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07/12/2022 04:00:00

Mafia, Mattarella incontra familiari vittime stragi di Capaci e Via D'Amelio

 "Trent'anni non sono pochi. Ma ogni anno il ricordo è sempre con lo stesso valore e intensità che c'era nei primi giorni.
Però questo di far vedere le conseguenze sulla vita familiare dei congiunti, sullo sconvolgimento di prospettive di futuro e di condizioni è il modo per far toccare con mano l'orrore di quello che commette la mafia con i crimini. Ed è il modo - come ho detto - più efficace, anche per i giovani, per trasmettere questo messaggio di consapevolezza". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale, in occasione del trentennale delle stragi del '92, Lamberto Giannini, Capo della Polizia - Direttore generale della Pubblica Sicurezza, con una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle Stragi di Capaci e di Via D'Amelio composta da Maria Rosaria Costa (vedova di Vito Schifani), Concetta Mauro Martinez (vedova di Antonio Montinaro), Rosalba Terrasi (fidanzata di Rocco Dicillo), Angelo Corbo (ferito Strage Capaci), Provvidenza Mazza (consorte di Angelo Corbo), Giuseppe Costanza (ferito Strage Capaci), Manfredi Borsellino (figlio del Magistrato Paolo Borsellino) e vice Questore della Polizia di Stato, Lucia Borsellino (figlia del Magistrato Paolo Borsellino), Desiree Benedetti (figlia di Maria Rosaria Costa), Luisa Affatato (madre di Rocco Dicillo) e Mauro Parissone di "42° Parallelo" società di produzione del documentario "I ragazzi delle Scorte" che andrà in onda sui canali Rai.


"C'è stata una crescita molto grande in questi anni - prosegue -. Però far vedere le conseguenze umane, familiari, concrete, nella vita quotidiana, che si prolungano nel tempo, è il modo più efficace e più forte per toccare con mano, e per rendersi conto di che cosa comporta. Tra l'altro, so bene che l'attività di scorta non era soltanto, per coloro che ricordiamo, un'attività professionale, un modo di impegnarsi professionalmente. Era anche frutto di una passione e del legame con la persona con la quale si stava. Era frutto di passione e anche un contributo protagonista alla vita civile e di sicurezza del Paese.
Per questo ricordarlo è fondamentale, e questo modo è particolarmente efficace. È anche un modo per far rinnovare, intorno ai familiari delle vittime e ai superstiti, la solidarietà del Paese che - ripeto - non si è attenuata, non è venuta meno affatto.
Però è bene contribuire a farla stare sempre al massimo livello. Ed è questa la solidarietà che intendo esprimervi adesso, questa sera. Per chi, come me, ha avvertito da vicino quei due eventi e ha avuto quindi maggiore capacità di poter comprendere cosa comportavano come effetti pubblici e come conseguenze private, familiari, nella vita quotidiana, l'apprezzamento per questa iniziativa è ancora più alto".

"Ringrazio il Capo della Polizia, e ringrazio coloro che hanno impiegato la loro professionalità per realizzare questo documentario: è un messaggio importante che viene trasmesso. È un bel messaggio. Io so bene che non c'è nulla, neanche a distanza di trent'anni, che possa rifondere, in qualche modo, che possa coprire, che possa rimuovere quello che è avvenuto, e il dolore che si è avvertito allora e che si è avvertito nel corso del tempo, e si protrae nel corso del tempo. E' questo un modo di far conoscere le persone, le figure individuali delle singole vittime. E questo è davvero un bel modo di ricordarle".

 



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