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13/12/2022 06:00:00

D'Alì, il giorno più lungo

18,30 -  La Corte di Cassazione ha deciso di rigettare il ricorso, di non rinviare, e far diventare, così, definitiva la condanna a sei anni di reclusione per l'ex senatore e sottosegretario agli Interni, Antonio D'Alì.

Per il politico trapanese adesso si aprono le porte del carcere. D'Alì è stato per 20 anni uno dei più alti esponenti politici della provincia di Trapani.
 

Il processo riguardante il senatore trapanese ha avuto alterne fortune e vicende. Nell’ultimo pronunciamento della corte d’appello di Palermo, del 21 luglio 2021, il politico è stato condannato a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa ma si trattava del processo d’appello bis, dopo alterni esiti processuali. Fra i vari pronunciamenti c’è stata anche una assoluzione poi appellata dalla procura e ribaltata. Il procedimento nei confronti di D'Alì va avanti, infatti, da 11 anni.

6,00 - Quella di oggi potrebbe essere la sua ultima giornata da uomo libero, prima dei prossimi sei  anni. E' il giorno più lungo per Antonio D'Alì. L'ex senatore della Repubblica, sottosegretario agli Interni, leader di Forza Italia a Trapani, attende la decisione della Corte di Cassazione sul suo lunghissimo processo che lo vede accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Se gli ermellini daranno il via libera alla sentenza d'appello, rigettando il ricorso dei suoi legali, per D'Alì si potrebbero aprire le porte del carcere. Tutti con il fiato sospeso, dunque.

Il fatto che la Corte di Cassazione abbia rinviato ad oggi la decisione, dopo l'udienza di qualche mese fa, accende qualche timida speranza tra i sostenitori dell'ex senatore: sicuramente i giudici andranno con i piedi di piombo per leggere bene le carte di un iter processuale complicato, che ha vissuto diversi colpi di scena.

Certo è che, qualche anno fa, per D'Alì la condanna sarebbe stata certa. Ma oggi la sensibilità sul tema del concorso esterno in associazione mafiosa, "creatura" della giurisprudenza che ha fatto molte vittime illustri, è cambiata. E quindi anche per questo la sentenza è attesa, perchè, in termini di diritto, è destinata comunque a stabilire una nuova pietra miliare nei rapporti tra politica e giustizia.  Così come è possibile che la Corte decida per un nuovo rinvio, per esaminare i punti della vicenda che rimangono ancora contorti e poco chiari.

Il processo riguardante il senatore trapanese ha avuto alterne fortune e vicende. Nell’ultimo pronunciamento della corte d’appello di Palermo, del 21 luglio 2021, il politico è stato condannato a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa ma si trattava del processo d’appello bis, dopo alterni esiti processuali. Fra i vari pronunciamenti c’è stata anche una assoluzione poi appellata dalla procura e ribaltata.

Già a gennaio del 2018, il procedimento contro l'ex sottosegretario all'Interno (D'Alì ricoprì quella carica dal 2001 al 2005) finì davanti alla Suprema Corte, in quella occasione i giudici annullarono con rinvio ad un nuovo processo di appello, la sentenza con la quale l'ex senatore di Forza Italia, era stato assolto per le accuse successive al 1993 e prescritto per i reati contestati per il periodo precedente.

 D’Alì è stato senatore dal 1994 al 2018, sottosegretario all’Interno, durante il governo Berlusconi, dal 2001 al 2006. 

“D’Alì ha manifestato la propria disponibilità verso (o vicinanza a) Cosa Nostra dai primi anni ’80 del secolo scorso fino agli inizi dell’anno 2006 e comunque non vi è prova di una condotta di desistenza dell’imputato incompatibile con la persistente disponibilità ad esercitare le proprie funzioni ed a spendere le proprie energie in favore del sodalizio mafioso” scrivono i giudici nelle motivazioni della Corte d'Appello. Accuse sempre respinte dai legali del politico.