Il mistero dell'epidemia di epatite pediatrica. Ecco cos'è
Un altro caso di sospetta epatite acuta pediatrica, patologia molto aggressiva che colpisce i bambini sotto i dieci anni, si è verificata nelle scorse ore in Italia. Ha coinvolto un bambino di 4 anni e a confermare. Il piccolo, di Prato, è stato portato in ospedale nel pomeriggio di ieri ed è poi stato trasferito al pediatrico Meyer, dove sono in corso accertamenti: secondo quanto riferito da fonti sanitarie, è ricoverato nel reparto di Rianimazione e le sue condizioni sono considerate molto gravi.
Secondo quanto si apprende i medici non escluderebbero la possibilità di ricorrere a un intervento di trapianto di fegato.
Il bambino è, dunque, uno dei casi italiani di sospetta epatite grave "non A-non E", cioè provocata da un agente patogeno diverso da quelli più frequenti. Dopo essere rimasto per pochi giorni al Meyer, ieri è stato trasferito al Bambin Gesù.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire il piccolo ha avuto un aggravamento molto rapido delle sue condizioni cliniche. E il caso ricorda quelli riscontrati in altri Paesi, in particolare nel Regno Unito.
Molti casi di epatite infantile sta colpendo Regno Unito e altri Paesi in Europa. La causa di questa misteriosa ondata di casi potrebbe essere stata indirettamente la pandemia: ad oggi sono oltre un centinaio i bambini colpiti in Uk e altri in Europa. Gli esperti che stanno studiando questo fenomeno ipotizzano che i ripetuti lockdown potrebbero aver avuto un ruolo. Da gennaio ad oggi nel Regno Unito si contano 108 bambini sotto i 10 anni d'età colpiti da epatite, una malattia infiammatoria del fegato. Di questi otto hanno avuto bisogno di un trapianto di fegato. Sono stati segnalati casi anche negli Stati Uniti, in Irlanda, in Danimarca, nei Paesi Bassi e in Spagna, ma gli scienziati non sono ancora sicuri di cosa ci sia dietro questi casi. L'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ritiene che gli adenovirus, una famiglia di virus comuni che di solito causano raffreddori lievi, vomito e diarrea, possano svolgere un ruolo. In effetti, circa il 77% dei casi in Gran Bretagna è risultato positivo anche all'adenovirus. Gli esperti incaricati di indagare sull'ondata di queste epatiti ritengono che il ciclo infinito di lockdown possa aver svolto un ruolo determinante, indebolendo l'immunità dei bambini e lasciandoli a maggior rischio di contrarre un adenovirus. Scrivendo sulla rivista Eurosurveillance, il team, guidato dall'epidemiologa della Public Health Scotland, Kimberly Marsh, ha affermato che potrebbero esserci molto bambini "immunologicamente naif" nei confronti del virus a causa delle restrizioni.
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