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17/04/2022 13:10:00

Una ricerca siciliana: "Chi fuma è meno esposto al Covid19"

Qualcosa del genere girava già nei primi mesi del Covid. Ora c'è ancora uno studio siciliano, condotto dal centro ricerca dell'Università di Catania secondo cui chi fuma sarebbe meno esposto al Covid19. Ma resta, ovviamente, esposto a tante altre malattie, da quelle cardiache, a respiratorie, ai tumori in varie parti del corpo. Anche se altri studi dicono che i fumatori che contraggono il Covid, avendo già i polmoni compromessi per la malsana abitudine, potrebbero avere dei peggioramenti rispetto a chi non fuma nel caso di gravi sintomi della malattia.

Insomma, il fumo potrebbe ridurre il rischio di prendere il Covid, ma uccide in altro modo. 

 
"Rispetto ai non fumatori, i soggetti di cui è stata appurata in maniera oggettiva la condizione di fumatori sembrano essere meno suscettibili allo sviluppo dell'infezione da Sars-CoV-2. Questi risultati sono in accordo con dati precedenti che hanno dimostrato l'associazione tra lo status di fumatori autoriferito e una riduzione dei marcatori dell'infezione da Sars-CoV-2. I nostri risultati supportano l'idea che nuove applicazioni farmaceutiche innovative a base di nicotina possano prevenire l'infezione". Dichiara a Repubblica il fondatore del Coehar, (centro di ricerca multidisciplinare che studia soluzioni scientifiche innovative per la riduzione del danno da fumo), professor Riccardo Polosa, illustrando i risultati di uno studio siero-epidemiologico condotto sulla popolazione e sugli operatori sanitari dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Oasi di Troina attraverso un ampio campione probabilistico differenziato per sesso ed età.

Lo studio è stato condotto dal centro di ricerca dell'università di Catania in collaborazione con la Duke University negli Stati Uniti e grazie al sostegno del Comune e dell'Oasi di Troina. Lo studio - dal titolo "The effect of laboratory-verified smoking on Sars CoV-2 infection: Results from the Troina sero-epidemiological survey", pubblicato su Internal and Emergency Medicine - ha rilevato che "la prevalenza di positività anticorpale per il virus Sars-CoV-2 era inferiore nei fumatori rispetto che agli ex fumatori o a chi non aveva mai acceso una sigaretta: rispettivamente 19.8% e 31%.".

"Sono rimasta colpita nel vedere che lo status di fumatori era associato a una minore positività anticorpale da Sars-CoV-2 - spiega la professoressa Venera Tomaselli, docente di Statistica sociale dell'università di Catania e membro del Coehar - tuttavia, va sottolineato che il fumo è un'abitudine di vita malsana che provoca la morte di circa 8 milioni di persone ogni anno, il doppio del Covid-19".