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16/01/2023 16:41:00

La diretta. Ecco come è stato arrestato Messina Denaro

18,00 - Messina Denaro ha detto qualcosa. Solo che "non è riferibile".  Non aveva giubbotto antiproiettile, né era armato, anche perchè era lì per la chemioterapia ...  Messina Denaro adesso è in carcere, non si può dire dove. Ma è ristretto al carcere duro, il 41bis.  "E' una cattura importante per la comunità della provincia di Trapani, per la collettività di Castelvetrano. Speriamo che questo arresto dia fiducia nelle istituzioni e un futuro più roseo" dicono gli ufficiali. Con questa ultima affermazione è terminata la conferenza stampa dei Carabinieri. 

17,55 - "Senza Messina Denaro, Cosa nostra perde un uomo che era in grado di fare grandi affari. E' un colpo sensazionale a Cosa nostra". Gli investigatori insistono poi sui beni di lusso che indossava il latitante: un prestigioso orologio di marca, molto particolare e costoso, dal valore di 30mila euro. 

17,50 - "Noi non abbiamo avuto contatti preliminari con la clinica, non ce n'era bisogno. La prenotazione era nell'archivio del Sistema Sanitario Nazionale. E' in questo modo che abbiamo ristretto il campo dei soggetti, fino ad arrivare a Messina Denaro. Alla clinica non abbiamo mai detto nulla". 

17,45 - Il latitante aveva il documento di Andrea Bonafede, di Campobello di Mazara, ma con la sua foto. Il documento sembra autentico, ma siamo in attesa di conferma.  Le sue condizioni di salute sono compatibili con il carcere. E' apparso in buona salute, non problematico, né fragile. Era ben vestito. Indossava dei beni di lusso. Continuerà le cure in carcere.

17,40 - "La mafia non è sconfitta. La partita non è finita. Oggi la gente ha gioito, in tanti hanno applaudito i Carabinieri. Messina Denaro ha goduto di protezioni enormi, adesso ci concentriamo su quelle che ha avuto negli ultimi giorni. C'è una fetta di borghesia mafiosa che ha aiutato questa latitanza". "Le indagini si sono concentrate sulla sua salute, perchè sapevamo con certezza che il latitante avesse problemi. Abbiamo cercato di capire la patologia, e poi le persone che fossero in cura in quella struttura con quella patologia. Via via che si scremava la lista delle persone, ci siamo concetrati su poche persone. Ma la certezza è arrivata questa mattina. Noi avevamo predisposto un servizio, ma non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Avremmo potuto anche sbagliare". 

 17,35 - Negli ultimi dieci anni sono stati eseguiti oltre cento misure cautelari nell'ambito delle indagini sul boss, con sequestri complessivi per 150 milioni di euro. Le domande dei giornalisti si concentrano ancora sull'arresto. Con quale auto veniva? Si è capito da dove veniva? Quando il Procuratore ha capito che era la volta buona? "C'è stata una forte accelerazione negli ultimi giorni, perché stavamo sempre stringendo il cerchio su questo paziente, che secondo noi era il latitante, e che aveva prenotato la visita specialistica per oggi. L'auto veniva dal Trapanese. Di più non possiamo dire. Così come non possiamo dire  cosa accadrà nella provincia di Trapani. Fino ad ieri le intercettazioni registravano una grande unità intorno a Messina Denaro". 

 17,30 - "Benché Messina Denaro sia stato protetto da un rete di complicità, lo sforzo dei Ros e della Polizia è stato enorme, e la rete del latitante si è sempre più ristretta, fino all'ultimo miglio". "Matteo Messina Denaro non parla ed indicazioni non ne ha date. Non è stato seguito, fino al "covo", perchè non sapevamo neanche che faccia avesse, e l'obiettivo primario era la sua cattura. Adesso speriamo di avere altre informazioni utili".  "L'indagine si basa su attività di intercettazione, che sono indispensabili ed irrinunciabili per il contrasto alla mafia. Senza intercettazioni, non si possono fare indagini. L'altro pilastro è stato lo sviluppo dell'indagine con l'incrocio di banche dati e l'utilizzo di strumenti tecnologici". Grande ruolo hanno avuto anche le indagini precedenti, che hanno fatto terra bruciata intorno al boss, anche con i sequestri e le confische che lo hanno via via impoverito. 

