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15/10/2022 07:00:00

La guerra Russia-Ucraina e la scoperta della dilpomazia come via d'uscita...

 Come volevasi dimostrare. Era il 24 febbraio c.a. e la Russia dello zar Putin invadeva l'Ucraina, al netto dello spauracchio fascista paventato da Mosca per raccogliere consensi sull'operazione speciale, si perché il russo ha fatto leva anche sulla semantica per giustificare le sue nefandezze, l'intenzione è stata lampante, come il conflitto che si augurava Vladimir, ossia l'accoglienza del popolo ucraino da liberatore che lo avrebbe condotto senza nessuna opposizione a Kiev. E invece ha, abbiamo imparato a conoscere la Resistenza dei Rhuteni, che ottenuta la solidarietà degli occidentali ha chiesto un sostegno materiale con l'invio delle armi.

La richiesta è stata esaudita, e grazie al materiale bellico d'ultima generazione ed anche il vetusto equipaggiamento dell'armata rossa nonostante la superiorità di quest'ultima si è arrivati ai giorni nostri. Stati Uniti ed Europa hanno applicato immediatamente sanzioni economiche e la ritorsione russa è arrivata sul gas, per noi italiani un dramma poiché la nostra politica energetica ci aveva legato a Mosca per l'approvvigionamento della risorsa naturale, che utilizziamo anche per la produzione di corrente elettrica, al 40% del fabbisogno annuale.

Il governo Draghi parzialmente è corso ai ripari ma il futuro mette paura con un inflazione alta - 8,5% - e una recessione tecnica per l'ultimo trimestre di quest'anno e il primo del prossimo. Solo adesso l'opinione pubblica nostrana, non tutta fortunatamente, ha scoperto la diplomazia e desidera che i contendenti facciano la pace e che Cina, Europa e Turchia mettono ad un tavolo i veri antagonisti gli USA, dubito che gli Ucraini siano disposti a morire per gli yankee e non per la loro libertà, e la Russia, e ciò sta accadendo con molta insistenza in queste ore nell'agenda politica e si dibatte finanche sull'utilità delle marce della pace, quando l'espressione serena del proprio pensiero è sempre proficua, nonostante il pensiero del segretario comunale del PD lilibetano dopo che ragazze per dare solidarietà alle donne iraniane perseguitate in Persia emulandole si tagliano ciocche di capelli, scrive in un post che: "È più importante donare il sangue che tagliare i capelli. Si è più utili. Non essendo in Iran". Con via del Nazareno e Frisella street è come sparare sulla Croce Rossa. "Se non punge non tange" come volevasi dimostrare.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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