Caro Direttore, quando la prima volta ho letto l“Appello contro Marta Fascina agli elettori di Marsala, Trapani e della provincia”, mi sono fatto trascinare dall’accorata denuncia e al tempo stesso rassegnata presa d’atto che la candidata paracaduta dall’alto da un volo che da Arcore l’ha portata nella nostra terra, ce l’avrebbe fatta. Infatti la 32enne Marta Fascina è stata eletta nel collegio uninominale alla Camera dei Deputati a Marsala con 58 mila voti, pari al 36 per cento dell’elettorato.
Salvo Glorioso scrive: “caro Michele Serra, ho letto con grande sconcerto e senso di vergogna, in quanto siciliano, la notizia che il signor Silvio Berlusconi ha candidato Marta Fascina a Marsala. E perché non in Lombardia? Evidentemente il Cavaliere ha
individuato nei marsalesi la comunità più sensibile e prona per fare eleggere la sua badante. Ma la cosa più sconcertante è che non ho letto né sentito reazioni indignate da parte dei marsalesi. Evidentemente Berlusconi ha visto giusto.
Naturalmente Salvo Glorioso non ha letto il suo articolo. Cosa che invece ho fatto io anche dopo le elezioni, che sappiamo come sono andate in generale e come sono andate in particolare in Sicilia. Qui in Sicilia, occorre ricordarlo, con Forza Italia primo partito del centro destra, Berlusconi aveva vinto 61 a 0 tanti anni fa e che nel 2022 non solo ha fatto eleggere la sua compagna a Marsala ma ha piazzato come governatore della Regione siciliana Renato Schifani.
La Sicilia nel suo complesso, in larga maggioranza, ha dimostrato e dimostra di essere devota a Berlusconi e alla destra in generale. Non c’è dubbio che, anche per la carenza della sinistra, nel Mezzogiorno persiste una tradizione poco dignitosa e per
certi versi molto dolorosa fatta di vassallaggio e di infeudamento, l’uomo ricco e potente piace perché dispensa favori e solleva dalla fatica una comunità di eguali con pari diritti e pari doveri.
Ma veniamo al suo “Appello” e al motivo per cui sono tornato a leggerlo. Oltre alla figura retorica dell’anafora “CONTRO”, che lei ha saputo sapientemente ed efficacemente utilizzare, ho trovato il suo testo, contenente il suo appello “che non serve a nulla”, di alto profilo e contenuto politico, civico, etico e morale.
Ma detto tutto questo rimane purtroppo un grosso mistero di quale sia il nesso fra la signorina Fascina e il collegio che l’ha eletta senza fare un piega. Sui motivi per i quali invitava i cittadini a votare “contro” Marta Fascina ho fatto la seguente riflessione: se questi motivi fossero stati rovesciati sarebbero diventati tutti motivi “a favore” per votare Linda Licari - di cui il suo giornale si è occupato - una donna marsalese, candidata nella lista del Pd all’Assemblea Regionale Siciliana che, pur prendendo 2000 preferenze, non ce l’ha fatta. Mi limito a riportare una sua dichiarazione:
“Con riferimento alle donne “come riempi lista” è ancora una battaglia lunga e ardua anche all’interno del Partito Democratico che per certi versi ha fatto notevoli passi avanti per il raggiungimento della parità di genere. Sarei presuntuosa affermare che la mia candidatura possa fare la differenza. Tuttavia anche questa questione delle donne in politica sarà uno dei punti
principali rispetto al quale io non mi tirerò indietro. Se sarò eletta, sono intenzionata a continuare la mia battaglia all’interno dell’ARS. Cercherò di portarla avanti con tutte le mie forze insieme alle colleghe e ai colleghi che mostrano maggiore sensibilità a questo tema”.
Caro direttore, mi permetta di dire che ho avuto modo di seguire molto da vicino il tragitto che ha condotto Linda Licari a far parte della lista presentata dal Pd nella provincia di Trapani, che nasce sostanzialmente dalla sconfitta subita alle elezioni comunali di Marsala e la vittoria della destra capeggiata da Massimo Grillo. Una giunta anchilosata, priva di iniziative e senza neanche una parvenza di progetto di città che aveva e continua ad avere bisogno di affrontare e risolvere le nuove emergenze con competenza, tempestività e lungimiranza. Con un’ opposizione ridotta a tre consiglieri peraltro non eletti nelle file del Pd locale.
Un circolo del Pd territoriale incapace di reagire, che ha creato, per un lungo periodo di tempo, una grave situazione di stallo e di disorientamento, di fronte a cui e grazie a un sussulto di orgoglio di un gruppo di persone, coordinato da Linda Licari, ha saputo dare vita a un circolo Pd online, non a caso denominato Nilde Iotti. Partono da lì, fino al congresso straordinario del Pd comunale di Marsala con le elezioni di Paolo Pace a segretario e del nuovo gruppo dirigente formatosi nel fuoco delle battaglie e delle iniziative sviluppate sul territorio accanto alle proposte avanzate per rimuovere le inerzie e i vuoti che hanno caratterizzato l’attuale amministrazione di destra. In continuità con l’azione politica del circolo online, il nuovo gruppo dirigente del circolo territoriale, sarà sicuramente in grado di ricostruire passo dopo passo un’organizzazione forte, efficiente e pronta a raccogliere la sfida delle prossime elezioni politiche nazionali e regionali.
La canditura di Linda Licari è figlia di questo travagliato passaggio. L’abbiamo vista durante la campagna elettorale come ha dovuto guadagnarsi metro dopo metro il consenso del territorio, nonostante coloro che le remavano contro. Che sono stati
pochi ma le cui argomentazioni oltre che risibili e preconcette sono state astiose e puerilmente recriminatorie, fra cui, con dispiacere, devo annoverare l’ex sindaco Alberto Di Girolamo che ha fatto una campagna elettorale a favore del candidato di
Mazara dottor Bianco, sminuendo le capacità politiche della candidata di Marsala, strenua consigliera sostenitrice della sua giunta.
Ma Linda ha trovato a suo fianco una moltitudine di donne, uomini, giovani, lavoratori e studenti che hanno creduto
in lei, le hanno dato il sostegno che meritava e che continua a riceverlo per altre future battaglie. Linda Licari, come tanti altri siciliani, non si rassegnano a essere solo una minoranza orgogliosa. Sappiamo che da quella minoranza sono usciti Pio La
Torre, Peppino Impastato, Pippo Fava, Piersanti Mattarella, per non parlare dei giudici Terranova, Chinnici, Livatino, Falcone e Borsellino. Tutti i nomi che la candidata eletta a Marsala ignora e che i suoi elettori hanno voluto colpevolmente
dimenticare.
Filippo Piccione