinaia di persone a casa in balia di un messaggio, una mail o un numero a cui nessuno risponde. Una agonia, lenta e snervante. Gli ospedali hanno esaurito i posti disponibili, questo vale per tutte le province siciliane, c’è grande affanno e altrettanta preoccupazione tra i medici, loro si che vengono spalmati nei vari reparti e non possono nemmeno permettersi uno sfogo: guardati a vista dalle Asp di riferimento, perché la sanità per molti va raccontata come una favola allegra, con un lieto fine e invece ci sono falle e la responsabilità di qualcuno sarà.


E mentre ancora la maggioranza di governo siciliano continua a ripetere che la pandemia è arrivata mentre nessuno se lo aspettava di anni ne sono passati due, l’emergenza è divenuta una costante a cui l’assessore non ha saputo dare una immediata e ferma risposta. La costante è stata l’approssimazione.
Un assessore commentatore sui social, con la risposta pronta, quasi a volersi deresponsabilizzare ma potrebbe, ad esempio, spiegare perché ancora il padiglione di Malattie Infettive di Marsala non è stato realizzato, la data di consegna era maggio 2021.


Eppure nel post del 3 gennaio sulla pagina Facebook Razza commenta: “Mi rendo conto che si siano accumulati ritardi nelle comunicazioni e qualche disservizio di troppo. Me ne scuso e posso confermare che già da questa mattina il servizio drive-in per i tamponi è stato più che potenziato, con l’apertura di nuovi centri in tutta la Sicilia. Allo stesso modo le nove Aziende provinciali sono impegnate nel recuperare il ciclo comunicativo, reso più lento anche per effetto dei giorni di festa. Buona settimana e raccomando a tutti sempre il rispetto delle regole e l’adesione alla campagna vaccinale. Immaginate cosa poteva essere gestire questa mole di casi, senza l’impatto positivo del vaccino”.

 

 

Sembra un paradosso, si parla dei giorni di festa come se la pandemia in quei giorni si fosse arenata, invece correva libera e veloce.
E mentre il tracciamento è saltato, i reparti si sono riempiti, a Palermo si iniziano a montare i primi ospedali da campo perché il quadro epidemiologico è pesantissimo.
E mentre c’è emergenza ovunque nessun’altra patologia è scomparsa, si continua a morire, non ci sono interventi di routine, che vengono rimandati, la gente non si sottopone agli screening nemmeno di prevenzione. Divampa l’incertezza, lo scoramento alberga in questa terra che mai sente parlare di dimissioni di chi non ha saputo assolvere al dovere più grande: non deludere i siciliani, non tutelare la loro salute.