Omicidio Nicoletta, dall'arresto alla condanna all'ergastolo in appello per Margareta Buffa
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Nelle scorse settimane è stata confermata anche in secondo grado la condanna all’ergastolo per Margareta Buffa, la 33 enne di origine romena che l’1 febbraio 2021 la Corte d’assise di Trapani aveva già condannato all’ergastolo con l’accusa di concorso nell’omicidio di Nicoletta Indelicato, 25 anni, anche lei di origine romena, uccisa con dodici coltellate e poi parzialmente bruciata la notte tra il 16 e il 17 marzo 2019 nelle campagne di contrada Sant’Onofrio, nell’entroterra di Marsala.
La condanna in secondo grado - A confermare il carcere a vita è stata la seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo (presidente Pellino, giudice a latere Pellegrino). Per questo omicidio, che a suo tempo ha scosso la città, lo scorso aprile, la prima sezione della Cassazione ha reso definitiva la condanna, poi confermata in appello, a 30 anni di carcere che il 15 maggio 2020, il gup di Marsala Francesco Parrinello, con rito abbreviato, inflisse a Carmelo Bonetta, 38 anni, reo confesso.
In primo grado la prima condanna all’ergastolo - I giudici della Corte d'Assise di Trapani accolsero la richiesta dell'ergastolo per la Buffa da parte del pubblico ministero e delle parti civili, rappresentate dall'avvocato Giacomo Frazzitta. Il pm Maria Milia al termine della sua requisitoria: “Margareta Buffa ha pianificato l'omicidio di Nicoletta Indelicato, agendo con lucidità e malvagità”.
Per il pm la pena per la Buffa doveva essere superiore a quella inflitta a Carmelo Bonetta. "Margareta Buffa ha depistato, occultato, denigrato la personalità di Nicoletta e ha reso dichiarazioni fuorvianti. Il suo alibi è maliziosamente preordinato e falso. Non è un alibi, ma la prova della sua colpevolezza”. “Margareta Buffa – sottolineò il pm Milia – non è vittima di Carmelo Bonetta come vorrebbe fare credere. Il maestro di balli caraibici faceva tutto quello che lei gli chiedeva”.
La frase intercettata che la inchioda la sera del 19 marzo 2019 - Una frase Intercettata dagli inquirenti portò ad una svolta le indagini la sera del 19 marzo 2019, quando nella sala d’aspetto della caserma dei carabinieri di Marsala Margareta Buffa disse a Bonetta: “Non si deve trovare il corpo, ok?, capiscimi. Da qui voglio uscire con la mia auto e la mia vita”.
Il vero movente dell’omicidio manca, l'arringa su Margareta Buffa – L’arringa dell’avvocato difensore della famiglia di Nicoletta Indelicato, Frazzittadall: “Un delitto efferato, frutto di una escalation di violenze, premeditato. Un delitto maturato quando Margareta Buffa perde il controllo su quella che lei riteneva di essere la sua gallina dalle uova d'oro - Per questo Margareta Buffa merita "Il fine pena mai". Nella sua arringa l'avvocato Giacomo Frazzitta si associa alla richiesta del Pm: carcere a vita. "Incalzata da me - sottolinea l'avvocato che assiste i familiari della ragazza uccisa a coltellate - Margareta stava confessando. Si sarebbe così potuta salvare. É ancora in tempo". Frazzitta si è anche soffermato sul movente: "Ormai è chiaro. Margareta è una escort a pagamento e nel suo giro di prostituzione voleva coinvolgere anche Nicoletta. Carmelo Bonetta e Nicoletta Indelicato erano i suoi schiavi. Dovevano fare tutto quello che voleva lei nel caso contrario erano violenze". Frazzitta ha poi accusato il papà dell'imputata: "Sul coltello ha detto una menzogna. Ha reso falsa testimonianza. Ha detto una bugia non su un dato marginale, ma su un dato fondamentale: l'arma del delitto".
Capace di intendere e volere - Agli inizi del processo è stato accertato che Margareta Buffa fosse capace di intendere e di volere e le sue condizioni psichiche sono compatibili con il regime carcerario. E’ stata subito smontata una presunta incompatibilità con la detenzione di Margareta Buffa, sotto processo per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, e detenuta al penitenziario di Agrigento. Prima dell’udienza è stata necessaria una perizia sulla Buffa. In particolare una psichiatra del carcere di Agrigento ha refertato dei “sintomi ansiosi” e ha chiesto la possibilità che Buffa venisse osservata per un periodo in un osservatorio psichiatrico. A seguito di questo referto il Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, si attiva, nell’ipotesi che ci potesse essere incompatibilità con il regime carcerario, e prevede una perizia. Perizia avvenuta il giorno prima dell’udienza, proprio in carcere. Dalla verifica sia dei referti che dal colloquio avuto con Margareta Buffa è emerso che non c’erano delle effettive urgenze psichiatriche.
Assolta per stalking - Margareta Buffa, condannata, in primo grado, alla pena dell'ergastolo per l'omicidio della marsalese Nicoletta Indelicato – è stata assolta “perchè il fatto non sussiste”, dall'accusa di stalking. La Buffa era stata denunciata dal suo ex, un militare della Marina, trapanese. Lui l'aveva lasciata e lei, per niente rassegnata alla fine della loro relazione sentimentale, secondo la versione della presunta vittima, avrebbe iniziato a molestarlo e a perseguitarlo.
“Non tutto ciò che è inopportuno – ha detto in aula l'avvocato Ingrassia, citando appunto il giurista tedesco – è reato. E poi gli atteggiamenti della mia assistita non hanno provocato uno stato d'ansia nei confronti del suo ex, tale da modificargli vita”. Ergo, assoluzione. Il Pubblico ministero, invece, aveva chiesto una condanna a due anni e due mesi.
Alla lettura della sentenza, Margareta Buffa era collegata in videoconferenza dalle carceri di Agrigento dove sta scontando la sua pena per il delitto di Nicoletta Buffa, la ragazza – anche lei rumena d'origine e adottata da una famiglia marsalese - uccisa a coltellate e poi data alle fiamme in contrada Sant'Onofrio.
Le lettere della Buffa al padre - In attesa della sentenza di primo grado, le giornate in carcere Margareta Buffa le trascorreva lavorando. “Faccio la porta-vitto – scrive al padre- Alle 8 porto la colazione, alle 12 il pranzo, alle 18 la cena. Lavoro sette giorni su sette e mi danno 800 euro al mese. I soldi te li farò avere per posta, così ti aiuto e tu devi prenderli perché sei sempre il mio grande papino ed io ti voglio bene”.
Ha scritto nella lettera della sua innocenza - “Non ho ucciso e non sono complice. Da qui uscirò a testa alta perché non ho colpe”. Ed ancora: “Non sono né una prostituta, né una escort come dicono”. Margareta Buffa parla anche di Nicoletta Indelicato: “L’ho sempre difesa perché per me era come una sorella. Come potevo lasciarla sola nel momento del bisogno?”.
Poi un amaro sfogo: “Io ho detto la verità, ho chiesto aiuto: carabinieri, polizia, genitori di Nicoletta. Nessuno mi ha voluto aiutare. Ho fatto tante denunce papà. Ora sono qui da innocente, ma lotto per la verità”. Infine, un pensiero al suo legale Ornella Cialona: “E’ bravissima ed io vincerò questa guerra”. In realtà la Buffa ha cambiato avvocato ed ora è stata condannata all'ergastolo anche in appello.
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