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13/09/2022 06:00:00

  Così la mafia fa arrivare la droga a Marsala

La famiglia mafiosa di Marsala al centro del mercato della droga in città.

Dall’hashish fatto arrivare dal Nord Africa, alla cocaina e alla marijuana fatta arrivare da Catania, dalla Calabria, da Partinico. Contatti un po’ dappertutto, per poi approvvigionare la piazza marsalese. Piccoli spacciatori locali, o fanatici dello sballo che ne acquistavano in gran quantità. E tra le piazze di spaccio in cui la famiglia marsalese faceva affari c’era il quartiere popolare di Amabilina. La droga per cosa nostra resta un affare. E’ quello che emerge dall’ultima operazione antimafia tra Marsala e il Belice che ha portato a 35 misure cautelari e 70 indagati. La mafia faceva arrivare la droga a Marsala da ogni parte della Sicilia e della provincia di Trapani.

 

Sono diversi gli episodi raccolti dagli inquirenti.
Come la droga venduta da Antonino Raia e Vito De Vita a Piero Di Natale per 1300 euro. Un chilo e 30 grammi di non meglio specificata sostanza. La stessa droga è stata venduta da Di Natale, Marco Buffa e Riccardo Di Girolamo a Lorenzo Catarinicchia per 2700 euro.
Lo stesso Di Natale e Rosario Stallone comprano 3860 euro di droga da Jhonatan Lucchese. Episodi di vendita di droga vengono attribuiti anche a Vincenzo Spezia, il mafioso di Campobello condannato alcune settimane fa per abusi sessuali su minori.
Piero Di Natale è tra i più attivi. E’ lui che rivende 4,255 kg di marijuana a Giuseppe Speciale e MIchele Vitale per 7860 euro.
Nelle conversazioni intercettate si parla di droga con nomi in codice. Si parla di "limoni", di "mandarini", di “alberi” per indicare la disponibilità di droga.
Sono molti i rapporti tra i mafiosi marsalesi ed esponenti della criminalità di altre città.

 

 

 


Un chilo di coca da Paceco
Francesco Raia, Leonardo Casano e Filippo Aiello, ad esempio, nel 2019, comprano un chilo di cocaina da Carmelo e Giuseppe Salerno, padre e figlio, di Paceco. Gli costa 46 mila euro. Carmelo Salerno era stato arrestato nell’operazione antimafia Scrigno a Marzo dello stesso anno, un mese dopo l’affare con i marsalesi.. Gli inquirenti scrivono di “costanti rapporti” tra Raia e la famiglia mafiosa di Paceco. Salerno è stato uomo di fiducia del boss della mafia trapanese, Vincenzo Virga.

 


I calabresi
Antonino Raia è uomo di spicco della famiglia mafiosa marsalese. Conosce molta gente anche per i traffici di droga. E’ spesso in contatto per gli affari di droga con Piero Di Natale. Insieme, i due, parlano di come e dove approvvigionarsi per poi rivendere la droga nel mercato locale. I due fratelli Raia hanno tante amicizie anche oltre lo Stretto. Gente già finita in carcere. “Io e mio fratello abbiamo un poco di amicizie in Calabria, ma una parte gia si li purtaro. In Calabria, a Rosarno ho gente che ce l’ha. Ma non è che vai là e gli dici “cento grammi” ci vogliono…”. Ci vogliono i soldi. Non puoi andare dalla Ndrangheta per poca roba.
Non sono gli unici, i Raia, ad avere contatti calabresi. Vincenzo Spezia a maggio 2020, pochi giorni dopo la fine del lockdown, incontra la fidanzata. Bisogna ricominciare subito a fare affari. Gli inquirenti scrivono che si stava preparando “un imponente traffico di cocaina e hashish”. La donna dice a Spezia che “poteva vantare appoggi importanti nell’ambito del traffico di sostanze stupefacenti, sia in Calabria che nel resto d’Italia”.

La spartizione dei guadagni tra Marsala e Mazara
I guadagni dalla vendita della droga dovevano finire alle famiglie mafiose di Marsala e Mazara. Qualsiasi grosso affare doveva avere il consenso di Franco Luppino.
In una conversazione intercettata Marco Buffa specificava che una quota era destinata al proprio cugino detenuto, Dario Messina, con lui arrestato il 19 aprile 2018 e attualmente
sottoposto a custodia cautelare e a processo per aver diretto il mandamento di Mazara del Vallo, e altra quota alla famiglia mafiosa di Marsala, nel cui territorio sarebbe avvenuta l'importazione dello stupefacente; il tutto, ovviamente, previa autorizzazione di "iddu", ovverosia Franco Luppino.

La droga da Partinico
Piero Di Natale ha rapporti con Franco Luppino, boss di Campobello, ma anche con i membri del mandamento mafioso di Partinico. Di Natale e Luppino vengono intercettati mentre devono organizzare riunioni con i referenti palermitani. Il punto in agenda è il traffico di droga. Non è gente di poco conto. Ma persone ben inserite nel contesto mafioso della provincia palermitana. Di Natale incontra, tra gli altri, Michele Vitale, figlio del capo mafia Vito, arrestato nel 2021, e Giuseppe Speciale, condannato per aver fatto parte della famiglia mafiosa di Partinico. Si parla di traffici di droga. Di Natale racconta che in passato aveva importato un chilo di hashish dal Nord Africa che gli era stata consegnata da un “marocchino” che era impegnato anche nel trasporto di migranti.