 17,25 - "Non abbiamo trovato un uomo distrutto. Sembra in apparente buona salute, ben curato, come un sessantenne in buone condizioni economiche. Fino a qualche ora fa c'era una rete di persone che lo sorreggeva e gli garantiva un buono stile di vita, nonostante la latitanza". "Allo stato non ci sono elementi che ci fanno pensare a complicità con qualcuno all'interno della clinica. Messina Denaro si spacciava per un'altra persona, e tanto bastava. Con lui c'era un altro soggetto, Luppino, arrestato. E' un nome noto negli ambienti mafiosi, ma solo per omonimia. Allo stato è un perfetto sconosciuto. Ma è normale, perché il latitante si accompagnava a soggetti incensurati". 

 17,20 - Circa le fasi della cattura, tutto è stato organizzato con i Gis e i Ros per evitare la fuga e chiudere lo spazio della struttura sanitaria, con "due livelli di cinturazione". I Carabinieri erano pronti a tutti gli scenari.  Parla il colonnello Arcidiacono, responsabile dell'attività: "E' stato tutto molto complesso. L'intervento si è sviluppato su più fasi, prima tramite una serie di attività tecniche, che non possiamo disvelare, che ci hanno portato a ritenere che Messina Denaro fosse dentro la struttura. Da lì è partita l'operazione. In una delle vie presidiate, accanto la clinica, lui è stato individuato e bloccato insieme al suo complice (Luppino). Non ha opposto resistenza, si è subito dichiarato per Matteo Messina Denaro, non ha neanche finto di essere un altro. Guardandolo, c'era poco da verificare. Il volto era quello che ci aspettavamo di trovare. Non ha tentato di fuggire. Probabilmente si è reso conto che era in trappola". 

 17,15 -  Santo: "Siamo entrati in azione nelle prime ore del mattino, lo abbiamo identificato e lo abbiamo arrestato. E' il risultato del sacrificio di tanti Carabinieri, un risultato storico, grazie anche all'apporto di tutte le forze di polizia, che ha consentito di delineare un quadro informativo tale da affinare sempre più le indagini. Un lavoro corale, svolto nel tempo, che si è basato sul sacrificio dei carabinieri e delle loro famiglie. I carabinieri hanno lavorato duro anche durante le festività natalizie, con la Procura, anche il 31 Dicembre e a Capodanno".  "Avevamo indicazioni precise, grazie agli elementi acquisiti, che una persona, di nome Andrea Bonafede, oggi si sarebbe sottoposta agli accertamenti in clinica. Ma eravamo dell'idea quella persona fosse Messina Denaro. Ed era un'ipotesi giusta". 

 17,10 - "Abbiamo catturato l'ultimo stragistra del 1992. Era un debito che la Repubblica aveva con le vittime di quegli anni. E' un successo dei magistrati, dell'Arma dei Carabinieri, dei Ros, verso coloro che sono intervenuti. Abbiamo catturato Messina Denaro senza ricorso alla violenza e senza l'uso delle manette" dice il Procuratore di Palermo.

Parla il Generale dei Carabinieri Angelo Santo: "Un percorso investigativo che è durato molti anni. Nell'ultimo periodo abbiamo acquisito informazioni sull'aspetto della salute del latitante, che si curava in una struttura sanitaria. Il lavoro è stato caratterizzato da rapidità, riservatezza. Oggi sapevamo che si sarebbe sottoposto a degli accertamenti clinici. La Procura di Palermo ha autorizzato le attività fino al punto di autorizzare l'intervento finale, con i Ros e i Gis, componente specialistica per interventi in situazione rischiose. Abbiamo agito in una struttura ospedaliera e volevamo garantire la sicurezza delle persone". 

 17,00 - Tp24 è a Palermo per seguire in diretta la conferenza stampa sull'arresto di Matteo Messina Denaro.