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16/05/2023 06:00:00

Mafia e politica a Campobello, città del "giammai". La storia della casa abusiva dei Gentile - Bonafede

 I misteri, poi non tanto nascosti, che avvolgono Campobello di Mazara, sono al centro del nostro approfondimento che descrive i rapporti tra mafia, politica, imprenditoria attraverso le inchieste, le indagini del momento ma anche e soprattutto del passato.

Ciò non vuole essere un atto di accusa contro qualcuno ma la descrizione, anche analitica, di fatti e circostanze che negli anni hanno attraversato questa martoriata cittadina famosa per essere stata perno della latitanza di Matteo Messina Denaro.

Il "giammai" del titolo di questo articolo trae spunto dall’ormai famosa intervista del sindaco Giuseppe Castiglione alla trasmissione Report di RaiTre in cui dichiara fermamente, tra le tante cose, che se avesse saputo dei rapporti della mafia con Paolo Ruggirello, fresco di condanna in primo grado nel processo Scrigno,  “giammai” lo avrebbe voluto quale sostenitore della sua campagna elettorale con la formazione della famosa lista Articolo 1 nel 2014.

Nel solco delle stranezze accadute in quel di Campobello c’è sicuramente la vicenda della famosa casa “abusiva” ma sanata del killer di mafia Salvatore Gentile, marito della maestra Laura Bonafede, recentemente arrestata per aver favorito la latitanza di Messina Denaro, e che, secondo i magistrati, avrebbe vissuto parte della sua vita insieme al capomafia che avrebbe, anche, cresciuto la giovane figlia Martina (anche lei indagata, ma a piede libero).

La casa in questione della famiglia Bonafede si trova a Tre Fontane nella Via Faugiana e per questo  immobile nel 1998 il Comune di Campobello di Mazara emise un’ordinanza di demolizione per abusivismo edilizio (n. 92 del 24/04/1998) e un’ulteriore ordinanza per l’immissione in possesso (n. 39 del 01 Marzo 2000).

L’ordinanza di demolizione si basava sul fatto che il proprietario, Salvatore Gentile, aveva falsamente dichiarato che l’immobile era stato costruito nel 1984 ma i tecnici comunali riscontrarono che l'immobile non compariva nell'aerofotogrammetria dell'87 ma in quella del 1994. 

Quindi con l’ordinanza di immissione in possesso, firmata dall’allore geometra del Comune Francesco Brelich, l’immobile diventava di proprietà del Comune di Campobello di Mazara.

Gentile tentò, invano, il ricorso al TAR che fu respinto nel 1999.

Tutto finito si penserà, macchè… ed infatti il 28 Giugno 2006, ben sei anni dopo e,  coincidenza,  dopo appena una decina di giorni dall’elezione a Sindaco di Ciro Caravà (oggi scomparso, Caravà è stato arrestato, poi imputato ed infine assolto per concorso esterno alla mafia:  guidò un’amministrazione sciolta definitivamente per infiltrazione mafiosa, di cui era Presidente del Consiglio comunale l’attuale Sindaco Giuseppe Castiglione) il Dirigente del V Settore Francesco Di Stefano con provvedimento n. 45 revocò, senza alcun istruttoria, l’ordinanza di demolizione e l’ordinanza per l’immissione in possesso.

Alla base del provvedimento del Dirigente ci sarebbe un’autodichiarazione niente di meno che della maestra Laura Bonafede che nel 2005 aveva dichiarato l’immobile edificato nell’anno 1990 e non, come “erroneamente” dichiarato dal marito in precedenza nel 1984.

Della serie “scusatemi ma mio marito che ha ucciso per conto di Matteo Messina Denaro un paio di persone si è sbagliato sull’anno di costruzione della casa, vi darò io l’anno esatto di tale costruzione”.

In base a questa autodichiarazione furono revocate tutte le ordinanze di demolizione e l’immissione in possesso del Comune.

Perfino la sovrintendenza ai beni culturali di Trapani il 10 Marzo 2006 concesso il nulla osta alla concessione edilizia in sanatoria.

Ulteriore colpo di scena della vicenda avvenne l’11 giugno 2004 allorquando innanzi al Notaio Vicenzo Lombardo veniva letto un testamento olografo redatto nel 1994 con cui il padre del killer di mafia Salvatore Gentile, lasciava in eredità l’immobile alla nipote Martina Gentile, che all’epoca dei fatti aveva solo due anni,  e non al figlio Salvatore Gentile, così come da lui dichiarato nel 1995 allorquando presentò l’istanza di sanatoria.

Quindi Martina Gentile risulta oggi essere la proprietaria dell’immobile a due passi dal mare oggetto della sanatoria, anche se la stessa fu richiesta per la prima volta nel 1995 dal (falso proprietario?) Salvatore Gentile.

Gli interrogativi però rimangono… come è possibile che una casa costruita a qualche centinaio di metri dalla battigia, come sembra quella dei coniugi Bonafede - Gentile possa usufruire di una sanatoria successiva alla legge del 1975?

È anche emerso che della pratica di sanatoria dell’immobile si sia occupata sempre Martina Gentile che effettuava il tirocinio presso lo studio dell’Arch. Stefano Tramonte, successivamente divenuto assessore della giunta Castiglione nel 2020.

Tramonte intervistato da Report dapprima sostiene che la Gentile abbia definito la pratica di sanatoria salvo poi smentire se stesso e dire che si era occupata della ristrutturazione dell’immobile. Solo dopo essersi recati presso gli uffici comunali insieme ai giornalisti si è potuto appurare che la prima versione fornita dall’Assessore corrispondeva alla realtà poiché Martina Gentile, durante il tirocinio, avrebbe integrato i documenti richiesti dall’ufficio del Comune che poi rilasciò la sanatoria.
Sanatoria che arrivò nel 2018, come ci tiene a precisare in una lettera aperta lo stesso architetto Tramonte quando lui non era assessore, forse dimenticando che era da ben cinque anni sindaco Giuseppe Castiglione, che fu eletto nel 2014.

L’ex assessore Tramonte, dimessosi a causa del ritiro dell’appoggio del Partito Democratico al Sindaco Castiglione, oltre ad aver fatto svolgere il tirocinio per divenire architetto a Martina Gentile, nipote del capomafia Nardo Bonafede, ha anche ospitato dalla fine degli anni ì90 Lorena Lanceri, moglie di Emanuele Bonafede. anch’esso nipote di Nardo Bonafede, entrambi arrestati dalla Procura Antimafia di Palermo con l’accusa di essere i vivandieri di Matteo Messina Denaro.

La pratica edilizia della famiglia Gentile - Bonafede fu attenzionata dalla commissione ispettiva di accesso del Comune del 2009, che avrebbe portato poi nel 2012 allo scioglimento per mafia del comune di Campobello di Mazara. 

Siamo certi che chi ha lavorato per la singolare sanatoria di questo immobile abusivo, "giammai" avrebbe potuto pensare cosa rappresentava, nel contesto criminale mafioso, la famiglia dei Bonafede - Gentile....