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31/08/2022 06:00:00

E a Selinunte ci sono locali che non hanno mai pagato le tasse. Alfano, “Devono pagare”

 Non chiamateli evasori, sono debitori. Di lunga data, ma debitori. Dopo chioschi ed alberghi, ecco spuntare i debiti degli esercenti di Marinella di Selinunte. Quasi tutti i locali che si affacciano davanti la cosiddetta piazza di legno, nel centro della borgata, non avrebbero mai pagato i tributi. E non si tratterebbe soltanto dell’occupazione del suolo, ma anche di tutti gli altri, dai rifiuti all’imposta sulla pubblicità. Alcuni non avrebbero mai pagato nemmeno l’acqua.

Il fenomeno è emerso quando la piazza lignea è stata resa nuovamente fruibile dopo i lavori di ristrutturazione e i commercianti dall’altra parte della strada avrebbero potuto mettere tavoli e sedie.

 

Si, perché per ottenere le concessioni per il suolo pubblico, occorre essere in regola coi tributi, oppure aver fatto una rateizzazione (ne abbiamo scritto qui). Attenzione, non solo con le pregresse occupazioni degli spazi, ma proprio con qualsiasi tributo comunale. E stando soltanto agli esercenti dello Scalo, le quote non pagate supererebbero di molto i 100 mila euro. Senza contare i debiti che si sono già prescritti perché più vecchi di 5 anni.

Nella piazza ci sono i tavolini di un solo esercente che, essendo nuovo, non ha debiti tributari pregressi. Gli altri, date le condizioni percepite come inaccettabili, hanno scelto di mettere il loro tavolini direttamente sull’asfalto, a margine della strada, come se invece lì fosse possibile. Ma niente da fare: sono stati multati e costretti a “ripristinare lo stato dei luoghi”.

 

Gira anche una voce che parla dell’esistenza di un vecchio accordo tra il comune e gli stessi esercenti, ai quali in passato sarebbe stato abbuonato il costo del suolo pubblico in cambio della manutenzione della piazza. Di quest’accordo però non esiste alcuna traccia presso gli uffici comunali e nessun esercente l’ha mai tirato fuori. Ed è davvero difficile pensare che un’amministrazione pubblica potesse ricorrere ad una forma verbale. A meno che, nel tempo, non sia avvenuto all’insaputa di sindaci e commissari. In ogni caso con una validità pari a zero.

Eppure, anche se questo fantomatico accordo venisse improvvisamente ritrovato in un’improbabile  forma scritta, non potrebbe certo consistere nel barattare la manutenzione della piazza (di cui per altro non c’è traccia, se si esclude qualche vite e qualche tavola sostituita col fai da te) col pagamento di tutti i tributi comunali. Inoltre, se la manutenzione, quella seria, ci fosse stata davvero nel corso degli anni, forse la piazza non si sarebbe ridotta ai minimi termini.

Ecco perché quella del presunto accordo non è una storia che fa la differenza. Al massimo potrebbe servire a ridurre un po’ il debito. Ma niente di che.

Così come non sposta il “problema” più di tanto il fatto che le tariffe per l’occupazione del suolo pubblico siano troppo elevate. E’ vero, sono al massimo. E non potrebbe essere diversamente, essendo il comune in pieno dissesto finanziario.

 

Si dirà che è normale che chi chiede una concessione pubblica debba essere in regola coi tributi, se no niente concessione. Invece no. Prima del 2020, a Castelvetrano non era affatto così. Le cose sono cambiate con una delibera di giunta, che ha avuto bisogno di essere “rafforzata” con una direttiva del sindaco inviata ai capi di direzione.

 

Cosa succederà adesso? Lo abbiamo chiesto al sindaco Enzo Alfano, che ci ha risposto così:

 

Dovranno pagare. Alcuni devono ben oltre i 40 mila euro. Non riesco a capire che abbia messo loro in testa che i tavolini si sarebbero potuti mettere sull’asfalto, invece che sul tavolato di legno, senza incorrere nell’occupazione abusiva. Non si dica però che non ho mostrato apertura. Da febbraio scorso incontro gli esercenti su questo tema. Ma sulla riduzione delle tariffe non ci possono essere margini di trattativa. E’ la legge. Va rispettata. E gli uffici sono obbligati a farla rispettare, se non vogliono incorrere in provvedimenti disciplinari.

 

E se non pagano?

 

Il comune procederà al recupero coattivo degli importi.

 

E se i tavolini continueranno ad occupare, non la piazza lignea, ma la striscia d’asfalto a margine?

 

La polizia municipale, mi dicono, ha già fatto delle multe. Poi, se la cosa dovesse verificarsi di nuovo, oltre alla multa è prevista la chiusura del locale per cinque giorni, con segnalazione alla procura della Repubblica. Se si persevera, si può anche arrivare alla chiusura definitiva. Ciò non riguarda soltanto Marinella di Selinunte, ma l’intero suolo pubblico castelvetranese.

 

E’ un muro contro muro?

 

No, è la base della pubblica amministrazione. Da troppi anni, quasi la metà dei castelvetranesi non paga le tasse. Il dovere di chi amministra è fare il possibile per ripristinare la legalità, non solo perché in dissesto finanziario, ma anche nel rispetto di chi invece le tasse le paga.

 

Egidio Morici